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Aihe: [NuovoLab] Mandela: "I palestinesi lottano per la libertà come noi sudafricani"
"I palestinesi lottano per la libertà come noi sudafricani"

Una lettera di Nelson Mandela a Thomas Friedman sull'apartheid in Israele

Da: Nelson Mandela (primo Presidente del Sud Africa)
A: Thomas L. Friedman (articolista del New York Times)

"Caro Thomas,

So che entrambi desideriamo la pace in Medioriente, ma prima che tu
continui a parlare di condizioni necessarie da una prospettiva
israeliana, devi sapere quello che io penso. Da dove cominciare? Che
ne dici del 1964? Lascia che ti citi le mie parole durante il processo
contro di me. Oggi esse sono vere quanto lo erano allora:

"Ho combattuto contro la dominazione dei bianchi ed ho combattuto
contro la dominazione dei neri. Ho vissuto con l'ideale di una società
libera e democratica in cui tutte le sue componenti vivessero in
armonia e con uguali opportunità . E' un ideale che spero di
realizzare. Ma, se ce ne fosse bisogno, e' un ideale per cui sono
disposto a morire".

Oggi il mondo, quello bianco e quello nero, riconosce che l'apartheid
non ha futuro. In Sud Africa esso e' finito grazie all'azione delle
nostre masse, determinate a costruire pace e sicurezza. Una tale
determinazione non poteva non portare alla stabilizzazione della
democrazia.

Probabilmente tu ritieni sia strano parlare di apartheid in relazione
alla situazione in Palestina o, più specificamente, ai rapporti tra
palestinesi ed israeliani. Questo accade perché tu, erroneamente,
ritieni che il problema palestinese sia iniziato bel 1967. Sembra che
tu sia stupito del fatto che bisogna ancora risolvere i problemi del
1948, la componente più importante dei quali e' il Diritto al Ritorno
dei profughi palestinesi.

Il conflitto israelo-palestinese non e' una questione di occupazione
militare e Israele non e' un paese che si sia stabilito "normalmente"
e che, nel 1967, ha occupato un altro paese. I palestinesi non lottano
per uno "stato", ma per la libertà, l'indipendenza e l'uguaglianza,
proprio come noi sudafricani.

Qualche anno fa, e specialmente durante il governo Laburista, Israele
ha dimostrato di non avere alcuna intenzione di restituire i territori
occupati nel 1967; che gli insediamenti sarebbero rimasti, Gerusalemme
sarebbe stata sotto l'esclusiva sovranità israeliana e che i
palestinesi non avrebbero mai avuto uno stato indipendente, ma
sarebbero stati per sempre sotto il dominio economico israeliano, con
controllo israeliano su confini, terra, aria, acqua e mare.

Israele non pensava ad uno "stato", ma alla "separazione" . Il valore
della separazione e' misurato in termini di abilità, da parte di
Israele, di mantenere ebreo lo stato ebreo, senza avere una minoranza
palestinese che potrebbe divenire maggioranza nel futuro. Se questo
avvenisse, Israele sarebbe costretto a diventare o una democrazia
secolare o uno stato bi-nazionale, o a trasformarsi in uno stato di
apartheid non solo de facto, ma anche de jure.

Thomas, se vedi i sondaggi fatti in Israele negli ultimi trent'anni,
scoprirai chiaramente che un terzo degli israeliani e' preda di un
volgare razzismo e si dichiara apertamente razzista. Questo razzismo
e' della natura di: "Odio gli arabi" e "Vorrei che gli arabi
morissero". Se controlli anche il sistema giudiziario in Israele, vi
troverai molte discriminazioni contro i palestinesi. E se consideri i
territori occupati nel 1967, scoprirai che vi si trovano già due
differenti sistemi giudiziari che rappresentano due differenti
approcci alla vita umana: uno per le vite palestinesi, l'altro per
quelle ebree. Ed inoltre, vi sono due diversi approcci alla proprietà
ed alla terra. La proprietà palestinese non e' riconosciuta come
proprietà privata perché può essere confiscata. Per quanto riguarda
l'occupazione israeliana della West Bank e di Gaza, vi e' un fattore
aggiuntivo. Le cosiddette "aree autonome palestinesi" sono bantustans.
Sono entità ristrette entro la struttura di potere del sistema di
apartheid israeliano.

Lo stato palestinese non può essere il sottoprodotto dello stato
ebraico solo perchè Israele mantenga la sua purezza ebraica. La
discriminazione razziale israeliana e' la vita quotidiana della
maggioranza dei palestinesi. Dal momento che Israele e' uno stato
ebraico, gli ebrei godono di diritti speciali di cui non godono i
non-ebrei. I palestinesi non hanno posto nello stato ebraico.

L'apartheid e' un crimine contro l'umanità. Israele ha privato milioni
di palestinesi della loro proprietà e della loro libertà. Ha
perpetuato un sistema di gravi discriminazione razziale e
disuguaglianza. Ha sistematicamente incarcerato e torturato migliaia
di palestinesi, contro tutte le regole della legge internazionale. In
particolare, esso ha sferrato una guerra contro una popolazione
civile, in particolare bambini.

La risposta data dal Sud Africa agli abusi dei diritti umani
risultante dalla rimozione delle politiche di apartheid, fa luce su
come la societa' israeliana debba modificarsi prima di poter parlare
di una pace giusta e durevole in Medio oriente.

Thomas, non sto abbandonando la diplomazia. Ma non sarò più indulgente
con te come lo sono i tuoi sostenitori. Se vuoi la pace e la
democrazia, ti sosterrò. Se vuoi l'apartheid formale, non ti sosterrò.
Se vuoi supportare la discriminazione razziale e la pulizia etnica,
noi ci opporremo a te.

Quando deciderai cosa fare, chiamami."

Nelson Mandela

da Forum Palestina -
www.forumpalestina.org/news/2008/Maggio08/IsraeleApartheid/IsraeleApartheid_NelsonMandela.htm