Autor: Monti Virginio Data: A: forumlucca Assumpte: [Forumlucca] Fw: Da Roberto Massari: due domande a Ferrando
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From: Lista Campo
To: Undisclosed-Recipient:;
Sent: Thursday, May 22, 2008 7:37 PM
Subject: Da Roberto Massari: due domande a Ferrando
Vi giro questa lettera aperta di Roberto Massari a Marco Ferrando, per altri versi indirizzata in realtà a Piero Bernocchi.
Al di là delle note divergenze con Massari, questo testo mi pare utile alla discussione sulla situazione italiana anche alla luce delle misure adottate dal governo ieri.
Misure che richiedono - mi si conceda di parafrasare Rutelli, anche se mi fa un po' schifo - un'opposizione di nuovo conio.
Un'opposizione cioè da non lasciare nelle mani degli arcobalenici di varia tendenza, che tentano di riemergere dal loro disastro elettorale senza alcuna autocritica e senza alcuna vera autonomia strategica dal PD, partito che ha approvato nella sostanza i provvedimenti più odiosi e reazionari presi dal governo.
Leonardo
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SI PREGA DI FAR CIRCOLARE
(r.m.)
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DUE DOMANDE A MARCO FERRANDO
Sul Manifesto di domenica 18 maggio ho letto la tua proposta di costituzione di un Antiparlamento, un parlamento popolare alternativo, da contrapporre all'attuale Parlamento, definito come "la più clamorosa sconfessione della democrazia borghese". L'idea è ottima e condivido la prospettiva generale (di democrazia diretta, consiliaristica, anticasta, antiburocratica, antisistemica e di alternativa sociale) che tale strumento dovrebbe avere.
Non credo, però, che ci siano oggi le energie necessarie per dare una veste concreta e operativa a un tale progetto, a causa anche della scarsa volontà anticollaborazionistica che anima le formazioni a sinistra del Pdl e del Pd - le due principali formazioni borghesi - e che nel clima di smembramento generalizzato nemmeno possiamo più chiamare "Sinistre Arcobaleno". Nulla impedisce, tuttavia, che si parta da una base fondamentalmente propagandistica e che si agganci la proposta ad alcune delle mobilitazioni in corso, contribuendo in tal modo a creare un minimo di unità dal basso con la quale cominciare a conquistare finalmente qualche successo concreto, badando bene a non interrompere le mobilitazioni e il clima unitario in prossimità delle tante scadenze elettorali che attendono nei prossimi anni.
Non mi dilungo sui dettagli del progetto, perché qualcosa di utile hai già detto e, comunque, non credo che si debba partire con un quadro preconfezionato. L'esperienza è nuova (nonostante gli illustri precedenti che, in forma di tentativo, hanno costellato la storia del movimento operaio) e le caratteristiche fondamentali dipenderanno dai tempi, ma soprattutto dai modi in cui il variegato mondo dell'opposizione anticapitalistica formerà l'intelaiatura di un simile Antiparlamento.
Darei immediatamente l'adesione mia personale e dell'Associazione politica Utopia rossa (già consultata al riguardo), se non fossero rimasti due grossi dubbi che non sono accennati nella tua proposta e che non riesco a immaginare come tu intenda risolverli.
a) Se Antiparlamento ha da essere e se deve contrapporsi alla caricatura cui è giunta la crisi storica del Parlamento borghese - in Italia aggravata dal regime sostanzialmente monopartitico (Veltrusconi) e dal trasformismo "di massa" delle opposizioni di sinistra (i Forchettoni rossi) - non è concepibile che una formazione politica coerente cerchi di far parte di entrambi.
Insomma, non si può lavorare per l'Antiparlamento e allo stesso tempo partecipare alle competizioni elettorali del Parlamento esistente. Questo dato di fatto vale per tutte le formazioni che in un modo o in un altro si sono presentate alle ultime elezioni, ma in modo particolare vale per il tuo partito. Infatti, in molte dichiarazioni scritte e verbali del Pcl è stato detto, prima e dopo l'ultima tornata elettorale, che intendete partecipare a tutte le scadenze elettorali del futuro. Indipendentemente dal giudizio (ovviamente negativo) che posso dare di una simile scelta, domando: come pensate di risolvere la contraddizione? Continuerete a presentarvi alle elezioni parlamentari, pur lavorando alla costruzione dell'Antiparlamento? Oppure adotterete una posizione antiparlamentare - come abbiamo già fatto noi di Utopia rossa, insieme ad altre formazioni della sinistra non-integrate nel gioco della pseudodemocrazia borghese e nei miraggi della società dello spettacolo?
Non è una domanda retorica, perché la rinuncia a competere nelle elezioni-farsa di questo residuo storico del parlamentarismo borghese è una precondizione irrinunciabile per poter collaborare alla costruzione di un Antiparlamento. Su questo punto devi far chiarezza e ti prego di non rispondermi che la vostra partecipazione alle elezioni è e sarà un fatto meramente propagandistico: poiché "propagandistica" dovrà essere anche la partecipazione al progetto di Antiparlamento, è evidente che occorrerà scegliere tra le due forme opposte di propaganda.
b) C'è poi il problema degli ex Forchettoni rossi, che può sembrare un problema più etico che politico, ma che forse proprio per questo dovrebbe venire al primo posto.
Resta il fatto che alcuni ex parlamentari che hanno partecipato a tutta o quasi tutta l'esperienza legislativa del governo Prodi si trovano oggi privi di seggio parlamentare e quindi, pur non avendo scritto alcuna seria autocritica per il male compiuto, propongono progetti "unitari" della sinistra, nuove aggregazioni, ipocrite crociate moralizzatrici, ma soprattutto tante tante manifestazioni. Non mi riferisco al mondo dell'ex Sinistra arcobaleno perché lì il forchettonismo ancora impera e dal regolamento dei conti in corso potranno uscire solo nuove porcherie (sempre e comunque elettoralistiche, forchettoniche e comunque destinate a riaggregarsi al Pd in sede elettorale, se non addirittura nuovamente governativa). (Per inciso: lì si parla di fare segretario un Nichi Vendola che pochi giorni fa è andato a rendere omaggio all'ostentazione delle spoglie di Padre Pio...)
Mi riferisco, invece, a personaggi e organizzazioni che, dopo aver votato le peggiori nefandezze del governo Prodi, non hanno ancora reciso il loro legame con il Pd e anzi, meno di un mese fa, hanno addirittura invitato a votare come sindaco di Roma l'uomo del Vaticano e dell'Opus dei, Rutelli. Mi riferisco in modo particolare ai due ex parlamentari di Sinistra critica (Cannavò e Turigliatto), ma allo stesso tempo vorrei che non si perdesse di vista Nunzio D'Erme di Action (già quasi eletto al Parlamento europeo nelle liste di Rifondazione e accanito sostenitore di Veltroni e Rutelli), nonché, senza remore o pudori, il disobbediente Caruso che ha addirittura tentato di farsi eleggere una seconda volta in questa caricatura di Parlamento borghese, sempre nelle liste dei Forchettoni rossi. Trombato, riscopre ora i movimenti dal basso senza che nessuno, dico "nessuno", gli chieda conto dei danni compiuti o esiga da lui un minimo di onestà personale.
Questi personaggi quasi certamente decideranno di "aiutarci" a costruire l'Antiparlamento, se la cosa dovesse crescere, così come ora aiutano il Patto permanente contro le guerre (il famigerato carrozzone centrista che tanto criticai prima del 9 giugno). E' notizia di lunedì 12 maggio che il Patto ha deciso di ricominciare le manifestazioni-spettacolo e senza costrutto. E lo ha fatto in una riunione in cui più della metà delle organizzazioni presenti avevano appena finito di fare campagna per Rutelli al secondo turno delle elezioni romane, mentre una parte dell'altra metà se l'era cavata col silenzio complice o timide esternazioni. Il tutto, dopo che le elezioni politiche avevano chiaramente dimostrato l'esistenza di un'amplissima fascia di popolo della sinistra che, piuttosto che votare questa gentaglia, preferisce astenersi, disobbedendo alle indicazioni elettorali Cannavò, D'Erme, Disobbedienti vari ecc. Tutti costoro partecipano al Patto (e parteciperebbero all'Antiparlamento, al Circo Barnum o a qualsiasi cosa dotata di un certo seguito) al solo scopo di poter utilizzare la visibilità così ottenuta nelle prossime competizioni elettorali, che è poi la cosa che sta loro veramente a cuore.
Tu sai benissimo che non c'è stata alcuna autocritica da parte di costoro per l'aver aiutato a formare e a far funzionare il governo imperialistico di Prodi, e che non c'è il benché minimo sintomo che costoro abbiano rinunciato a far parte della sottocasta dei Forchettoni rossi. Purtroppo la partecipazione al Patto permanente fornisce loro una copertura da parte del portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi, divenuto ormai un generoso dispensatore di amnistie. Egli trova normale, infatti, ricominciare a fare manifestazioni una dopo l'altra, senza aver sprecato una riga a definire la natura politica di chi ha partecipato al governo Prodi, di chi ha cercato di regalarci anche Rutelli e di chi collabora con lui solo per strumentalizzare le sue capacità movimentistiche ai fini di un proprio riciclaggio elettoralistico. E' una storia che va avanti da anni (il primo ad avvantaggiarsene fu Bertinotti), che ora riprende, che si interromperà in vista delle europee (chi si candida con chi?) e che contribuirà purtroppo ad impedire la crescita di un movimento rivoluzionario unitario, consiliare, libertario e anticapitalistico in questo Paese.
Insomma, vogilo dirti che, ai fini della costruzione dell'Antiparlamento sarà certamente un grosso ostacolo il fatto che Bernocchi non si renda conto di lavorare ancora una volta per i re prussiani di turno, i quali a loro volta prefigurano il terreno per ulteriori sconfitte (come tutte quelle subìte dal dopo-Genova in poi) e per future (misere) strumentalizzazioni elettoralistiche.
Come impedire che gli ex Forchettoni rossi (null'affatto pentiti) possano immettere anche nell'Antiparlamento il virus del trasformismo di cui sono manifesti portatori?
Non voglio indirizzare a te una polemica che va invece indirizzata a Bernocchi e all'intero carrozzone centrista. Ma poiché c'è il rischio che tu non consideri tale il problema - visto che nel Patto permanente anche il Pcl collabora con "rutelliani" e centristi di varia natura - la questione etica di cui dicevo all'inizio potrebbe rivelarsi più importante del previsto.
Ti prego di rispondere a questa lettera aperta, perché l'idea dell'Antiparlamento (consiliare e anticapitalistico) è veramente buona e sarebbe un peccato sprecarla per poca chiarezza sulle obiezioni qui poste.