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Szerző: antonio bruno
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Tárgy: [NuovoLab] Genova, tangenti in Comune nei guai il Pd e il "fido" di Bertone
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Perquisizioni e indagini per gli appalti delle mense. Oggi la visita del Papa
Genova, tangenti in Comune nei guai il Pd e il "fido" di Bertone


Checchino Antonini
Genova (nostro inviato)
Due assessori comunali e l'ex vicepresidente dell'Ospedale Galliera
(presieduto, per statuto, dall'arcivescovo) perquisiti dalle Fiamme gialle
e indagati per presunto un giro di tangenti, pagato da una ditta di
catering del vicino Piemonte, sotto forma di consulenze a false
fatturazioni, per aggiudicarsi l'appalto della refezione scolastica ai
tempi di Pericu. L'inchiesta del pm Pinto, in corso da più di un anno, ha
avuto una brusca accelerazione dopo la fuga di notizie, evidente ieri
mattina, che, probabilmente, potrebbe essere servita non solo a vendere più
copie di un noto settimanale di Berlusconi, ma anche a far sparire carte
preziose da parte di qualcuno dei dieci indagati, sei dei quali interessati
da una richiesta di custodia cautelare al vaglio del gip, e tre indagati
anche per associazione a delinquere oltre che per corruzione e turbativa
d'asta. Altri nomi, quelli degli ex consiglieri comunali dei Ds, Claudio
Fedrazzoni e Massimo Casagrande, e dell'imprenditore Roberto Alessio,
titolare dell'azienda del vercellese Alessio Carni. Mensopoli 2, sequel di
un'indagine simile, vedrebbe estranea la sindaca Vincenti che non ha ancora
deliberato su appalti per mense. Nelle 600 pagine, quasi tutte trascrizioni
di intercettazioni telefoniche ed ambientali sarebbe descritto un comitato
d'affari finalizzato ad ottenere gli appalti delle mense del Comune. Ieri
la sindaca s'è vista riconsegnare il mandato da Massimiliano Morettini,
assessore ai Giovani per il Pd e dal suo collega allo Sport, Paolo Striano,
già leader della Margherita. Ma nessuno dei due avrebbe mai avuto un ruolo
possibile negli appalti. Perquisito anche lo studio del portavoce di
Vincenzi, Stefano Francesca. Il manager del Galliera, Giuseppe Profiti, è
stato fino a gennaio, direttore generale del personale della Regione. E'
docente di Contabilità all'Università ed è ancora nel Cda del Galliera
sebbene Bertone, predecessore di Bagnasco a Genova, lo abbia voluto con sé
a comandare il S.Bambin Gesù di Roma. Per il capogruppo della Sinistra in
comune, Antonio Bruno, al di là dei risvolti giudiziari la faccenda insegna
a ripensare il sistema delle esternalizzazioni dei servizi. In subbuglio
sia Tursi sia la Curia. E tutto ciò alla vigilia della visita di papa
Ratzinger in Liguria (oggi a Savona, domani sotto la Lanterna). Non sembra
che i pass a disposizione dei parroci siano andati a ruba. Due parroci, don
Gallo della comunità di S.Benedetto, e don Paolo Farinella di S.Torpete,
non saranno in quella piazza: quest'ultimo preferisce tenere la sua chiesa
aperta e svolgervi un concerto visto che 3/4 dei suoi concittadini, secondo
i sondaggi, non sono interessati all'evento. E non solo per il maltempo che
ha costretto il Pontefice a lasciare nell'hangar l'elicottero e le autorità
a predisporre una blindatura maggiore del previsto. Pressoché impossibile,
già da ieri, spedire una cartolina da una buca del centro. Tutto sigillato
per ragioni di sicurezza, le stesse che hanno portato all'abbattimento di
alberi pregiati in Piazza della Vittoria e che hanno gonfiato il conto che
genovesi (per 800mila euro), savonesi (per altri 550mila) e italiani
(250mila li ha stanziati il governo Prodi) pagheranno per una visita che si
inserisce nel quadro dell'attacco frontale del Vaticano alla 194. L'appello
per un Pride laico s'è gonfiato di adesioni di reti e singoli e i promotori
(tra gli altri Arcilesbica, Azione Trans, Lila, centri sociali, Prc,
Sinistra Critica, Cobas, Rdb, Network Giovani della Sinistra) puntano a
bissare il successo del corteo delle 3mila donne che, quest'inverno,
contestarono Giuliano Ferrara. Era appena successo il suicidio di un noto
ginecologo sospettato di aver praticato aborti nel suo studio in una città
in cui i principali ospedali sono in mano alla Curia. Come il Galliera,
oggetto mercoledì di un presidio da parte dei promotori del Pride poiché
nega l'attuazione della 194, la pillola del giorno dopo e dirotta altrove
il centro per la fertilità. Interruzione di un pubblico servizio da 108
milioni l'anno e «l'aborto diventa una questione di classe più che di
coscienza», come dice Francesca Bertino, del laboratorio Buridda. Il corteo
(ore 15 da Piazza Montano) avrà una mascotte di cartapesta, la cagnetta
Laica il primo essere vivente spedito nel Cosmo, e uno striscione "parlerà"
alla concomitante manifestazione antifascista di Verona. Prima e dopo sarà
l'Università l'epicentro del Pride con una tavola rotonda su laicità dei
saperi e autonomia della ricerca, alle 11, un'assemblea al ritorno dal
corteo, più aperitivi, musica, video.


17/05/2008