[l38squat]
Lettera aperta
Ancora una volta, a Verona, nel nostro paese, una vita
è perduta per
lâaggressione da parte di giovani che hanno come
idea guida il
razzismo,
lâintolleranza del diverso. Lâuso della violenza
fisica e verbale
è
segno di una scomparsa della capacità critica che
spinge il violento a
proclamarsi giudice e boia del suo avversario
dichiarato o anche di
qualsiasi categoria egli senta come nemica.
Il razzismo,come caccia al diverso, allo straniero, al
povero, al
deviante,
a chi non accetta di appartenere al gruppo;
la cultura sessista, omofoba, intollerante, escludente
che nasconde la
paura e lâincapacità di misurarsi con altre
culture, di mettersi in
discussione;
la mitizzazione e lâuso della forza, delle armi, dei
coltelli che
vengono
sfoderati e mostrati in ogni occasione;
la diffusione di numerose bande di adolescenti che
incombono sui
quartieri
di periferia portano un unico segno, quello
dellâideologia della
sopraffazione, dellâodio per le minoranze e le
diversità . Sono figli
di
una mistica razzista che si richiama ai principi
fondanti
dellâideologia
fascista e nazista.
Nelle stanze di chi ha ucciso Nicola Tomassoli a
Verona sono stati
trovati
i simboli del fascismo e del nazismo. Sulle braccia di
chi ha ucciso
Renato
Biagetti a Roma erano tatuati i simboli della estrema
destra.
Non vedere le dimensioni di questi fenomeni, anzi
continuare a darne
interpretazioni riduttive significa non capire che non
stiamo parlando
di
âgruppettiâ e meno che mai di nostalgici ma di una
parte di giovani
italiani che guarda al passato non solo come insieme
di simboli ma come
prova che si può passare allâazione contro un mondo
che non funziona
e
non può funzionare proprio perché è democratico e
tollerante.
Eppure questa violenza non si cancella con le
rivisitazioni della
nostra
storia ma piuttosto nel cercare di conoscere e capire
come e perchè
si
senta "escluso" e "potente" chi vive come una gara e
una sfida
costante la
vita della polis, qualunque sia la sua situazione
geografica e
anagrafica.
Le istituzioni, i massmedia, gli uomini di cultura
sono chiamati a
rispondere rispettivamente della loro inerzia e dei
tanti opportunismi
che,
anche in queste ore, permettono di dare dignità di
analisi
socio-politica
a quelle che sono solo pericolose farneticazioni.
Se solo al primo assalto, alla prima aggressione, al
primo saluto
romano,
fossero state applicate tempestivamente le leggi che
in Italia mettono
al
bando il fascismo e il razzismo.
Se solo la parola sicurezza fosse interpretata come
battaglia per una
cultura della tolleranza e del rispetto delle
diversità .
Se solo la parola antifascismo, invece di essere messa
ad equa distanza
dalla parola fascismo, fosse interpretata come
lâazione continua dei
cittadini democratici contro ogni forma di razzismo e
intolleranza.
Se solo continuassimo a considerarlo un valore
fondante, Nicola e
Renato
sarebbero ancora qui con noi.
Eâ necessario interrogarci su cosa è oggi o che
cosa può essere
oggi
l'antifascismo.
Noi ne siamo convinte: lâantifascismo oggi significa
diritti,
uguaglianza, partecipazione, pace.
Comitato Madri per Roma Città Aperta
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