[NuovoLab] Solidarieta' al Drop in di Monfalcone

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Autor: info
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A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] Solidarieta' al Drop in di Monfalcone
Segnaliamo di seguito l'articolo sul nostro sito in solidarietà con
Officina Sociale e il Drop-in dopo la perquisizione del 19 giugno.

http://www.sanbenedetto.org/index.php?option=com_content&task=view&id=373&Itemid=1




*Solidarietà al Centro a bassa soglia di Monfalcone*
La Comunità di San Benedetto esprime solidarietà a Officina Sociale di
Monfalcone (Go) e agli operatori del servizio di Drop-in, centro a bassa
soglia di proprietà comunale, perquisiti il 19 giugno dalle forze
dell'ordine con la scusa di generiche indagini in merito alla vendita di
sostanze stupefacenti. La perquisizione ha avuto ovviamente esito
negativo ma è stata l'occasione per i militari di violare documenti e
computer. Una *grave azione provocatoria e di violazione della privacy*.

*Comunicato degli operatori/educatori Centro a Bassa Soglia d'accesso -
Monfalcone *

Lunedì 19 maggio a Monfalcone è successo qualcosa di molto grave. Con la
scusa di generiche indagini in merito alla vendita di sostanze
stupefacenti, le forze dell'ordine hanno effettuato una perquisizione
nella struttura in cui è ospitato il Drop-in, di proprietà del Comune di
Monfalcone mettendo sottosopra tutte le stanze di Officina Sociale. Sono
stati violati documenti e computer. Naturalmente non sono state trovate
sostanze stupefacenti né altro. D'altronde è chiaro che a muovere la
perquisizione erano ben altre motivazioni: provocare gli operatori e
carpire informazioni su chi frequenta il centro a bassa soglia,
informazioni che nessuno avrebbe mai rivelato

Da anni denunciamo un clima repressivo fatto di piccole operazioni molto
mirate nei confronti di singoli consumatori nel monfalconese. Di fronte
agli allarmi lanciati dai servizi a bassa soglia in merito all'aumento
di consumi pericolosi tra i giovanissimi, viene lanciato "fumo negli
occhi" attraverso queste operazioni per dare l'illusione di una lotta al
narcotraffico, aggredendo però gli stessi che stanno in prima linea
nelle politiche di riduzione del danno e prevenzione. Mentre denunciamo
l'approccio proibizionista e dogmatico come principale responsabile
della diffusione delle droghe e dei consumi problematici, veniamo
aggrediti e perseguiti come fossimo centrali dello spaccio.
Monfalcone ha percentuali di infiltrazioni camorristiche sotto l'occhio
di tutti che oltre a determinare situazioni di caporalato nel mondo
della cantieristica navale, ha creato autostrade per la cocaina. Inoltre
la vicinanza con i paesi dell'est fornisce un mercato di eroina a buon
mercato e con un livello di purezza più alta della media. In questo
contesto la perquisizione agli uffici di Officina Sociale assumono un
valore politico del tutto particolare: impaurire e mettere il bavaglio a
chi denuncia queste cose e ne vive tutte le contraddizioni proponendo un
approccio diverso teso al rispetto delle persone ed alla promozione dei
diritti, contro la devastazione e l'esclusione sociale.

Temiamo che quanto successo in Venezia Giulia non sia affatto un caso
isolato, e che sia l'inizio di un attacco di più grande portata. Il
rischio che altri progetti di inclusione in Italia possano essere sotto
attacco in futuro è concreto. Se la prospettiva di cancellazione della
Fini-Giovanardi è impossibile, ed il clima verso i servizi è di
criminalizzazione, se i nostri territori saranno militarizzati, ci
dobbiamo interrogare, come operatori e come cittadini. Quale strategia
si vuol mettere in atto? Quali sono le prospettive per gli operatori e
per i progetti che lavorano in questi contesti? Dovremo aspettarci altre
perquisizioni domiciliari ai danni di chi si approccia dal basso alle
politiche sulle droghe? Quali saranno le prossime strutture sotto assedio?

Rivolgiamo un appello al mondo dei servizi tutto, dalla strada alle
comunità di recupero, al mondo scientifico, ai movimenti per i diritti
civili, affinché ad una tale criminalizzazione si dia tutti insieme una
risposta forte. Chiediamo di non abbassare la testa, per affermare dal
basso pratiche diverse, che mettano al centro la persona ed il bene
comune. Non solo dobbiamo rispondere tutti insieme agli attacchi come
quello di lunedì 19 maggio, ma soprattutto dobbiamo costruire nei
territori quelle relazioni e quelle pratiche che possono rispondere ai
bisogni delle persone e del territorio, contro la criminalizzazione dei
consumatori e degli operatori.

*Invitiamo tutti e tutte ad un evento in Piazza della Repubblica a
Monfalcone (GO), sabato 7 giugno ore 16:30 in poi*, per rivendicare
l'efficacia dei nostri interventi, per cominciare a costruire dal basso
quelle pratiche non ideologiche che permettano di promuovere una cultura
del comune nel rispetto dei diritti e della salute.

*Noi non ci spaventiamo. Noi continuiamo per la nostra strada.
Noi non siamo soli.*