Re: [NuovoLab] da Alex Zanotelli

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Szerző: Edoardo Magnone
Dátum:  
Címzett: Mailing list del Forum sociale di Genova
Tárgy: Re: [NuovoLab] da Alex Zanotelli
Alex Zanotelli: cosa c'è oltre la vergogna?

di Doriana Goracci - Megachip

Caro Alex, ti chiamo con il tuo nome, ho letto la tua lettera: ripeti
mi vergogno. Ho letto fino alla fine, col fiato in sospeso, pensavo
che tu avresti voluto restare tra noi donne e uomini ma tu rimani
Padre, come colui che ti rappresenta, il Pontefice. Tu parli, gridi,
urli e tanto più il tono delle tue parole è sincero e vibrante, tanto
più, le assenze della Chiesa si gonfiano di agghiacciante silenzio. Ma
il potere spirituale e temporale ha conosciuto altre assenze e
presenze nella Roma caput mundi.

Da sempre la Casa che accoglie i cristiani discrimina, giudica,
sentenzia: una comunità ostinata a ri-trovare le sue radici storiche e
culturali. Perchè rimani, perchè continui la lotta all'interno di
questo atroce disegno globale che protegge giustifica tollera tace e
acconsente ? Cosa ti fà muovere di sdegno rispetto a Korogocho? Oggi
nel mio e tuo Paese si è festeggiato il Corpus Domini: feste di
pugnaloni, infiorate, immacolate, un mese di maggio di rose e spine,
di fiori putrescenti di menzogne.

Perchè continui a parlare di passato e di memoria se tu per primo
continui ad essere nelle fila di chi fece le Crociate contro gli
infedeli, di chi oggi ancora fà differenza tra donna e donna, tra uomo
e uomo, mettendo alla pari solo coloro che comandano e guerreggiano?

Come fai a parlare di criminale sistema economico-finanziario
mondiale, se le porte dello Ior, non saranno mai aperte?

Se lo Stato a cui appartieni, chiede il conto e non lo paga mai?

Come puoi non avere vergogna di tutto ciò, così chiaro, così
accecante, così miseramente falso e prevaricatore?

Come puoi stare ancora nel Tempio dei Mercanti, a barattare con gli
stessi la pace ?

Chi dovrebbe rappresentarci dunque, a chi dovremmo delegare la nostra
liberazione e salvezza?

E dimmi ancora Alex, ti vergogni di essere cristiano, o cattolico?

Esattamente un anno fà scrissi che se tu fossi stato Papa non avresti
scritto la lettera a Prodi, che iniziavi con un Pax et Bonum: era una
missiva di pace, lucida attenta e sentita. E ti scrivevo che non si
diventa papa o padrone perchè si è buoni e intelligenti e senza
profitto.

Ti dicevo anche che si diventa operaio, salariato perchè si ha bisogno
del pane, e non si può distruggere chi il pane ce lo dà.
E' la contraddizione perenne e tu la rappresenti con il tuo lavoro,
diventato impegno e missione, missione di pace, come quella
governativa, come quella che ha colonizzato e dispensato pane,
speranze e preghiere.

Tu ci inviti a guardare l'inferno e ribellarci ai professionisti della
violenza. Allora io ti chiedo: sei disposto a ribellarti e denunciare
il tuo datore di lavoro?

Sei disposto a scendere in piazza con noi, lì, in quella che porta
nome Piazza San Pietro, magari quando fra quindici giorni, si
ritroveranno, stringendosi la mano, i due amici George e Joseph?

O ti vergogni e basta?

http://www.megachip.info/modules.php?name=Sections&op=viewarticle&artid=6932

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2008/5/24, Edoardo Magnone <magnone.edoardo.tokyo@???>:
> *Mi vergogno di essere italiano e cristiano*
>
> *Alex Zanotelli*
>
>    E' agghiacciante quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi in
> questo nostro paese.
>    I campi Rom di Ponticelli (Na) in fiamme, il nuovo pacchetto di
> sicurezza del ministro Maroni, il montante razzismo e la pervasiva
> xenofobia, la caccia al diverso, la fobia della sicurezza, la nascita delle
> ronde notturne offrono una agghiacciante fotografia dell'Italia 2008.
>    «Mi vergogno di essere italiano e cristiano», fu la mia reazione
> rientrato in Italia da Korogocho, all'approvazione della legge Bossi-Fini
> (2002). Questi sei anni hanno visto un notevole peggioramento del razzismo e
> xenofobia nella società  italiana, cavalcata dalla Lega (la vera vincitrice
> delle elezioni 2008) e incarnata oggi nel governo Berlusconi (posso dire
> questo perchÃ(c) sono stato altrettanto duro con il governo Prodi e con i
> sindaci di sinistra da Cofferati a Domenici...). Oggi doppiamente mi
> vergogno di essere italiano e cristiano.
>    Mi vergogno di appartenere ad una società  sempre più razzista verso
> l'altro, il diverso, la gente di colore e soprattutto il musulmano che Ú
> diventato oggi il nemico per eccellenza.
>    Mi vergogno di appartenere ad un paese il cui governo ha varato un
> pacchetto-sicurezza dove essere clandestino Ú uguale a criminale. Ritengo
> che non Ú un crimine migrare, ma che invece criminale Ú un sistema
> economico-finanziario mondiale (l'11% della popolazione mondiale consuma
> l'88% delle risorse) che forza la gente a fuggire dalla propria terra per
> sopravvivere.
>    L'Onu prevede che entro il 2050 avremo per i cambiamenti climatici un
> miliardo di rifugiati climatici. I ricchi inquinano, i poveri pagano. Dove
> andranno? Stiamo criminalizzando i poveri?
>    Mi vergogno di appartenere ad un paese che ha assoluto bisogno degli
> immigrati per funzionare, ma poi li rifiuta, li emargina, li umilia con un
> linguaggio leghista da far inorridire.
>    Mi vergogno di appartenere ad un paese che dà  la caccia ai Rom come se
> fossero la feccia della società . Questa Ú la strada che ci porta dritti
> all'Olocausto (ricordiamoci che molti dei cremati nei lager nazisti erano
> Rom!). Noi abbiamo fatto dei Rom il nuovo capro espiatorio.
>    Mi vergogno di appartenere ad un popolo che non si ricorda che Ú stato
> fino a ieri un popolo di migranti («quando gli albanesi eravamo noi»): si
> tratta di oltre sessanta milioni di italiani che vivono oggi all'estero. I
> nostri migranti sono stati trattati male un po' ovunque e hanno dovuto
> lottare per i loro diritti. PerchÃ(c) ora trattiamo allo stesso modo gli
> immigrati in mezzo a noi?
>    Cos'Ú che ci ha fatto perdere la memoria in tempi così brevi? Il
> benessere?
>    Come possiamo criminalizzare il clandestino in mezzo a noi? Come
> possiamo accettare che migliaia di persone muoiano nel tentativo di
> attraversare il Mediterraneo per arrivare nel nostro "Paradiso"? E' la nuova
> tratta degli schiavi che lascia una lunga scia di cadaveri dal cuore
> dell'Africa all'Europa.
>    Mi vergogno di appartenere ad un paese che si dice cristiano ma che di
> cristiano ha ben poco. I cristiani sono i seguaci di quel povero Gesù di
> Nazareth crocifisso fuori le mura e che si Ú identificato con gli affamati,
> carcerati, stranieri. «Quello che avrete fatto ad uno di questi miei
> fratelli più piccoli lo avrete fatto a me».
>    Come possiamo dirci cristiani mentre dalla nostra bocca escono parole
> di odio e disprezzo verso gli immigrati e i Rom? Come possiamo gloriarci di
> fare le adozioni a distanza mentre ci rifiutiamo di fare le "adozioni da
> vicino"?
>    Come Ú possibile avere comunità  cristiane che non si ribellano contro
> queste tendenze razziste e xenofobe? E quand'Ú che i pastori prenderanno
> posizione forte contro tutto questo, proprio perchÚ tendenze necrofile?
>    Come missionario, che da una vita si Ú impegnato a fianco degli
> impoveriti della terra, oggi che opero su Napoli, sento che devo schierarmi
> dalla parte degli emarginati, degli immigrati, dei Rom contro ogni tendenza
> razzista della società  e del nostro governo.
>    Rimanere in silenzio oggi vuol dire essere responsabili dei disastri
> di domani.
>    Vorrei ricordare le parole del pastore Martin Niemoeller della Chiesa
> confessante sotto Hitler: «Quando le SS sono venute ad arrestare i
> sindacalisti,
> non ho protestato perchÚ non ero un sindacalista. Quando sono venute ad
> arrestare i Rom non ho protestato perchÚ non ero un Rom. Quando sono venute
> ad arrestare gli Ebrei non ho protestato perchÚ non ero un Ebreo. Quando
> alla fine sono venute ad arrestare me non c'era più nessuno a protestare».
>    Non possiamo stare zitti, dobbiamo parlare,gridare, urlare. E' in
> ballo il futuro del nostro paese, ma soprattutto Ú in ballo il futuro
> dell'umanità  anzi della vita stessa.
>    Diamoci da fare perchÚ vinca la vita!
>    24/05/2008



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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"Be sure your sin will find you out"
(Numbers 32:23)
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