Lähettäjä: ugo Päiväys: Vastaanottaja: aderentiretecontrog8, forumgenova Aihe: [NuovoLab] Fini Un presidente senza basi
Valentino Parlato
Si può parlar male della terza carica dello stato. Si può dire, con
convinzione, che Gianfranco Fini non è adatto al ruolo di presidente della
camera. Si deve concludere a meno di un mese dal suo insediamento che non sono
bastati gli ultimi tredici anni di governo, convenzione europea, viaggi in
Israele a cancellare quella traccia che a Fiuggi era stata solo un po'
sciacquata. La cultura democratica non si distribuisce ad Arcore. Fini ne ha
poca, o non c'è l'ha.
Qui non vorrei parlare di quello che il presidente della camera ha detto ieri
a proposito del suo maestro Almirante. Sciocchezze pericolose, come il fatto
che sarebbe grazie ad Almirante che la democrazia italiana è più salda. Parole
che indignano, che preoccupano, appunto, ma che non sorprendono. Luciano
Violante ieri sul Corriere della Sera ha sostenuto più o meno le stesse cose.
Qui vorrei ricordare tre episodi che secondo me non hanno ricevuto
l'attenzione necessaria. Ci consegnano Gianfranco Fini nello svolgimento del
suo lavoro: il presidente dell'assemblea rappresentativa degli elettori, il
parlamento. Il primo episodio è di qualche giorno fa. Stava intervenendo
Antonio Di Pietro ma la maggioranza, quella composta dal partito di Fini, lo
interrompeva non facendolo parlare. Al che Fini, da presidente dell'assemblea,
è intervenuto per zittire i suoi. E a Di Pietro ha detto: ognuno dev'essere
libero di dire quello che pensa, ma «dipende da quello che si dice». E già qui,
forse, qualcuno, magari il capo dello stato, sarebbe potuto intervenire per
ricordare alla terza carica dello stato che il parlamento di Roma non è quello
di Salò (a proposito di Almirante).
Il secondo e il terzo episodio sono di ieri. Gianfranco Fini ha ottenuto la
celebrazione del parlamento per il suo padre politico nel ventennale della
morte. Giustamente un deputato del partito democratico (Emanuele Fiano) ha
ricordato quello che scriveva Almirante su La difesa della razza: «Il razzismo
ha da essere cibo di tutti e per tutti...». Fini, ripeto presidente di tutta
l'aula, si è sentito in dovere di replicare come un deputato qualsiasi. Si è
sentito chiamato in causa. Ha definito «vergognose» quelle parole di Almirante
e ci mancherebbe altro. Ma quello che è grave è che ha voluto subito dopo
ridimensionarle, sostenendo che anche altre personalità non di destra
sostenevano quelle idee durante il fascismo. Ora, a parte il fatto che
Almirante continuò a sostenerle anche in seguito il punto è che il presidente
Fini non è stato messo su quella poltrona per difendere la memoria di Almirante
(anche se forse è finito su quella poltrona proprio grazie ad Almirante, ma è
una storia lunga).
L'ultimo episodio poi è stato talmente clamoroso da far protestare anche la
scialba opposizione democratica, che invece è sempre attenta a rispettare la
maggioranza e a non rovinare il clima di dialogo. Il governo si è ficcato in un
impiccio, ieri pomeriggio, e Fini dalla sua poltrona presidenziale ha suggerito
come cambiare un emendamento per rispondere alle osservazioni dell'opposizione.
Seduto sotto di lui quello che era il suo portavoce Ronchi, nel frattempo
diventato ministro, ha ringraziato e immediatamente accolto il suggerimento del
presidente della camera, cambiando l'emendamento. E' stata una figuraccia? Sì,
ma è stata anche l'ennesima dimostrazione in pochi giorni che Fini non è adatto
a quel ruolo di garanzia. Gli mancano, come si diceva a scuola, le basi. Le
basi democratiche. Servono altre dimostrazioni?
valentino parlato
da "il manifesto del 29 05 08
d
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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