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Auteur: Carloge
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À: Forumgenova
Sujet: [NuovoLab] L'esperto e gli alberi abbattuti:«Quei lecci erano malati»

Secolo xix

L'esperto e gli alberi abbattuti: «Quei lecci erano malati»
SOPRALLUOGO DI UN PROFESSORE UNIVERSITARIO IN VIA DIAZ


Dopo le proteste sollevate
dal taglio delle piante
"Il Secolo XIX" ha chiesto
il parere di un botanico autorevole e indipendente


14/05/2008
LA GOCCIA di linfa è ancora sul tronco. È il "sangue" dell'albero, la traccia lasciata dal recente abbattimento.
Il giallo dei diciassette lecci segati davanti al palco dove parlerà il Papa, però, non è ancora risolto.
Perché sono stati abbattuti all'improvviso? E perché proprio in concomitanza con la visita di Benedetto XVI?
A chiedere, pretendere, una risposta esauriente sono decine di mail, di lettere, di telefonate che arrivano ai giornali, al Comune. Il caso non è più soltanto genovese, ne parlano in mezza Italia. Messaggi rimbalzano da Milano a Roma.
Gli investigatori delle squadre omicidi insegnano sempre una cosa: se c'è un colpevole deve essere trovato nelle prime ore. Insomma, ormai è troppo tardi per scoprire con sicurezza se c'è stato un "leccicidio". Il luogo del delitto, come dicono gli esperti, è stato già«contaminato». I tronchi e i rami tagliati non ci sono più.
Però... però per provare a capire qualcosa di più, Il Secolo XIX ha chiesto a un esperto dell'Orto Botanico di esaminare gli ormai famosi tronchi (o quel poco che ne resta), i documenti dell'Aster e dell'assessorato all'Ambiente. Un esperto indicato da un'associazione ambientalista, noto per competenza e indipendenza, ma soprattutto senza alcun legame con il Comune. Ecco così che ieri mattina Gaudenzio Paola, professore universitario, ha compiuto i suoi rilevamenti in via Diaz, proprio davanti al liceo D'Oria. Un'ora a esaminare uno per uno i monconi di legno ancora visibili (alcuni sono stati coperti dal palco preparato per il Papa). Ci sono tronchi che presentano tracce nere, che paiono più compromessi, quasi marci. Altri, invece, sembrerebbero - almeno a un profano - sostanzialmente sani.
Il professor Paola osserva, tocca, esamina. Il primo responso: «Gli alberi non erano in ottimo stato, erano piuttosto vecchi. È difficile, però, dire se fosse davvero necessario abbatterli in tempi così brevi», spiega. Poi aggiunge: «Per dare una risposta sicura, però, bisognerebbe esaminare la documentazione del Comune. Prima degli abbattimenti viene preparata una scheda per ogni albero». Bene, l'indagine allora si sposta a Palazzo Tursi. Secondo piano. Ufficio dell'assessore all'Ambiente, Roberta Morgano. Sulla scrivania ci sono le "tessere" con la diagnosi di tutti i diciassette lecci abbattuti. Gaudenzio Paola le osserva, una per una. E intanto premette: «Il leccio è un albero che può essere insidioso. Se ha delle lesioni, a volte dall'esterno non si vede nulla finché non c'è un cedimento strutturale». In pratica: l'albero cade. «Come successe anni fa nel parco di villa Duchessa di Galliera. Una donna morì», ricordano in Comune.
I certificati presentati dall'assessorato risalgono a due periodi diversi: marzo 2007 e febbraio 2008. Nella prima occasione - sicuramente indipendente dalla visita del Papa - vennero "visitati" e poi abbattuti tre lecci. Nella seconda - a tre mesi dall'arrivo del Pontefice - l'operazione ha riguardato, appunto, diciassette alberi.
Le piante sono state sottoposte a una specie di tac, per verificare lo stato di salute interno. Paola osserva e punta il dito su una voce: «Cavità». In nove schede su dieci la principale anomalia va cercata proprio lì, nelle gallerie rilevate all'interno dei tronchi: «Diffuse», «numerose», ancora «diffuse», dice il referto. La visita delle piante, compiuta dagli uomini dell'Aster, trova anche il colpevole delle gallerie scavate nei tronchi dei lecci di via Diaz: «Segnalata presenza di cerambicidi».
Cerambi...cosa? «Cerambicidi. Sono dei coleotteri grossi così», mostra il dito indice Paola. Animali belli, ma tremendi. Si infilano nelle fessure del legno, entrano dentro e scavano gallerie che rischiano di schiantare l'albero. In Lombardia sono ormai considerati un pericolo pubblico, capace di mettere in pericolo interi parchi.
Paola mostra le fotografie dei tronchi tagliati che dopo l'abbattimento sono state allegate al dossier di ogni albero: «Ecco, questi sono i fori prodotti dal cerambicida», indica il professore. E quindi dà il suo responso: «Sì, penso che i lecci andassero abbattuti. Certo, sulla scelta del momento non mi pronuncio. Bisogna, però, pensare una cosa: in città gli alberi vivono meno, anche la metà». Aggiunge Paola: «Questi non erano lecci secolari. Avevano al massimo cento anni. Qui bisogna fare una distinzione: si può voler salvare il singolo esemplare, ma allora i costi di manutenzione aumentano a dismisura quando l'albero invecchia. Se, invece, si vuole avere una migliore qualità del verde urbano spendendo anche meno, forse è meglio fare come a Parigi dove la piante vengono comunque sostituite quando arrivano ai cinquant'anni».
Perché i lecci non sono stati potati? «Lo avevamo già fatto. Quelle piante ormai non potevano guarire», assicura Pierpaolo Grignani, responsabile dell'ufficio Verde del Comune. E spostarle? Impensabile, si sarebbero dovute spendere centinaia di migliaia di euro per alberi comunque vecchi e non sani.
L'assessore Roberta Morgano interviene: «L'abbattimento di quegli alberi era già stato deciso. Certo, è stato anticipato per l'arrivo del Papa. Ma adesso sostituiremo subito gli esemplare malati con altri giovani. Vedrete...».
Caso chiuso? Se fosse un'inchiesta giudiziaria, si direbbe che l'imputato - il Comune - va assolto. Ma non con la formula piena. Sostiene Pino Fornari di Italia Nostra: «Se avessero comunicato prima la decisione di tagliare gli alberi, avremmo potuto controllare. Noi non escludiamo che l'abbattimento fosse necessario, ma contestiamo il modo in cui è stata presa la decisione. Così, vista la concomitanza con la visita del Papa, restano dei sospetti pesanti».
A meno di non chiedere la riesumazione dei tronchi segati...
FERRUCCIO SANSA
sansa@???


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Carlo

Forum Per La Sinistra Europea - Genova

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Coordinamento Genovese contro l'Alta Velocità

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