Re: [NuovoLab] Vincenzo Visco rende pubblici i redditi di mi…

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Autor: Carlo Schenone
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Temat: Re: [NuovoLab] Vincenzo Visco rende pubblici i redditi di milioni dicittadini
Questo che Grillo definisce "governo degli imbelli, presuntuosi e
deficienti" è stato forse l'unico (e l'ultimo) governo che negli ultimi anni
ha provato a dare un senso alla parola legalità. E la legalità deriva per
prima cosa dalla trasparenza, molto più che dalla repressione. Appena è
stata fatta una legge per la trasparenza, subito stata annullata
dall'ipocrisia della cosiddetto diritto della privacy.
Sono convinto che nella convivenza non è col segreto che si difendono i
diritti (sempre che sia un diritto diventare ricchi, anzi ricchissimi) ma
facendo in modo che nessuno abusi delle informazioni.
In Italia abbiamo degli amministratori geniali che, come a Genova, per
evitare gli incidenti alle moto su un tratto di strada, invece di evitare le
cause degli incidenti proibiscono il transito alle moto. Come dire che per
evitare gli incidenti stradali basta proibire la circolazione o per evitare
le morti sul lavoro basta evitare di lavorare. Così per evitare che si abusi
delle informazioni sensibili basta permettere di nascondere le informazioni,
anche se poi le uniche informazioni che rimangono veramente nascoste, più
che quelle dicibile sono soprattutto quelle indicibili, perché di solito le
altre, se si hanno i soldi, basta comprarle.
Così io non posso utilizzare un indirizzario raccolto informalmente per
informare delle iniziative politiche di una associazione o di un gruppo, ma
in compenso il mio indirizzo può essere comprato da una banca a cui sono
costretto a dare l'assenso per poter aprire il conto senza il quale nessuno
può più scambiare un soldo. Io non posso sapere i dati che permettono al
figtlio del notaio di passare avanti a mio figlio nella graduatoria
dell'asilo, ma posso ricevere ogni sabato due o tre telefonate con
l'operatore che mi dice "Lei è il signor Carlo? vorrei proporle una
offerta".
Ma la cosa più "anomala" è che Grillo, il paladino della trasparenza, si
inalberi perché sul web è possibile sapere quanto guadagna. Quando ero
consigliere comunale c'erano leghisti che facevano gli spedizionieri che
denunciavano redditi da fame pur avendo cellulari e macchinoni ma si
scandalizzavano che gli zingari potessero avere il telefonino pur essendo
poveri, cosa che, secondo loro (i leghisti), testimoniava della loro (degli
zingari) vita illegale.

Cordialmente
Carlo Schenone
vico del fieno 5/7
16123 Genova
t:+390102476295
c:+393472294722
schenone@???
www.schenone.net
skype:schenone


liberazione

Vincenzo Visco rende pubblici i redditi di milioni di cittadini. Beppe
Grillo (4 milioni di euro) si infuria
On-line i redditi degli italiani
Ma il garante ordina lo stop

Davide Varì
Dodici ore di piccoli spionaggi, di occhi indiscreti e un po' maligni sul
730 del vicino di casa, del capo ufficio e, perchè no, del macellaio di
fiducia con Suv.
Poi ovviamente, una sbirciatina ai guadagni milionari dei vip nostrani:
Fiorello, Simona Ventura, Bruno Vespa, Roberto Benigni e via dicendo.
L'Agenzia delle entrate ha reso disponibili sul Web i redditi dichiarati da
tutti i cittadini italiani nel 2006. Con un solo click si è potuto entrare
sul 730 di milioni di italiani e verificarne il guadagno lordo dichiarato.
Un colpo di coda del viceministro delle finanze Vincenzo Visco,
immediatamente stoppato dal Garante per la privacy: «Per tale forma di
diffusione - hanno fatto sapere - sussistono allo stato evidenti e rilevanti
problemi di conformità con il quadro normativo in materia».
Dunque, la caccia al milionario è finita in men che non si dica e, almeno
per ora, gli internauti dovranno accontentarsi delle informazioni raccolte
nella mezza giornata di ieri. In effetti la notizia ha fatto il giro del web
e il sito delle agenzie delle entrate era diventato impenetrabile: troppi
contatti, troppi accessi.
Ma i redditi dei volti noti erano già stati registrati e diffusi dal grande
megafono della rete.
Tra i più arrabbiati per l'iniziativa di Visco, Beppe Grillo.
«Follia, questa è follia» ha immediatamente scritto il comico moralizzatore
genovese sul proprio blog.
«Dopo l'indulto che ha liberato le carceri questo ex governo di imbelli,
presuntuosi e deficienti fornisce ai criminali le informazioni sul reddito e
l'indirizzo di casa dei contribuenti.
Pagare le tasse così è troppo pericoloso - scrive - meglio una condanna per
evasione fiscale che una coltellata o un rapimento».
Insomma, una reazione furiosa contestata però dagli stessi "grillini",
soprattutto dopo aver scoperto che il proprio "eroe" aveva dichiarato la
bellezza di 4milioni e passa di euro. E così tra quanti hanno commentato il
post «La colonna infame» c'è per esempio chi si domanda come mai «prima
Grillo dice che bisogna mettere tutto sulla rete e ora invoca il nemico
Tremonti perchè ciò non accada». O chi più semplice afferma «Questo post
puzza» e si chiede «Cosa c'e dietro?».
E ancora: «Voi che rimanete a bocca aperta davanti al reddito di Grillo ma
non lo sapevate?
Pensavate fosse senza un soldo?».
Molti quelli che chiedono che il post venga tolto dalla pagina, pochi quelli
che difendono il comico genovese: «Beppe ha completamente ragione, le
dichiarazioni debbono rimanere segrete, fatevi i cavoli vostri».
Stefano Rodotà, l'uomo che per primo ha portato la questione privacy nel
nostro Paese, taglia corto e si schiera decisamente con Visco: «Pur senza
conoscere i dettagli, che in queste materie sono molto importanti, la mia
prima valutazione è favorevole». «In generale - aggiunge - sono sempre stato
favorevole alla trasparenza dei dati sui redditi». «E' un fatto di
trasparenza, di democrazia, non vedo problemi: c'è in tutto il mondo, basta
vedere qualsiasi telefilm americano», ha fatto sapere lo stesso Visco. «Era
già pronto per gennaio - spiega -, ma per evitare le polemiche in campagna
elettorale ho chiesto di pubblicarle più tardi».
Dello stesso parere anche il leader radicale Marco Pannella: «E' necessario
far prevalere il diritto di sapere piuttosto che quello di essere ignorati».
Furiosa invece l'Aduc, l'associazione di consumatori parla di «palese
violazione della legge sulla privacy» e di pericolo per l'aumento della
criminalità e della violenza, «dato che sono stati pubblicati dati sensibili
sui redditi, ghiotta fonte di informazione per i criminali».
Ma alcuni redditi, si diceva, sono ormai pubblicati su migliaia di siti
on-line.
Si arriva così a scoprire che nel 2005 l'industriale Luciano Benetton
dichiarava un reddito imponibile di 1.635.722 euro, mentre Beppe Grillo
4.272.591 e 3.580.995 Roberto Benigni. Tra i volti celebri anche Sabrina
Ferilli e Luciana Littizzetto: l'attrice romana nel 2005 dichiarava un
reddito di 423.829 euro, mentre la comica torinese 1.824.084.


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