Vi invio un contributo informativo che trovo interessante :)
http://okara.myblog.it/archive/2008/05/20/marcia-per-il-clima-considerazioni.html
20/05/2008
Marcia per il Clima: considerazioni
Il sette giugno a Milano ci sarà la marcia per il clima. Sacrosanto 
manifestare per il benessere del pianeta, ma quanto poi nel quotidiano 
si fa per pesare il meno possibile su di esso?
Certamente il grosso delle emissioni e dell'abuso di energia sono da 
imputare alle grosse aziende, alle fabbriche, ai grossi numeri insomma. 
Si protesta contro il petrolio, che inquina, che schiavizza, che è 
diventato simbolo di una società a cui molti non si sentono di 
appartenere. Ma la distruzione del pianeta non si può misurare solo in 
barili di petrolio. Bisogna pensare alle risorse idriche che sono sempre 
più inquinate e meno disponibili; alle foreste che vengono abbattute per 
fare largo ai pascoli le cui carni vanno poi a finire sulle tavole di 
pochi ricchi, sfruttando però le risorse che spetterebbero ai tanti 
poveri; ai mari che sono sempre più inquinati perchè non c'è la 
coscienza che tutto quello che usiamo vada a finire lì, dai prodotti per 
lavarci ai mille tipi di detersivi che servono a rendere la casa uno 
specchio.
L'attenzione per l'ambiente si rivela in ogni scelta quotidiana, e cosa 
c'è di più quotidiano del cibo che scegliamo di mangiare? Soprattutto se 
le cifre di cui si parla sono queste:
* L'economista Frances Moore Lappé fa notare come, nel 1979, 145 milioni 
di tonnellate di cereali e soia siano stati utilizzate negli USA come 
mangime per gli animali. Di queste, solo 21 milioni sono state poi rese 
disponibili per l'alimentazione umana in forma di carne, latte e uova. I 
124 milioni di tonnellate di cibo vegetale sprecato avrebbero fornito 
una porzione di cibo nutriente per tutti gli esseri umani della Terra, 
ogni giorno, per un anno.
* Il 70% dell'acqua utilizzata sul pianeta è consumato dalla zootecnia e 
dall'agricoltura (i cui prodotti servono per la maggior parte a nutrire 
gli animali d'allevamento). Quasi la metà dell'acqua consumata negli 
Stati Uniti è destinata alle coltivazioni di alimenti per il bestiame.
* Gli allevamenti consumano una quantità d'acqua molto maggiore di 
quella necessaria per coltivare soia, cereali, o verdure per il consumo 
diretto umano. Dobbiamo sommare, infatti, l'acqua impiegata nelle 
coltivazioni, che avvengono in gran parte su terre irrigate, l'acqua 
necessaria ad abbeverare gli animali e l'acqua per pulire le stalle. Il 
settimanale Newsweek ha calcolato che per produrre soli cinque chili di 
carne bovina serve tanta acqua quanta ne consuma una famiglia media in 
un anno. Per un chilo di proteine animali occorre un volume d'acqua 15 
volte maggiore di quello necessario alla produzione della stessa 
quantità di proteine vegetali.
* In Italia gli animali da allevamento producono annualmente circa 19 
milioni di tonnellate di deiezioni a scarso contenuto organico, che non 
possono essere usate come fertilizzante. Attualmente, lo smaltimento di 
questi liquami avviene per spandimento sul terreno, il che provoca un 
grave problema di inquinamento da sostanze azotate, che causa 
inquinamento nelle falde acquifere, nei corsi d'acqua di superficie, 
nonché eutrofizzazione nei mari. Anche i farmaci somministrati agli 
animali possono passare nell'ambiente con i reflui e residuare nei 
suoli, nei vegetali, nelle acque e quindi negli alimenti di cui si ciba 
l'uomo, come le verdure o il pesce.
* Le conseguenze più drammatiche del consumo di latte e carne si 
verificano nel Terzo Mondo: il disboscamento operato per far posto agli 
allevamenti di bovini destinati a fornire proteine animali all'Occidente 
ha distrutto in pochi anni milioni di ettari di foresta pluviale. Ogni 
anno scompaiono 17 milioni di ettari di foreste tropicali. L'allevamento 
intensivo non ne è la sola causa, ma sicuramente gioca un ruolo 
primario: nella foresta Amazzonica l'88% dei terreni disboscati è stato 
adibito a pascolo e circa il 70 % delle zone disboscate del Costa Rica e 
del Panama sono state trasformate in pascoli.
* Per quanto riguarda le terre adibite alla coltivazione di cereali per 
l'alimentazione animale, il continuo accorciamento dei maggesi non 
lascia al suolo il tempo di rigenerarsi, accentuandone l'erosione. Ne 
conseguono sia frane ed inondazioni, sia una diminuzione 
dell'approvvigionamento delle falde, il che provoca desertificazione, 
disarticolazioni idrogeologiche e siccità ricorrenti. Nelle zone 
semiaride, come l'Africa, lo sfruttamento dei suoli per l'allevamento 
estensivo (i cui prodotti vengono esportati nei paesi ricchi) porta alla 
desertificazione, cioè alla riduzione a zero della produttività di 
queste terre. Le Nazioni Unite stimano che il 70% dei terreni ora 
adibiti a pascolo siano in via di desertificazione.
* Per quanto riguarda il clima, la combustione di milioni di ettari di 
foresta produce milioni di tonnellate di carbonio. L'elevato consumo di 
energia nelle varie fasi della produzione di carni produce grandi 
quantità di anidride carbonica, che contribuisce all'effetto serra. 
Dalle deiezioni animali viene prodotta una tale quantità di metano (per 
ogni kg di carne, 3 etti di metano emessi durante la ruminazione) da 
contribuire per il 15%-20% all'effetto serra globale. Inoltre, l'80%-90% 
dell'ammoniaca immessa nell'atmosfera viene emessa dagli animali: questo 
è causa di piogge acide che danneggiano suoli e boschi.
* La pelle animale viene anche usata nell'industria conciaria, che è una 
delle più inquinanti che esistano: le concerie sono responsabili 
dell'acidificazione di vasti territori agricoli e rendono non potabili 
le acque della zona in cui sorgono, oltre a essere estremamente dannose 
per la salute dei lavoratori.
Detto questo, mi fa ridere, ma allo stesso tempo anche tanta amarezza, 
chi crede di cambiare le cose solo scegliendo di non andare in macchina 
qualche giorno alla settimana. E' una soluzione di comodo per togliersi 
dalla coscienza il peso di dover per forza fare qualcosa per l'ambiente, 
per distogliere la mente dal fatto che in realtà l'azione più 
rivoluzionaria è quella di smettere di mangiare la carne e i suoi 
derivati, che alimentano un mercato di morte, sia per gli animali che 
per il pianeta.
Non si può chiedere a tutti di avere sensibilità e compassione nei 
confronti degli animali, ma almeno di avere l'intelligenza di capire che 
la scelta giusta da fare è quella di bandire l'industria della carne, 
che crea molti più morti del petrolio.
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Manifestazione nazionale, il 7 giugno Milano, promossa dalle principali 
associazioni ambientaliste italiane. A favore della salvaguardia del 
pianeta e delle scelte energetiche sensate.
Al mattino Piazze tematiche, spettacoli, mostre, concerti, incontri 
pubblici per fermare tutti insieme la febbre del pianeta. Dalle ore 15 
corteo.
Appuntamento alle ore 10,00 ai Giardini di Porta Venezia. Dalle 15,00 
Corteo da piazza San Babila.
bubba wrote:
> Ottimo ci si vede
>
> icx@??? ha scritto:
>
>   
>>   
>>     
>>> ti ha impedito qualcuno di organizzarla?
>>>     
>>>       
>> ma era già in programma :
>>
>> SABATO 7 GIUGNO
>>  ORE 15
>>  PIAZZA GRAZIANO PREDIELIS
>>
>> BIO_DIVERSITA' DI MASSA
>>
>> ci sarà chi canterà in coro tra asfalto e cemento
>>
>> per fare un albero ci vuole l'expo
>> per fare un bosco ci vuole l'expo
>> per fare il verde fruibile ci vuole l'expo
>> per fare una ciclabile ci vuole l'expo
>> per far fruttare i terreni ci vuole l'expo
>> per nutrire il pianeta ci vuole l'expo
>> per magnare tutti ci vuole l'expo
>>
>>
>>
>> e chi invece sortirà alla riscoperta di una via d'acqua che c'è già
>>
>>  
>>   "(a) MMollo tutto! me ne vado al mare, a fare un bagno !"
>>
>>  seguendo la ciclabile dei fiori 
>>
>>  si raggiungerà  la spiaggia verde 
>>
>>  dell'idroscalo per sguazzare felici
>>
>>
>>  
>>  ci vuole il fiore, ci vuole il fiore, per fare tutto ci vuole un fio-o-re
>>  
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