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repubblica

Fiera del libro, alta tensione a Torino

Indymedia chiama alla protesta. Napolitano inaugura a porte chiuse



Il rettore difende il convegno anti-Israele: i relatori sono stimati professori

PAOLO GRISERI

TORINO - Il presidente della Fiera di Torino, Rolando Picchioni, prova a stemperare la tensione: «Gli espositori sono in aumento, il numero dei dibattiti e dei relatori è da record. Se qualcuno ha voluto boicottare la Fiera del Libro direi che ha fallito l´obiettivo». Ma Picchioni sa perfettamente che non sono solo le cifre a decretare il successo o l´insuccesso di una edizione. Conta invece il clima che si crea intorno ai padiglioni del Lingotto, la capacità della manifestazione di parlare davvero a tutti. E su questo la scommessa è ancora da vincere.
Il primo problema da risolvere è quello della visita di Giorgio Napolitano. Mai, in 21 edizioni, un Presidente della repubblica aveva tagliato il nastro inaugurale della Fiera. Questa volta però bisogna conciliare l´evento con i motivi di sicurezza. Nelle ultime ore tra Torino e il Quirinale sono in corso continue consultazioni. Con ogni probabilità giovedì mattina Napolitano inaugurerà i padiglioni a porte chiuse, senza pubblico, incontrando le autorità locali e una scolaresca. Il segnale che la tensione sale e che non è consigliabile consentire il bagno di folla del presidente tra i libri e gli stand.
Il secondo problema da affrontare in ordine di tempo sarà quello delle contestazioni di chi protesta per la decisione di scegliere Israele come ospite d´onore di questa edizione: «Abbiamo invitato gli scrittori non uno Stato», affermava ieri il direttore della Fiera, Ernesto Ferrero. Molti dei contestatori hanno già dimostrato di non apprezzare la distinzione. Così da ieri il tam tam di Indymedia dice che per tutti l´appuntamento è sabato 10 maggio a Torino in corso Marconi con l´obiettivo di raggiungere il Lingotto che si trova quattro chilometri più in là. La parola d´ordine è «contestare chi, dal Presidente della Repubblica alle autorità nazionali e locali, non ha mai messo in discussione in questi anni l´alleanza strategica con lo stato di Israele». Ancora ieri il prefetto di Torino, Paolo Padoin, ha ripetuto che «verrà naturalmente consentita l´espressione del dissenso ma non sarà possibile mettere a rischio la sicurezza nei padiglioni della Fiera». Dunque difficilmente il corteo potrà raggiungere il Lingotto. Il prefetto ha anche invitato «tutti a un uso delle parole che aiuti a stemperare la tensione» e ha condannato «quei mezzi di informazione che hanno diffuso la notizia, totalmente falsa, secondo cui io avrei impedito di esporre le bandiere di Israele».
L´ultima polemica in ordine di tempo riguarda la decisione dell´Università di Torino di ospitare, martedì e mercoledì, un convegno di scrittori arabi ed europei che si propongono il boicottaggio del governo di Gerusalemme. Scelta che venerdì ha suscitato l´ira e lo stupore dell´associazione Italia-Israele. Ieri il rettore di Torino, Ezio Pellizzetti, ha risposto che «molti dei relatori sono stimati professori universitari» e che dunque «non c´è motivo di dubitare della loro onestà intellettuale e della loro correttezza scientifica».
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