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Ho incontrato nel centro storico di Lucca, sotto una pioggia fitta e dentro ad una atmosfera autunnale i lavoratori della kartogroup "lucchese" , su 450 impegnati negli stabilimenti di Lucchesia erano almeno in 300.. quelli che sventolando le bandiere di cgil,cisl e ugl, reclamavano con forza ,sotto le finestre della Cassa di Risparmio "liquidità finanziarie" necessarie per il prosieguo delle attività produttive.
Decisione incomprensibile viene definita, da Fistel cisl e slc cgil, quella di unicredit e del sistema finanziario di "privare" il gruppo delle risorse finanziarie necessarie per proseguire l'attività; nel volantino che mi ha distribuito un lavoratore si afferma che nel mese di gennaio la "produttività" del gruppo è stata altissima , a riprova di ciò si cita il fatto che : su 500 milioni di euro di fatturato nel 2007 nel solo mese di gennaio 2008 si è prodotto per ben 52 milioni .....nonostante cio' si rischia la chiusura per gli impianti Italiani con 450 addetti nella provincia di Lucca e 250 a Cassino.
Neanche una parola su cosa stà accadendo nel settore Cartario in relazione agli scenari globali del mercato, neanche una parola sulla natura dell'indebitamento e sul rapporto tra "produttività" del distretto cartario lucchese e la quantità e qualità della domanda da parte del mercato, quello che si chiede è una nuova..linea di credito
Niente di niente sul fatto che il gruppo in questione , assieme ad altri che producono "tissue" (carta igenica,fazzoletti,pannolini) ha delocalizzato già da tempo nell'Europa che compra e "paga", nuove realtà produttive, a fronte di onerosissimi investimenti sulla cui copertura finanziaria sarebbe utile investigare, questi impianti sono in grado di coprire il piano di ammortamento mentre la chiusura delle sedi Italiane... per essere evitata sembrerebbe legata a soccorsi "bancari" pena il contocircuito dell'intero gruppo.
La demagogia e l'incoscenza di un sistema di potere politico,industriale e finanziario Locale e regionale ha fondato sul paradigma della crescita e della produttività la politica del "distretto cartario " Lucchese , questo mondo composto da piu' di 6000 persone in carne ed ossa.. incomincia dolorosamente a fare i conti con se stesso e la prospettiva drammatica per i lavoratori che rischiano di veder ridimensionati o addirittura cancellati i propi posti di lavoro rappresenta e rappresenterà una emergenza per tutto un territorio.
Quello che si comincia a sentire è l'odore nauseabondo dei frutti marci di una politica industriale sbagliata che per anni ha permesso l'occupazione di porzioni sempre piu' consistenti di territori,l'impiego irresponsabile di risorse primarie quali l'acqua , la richiesta di infrastrutturazioni viarie e ferroviarie mai definite in accordo con le popolazioni, un crescendo di attività assolutamente privo di futuro dal punto di vista finanziario e occupazionale nelle dimensioni che l'hanno troppo velocemente caratterizato.
Troppo poche e inascoltate si sono levate in questi anni le voci di chi poneva il problema di una crescita dai costi ambientali e sociali insostenibili , a niente sono servite le lezioni degli anni settanta e ottanta in materia di crisi di sovraproduzione del settore imballaggi con la stagione di fallimenti e chiusure che i piu' "maturi" ricordano.
La drammaticità del momento nasce da motivi "strutturali" e di repiro globale, la chiarezza nella presa di responsabilità di amministratori pubblici e industriali, organizzazioni dei lavoratori e operatori del credito è un elemento fondamentale ma insufficente per riuscire a governare una crisi "annunciata" che parte da un importante gruppo e parla a tutto un settore industriale.
Migliaia sono i lavoratori impiegati nel distretto , produzione, servizi,industria meccanica e metalmeccanica , le energie finanziarie che da questi lavoratori ricadono su attività commerciali, edilizie, fionanziarie sono "vitali" per la nostra comunità, a mio modesto parere serve , tra le altre cose, una profonda innovazione nell'organizzazione del ciclo produttivo come pure una operazione di verità su che fine hanno fatto le risorse finanziarie (..leggasi.. i profitti) prodotte dai lavoratori in questi anni a fronte del livello di indebitamento che è maturato e come tutto possa essere accaduto in presenza di pesanti investimenti all'estero.
Indagare sui legami di chi ha potuto giovarsi per anni di entrature politico istiuzionali di primo livello e a 360°, come pure di propi dipendenti consiglieri in piu' di un consiglio comunale , avere informazioni piu' precise sulle modalità di accesso a linee di credito istituzionali mentre si impegnavano risorse economiche "fresche" per costruire società finanziarie necessarie , tra l'altro, all'acquisto di materie prime quali la cellulosa .
Cosa dire poi sull'intreccio tra questo mondo e la nuova stagione di speculazione fondiaria e immobiliare o quella della pratica diffusa di valorizzazione delle rendite finanziarie a discapito delle risorse relmente impiegate dentro alle industrie .. da parte di quasi tutti i cartari nostrali??
La solidarietà ai lavoratori nella loro complessità , condizione materiale di lavoro e articolazione contrattuale, così ricca di forme di lavoro precario in mano per lo piu' a cooperative di servizi, è TOTALE ... con la massima modestia ma in maniera determinata e forte sento la necessità di richiamare tutti, sindacati e istituzioni,associazioni industriali e "terminali locali" del Governo, partiti politici... ad aprire una stagione nuova in cui si affrontino i problemi per quelli che sono e si incominci a costruire un idea di futuro per i ns territori che tenga conto di una invitabile ristrutturazione del distretto,fare tutto ciò capovolgendo una serie di paradigmi basati su crescita e aumento della produttività indipendentemente da tutto il resto, solo così i costi sociali e ambientali non saranno piu' usati come merce di scambio per vecchi e nuovi affari sulle spalle della ns comunità e dei lavoratori.