著者: Marco Zerbino 日付: To: lista cm-roma. 題目: Re: [cm-Roma] hai voluto Alemanno?.. e mo' pedala!
Rega', io in questa discussione ci sento un bel po' di livore
generalizzato e di frustrazione montante, che comincia a schizzare di
qua e di la'. E. forse sbaglio, ma la cosa un po' mi preoccupa, perche'
credo che questa situazione sia determinata ANCHE dal tremendo del
ballottaggio.
Da una lato, capisco bene che chi, in una situazione come quella in cui
ci troviamo oggi - in cui comincia a montare una certa inquetudine di
fronte ai saluti romani sotto al campidoglio (considerati per lo piu',
dalla gente e dai media, semplice folclore di ragazzotti galvanizzati
dalla vittoria della propria "squadra") e ad un sindaco che dichiara che
si vuole mettere a lavorare "da subito" e "senza pieta'" (sic!) - dicevo
che capisco bene che chi si fa il culo facendo politica tutti i giorni
della settimana nelle lotte sociali, in uno spazio autogestito o in
altro modo, possa farsi girare le palle di fronte all'involontaria
ingenuita' di chi pubblica foto con piani americani del massaiolo di
turno. Cosi' come, d'altro, lato, comprendo il fastidio della
componente, diciamo cosi', meno politicizzata (o forse "diversamente"
politicizzata) della cm, di fronte a certe esortazioni alla cautela
militante e carbonara che suonano un po' come un "ehi tu, pivello
ingenuo...". Esortazioni che, personalmente, ritengo comunque motivate,
visto che qui il clima rischia di peggiorare, e non e' affatto detto
che, in un futuro prossimo, gli spazi di democrazia e di agibilita'
politica cui eravamo abituati rimangano intatti. Anzi. E penso sia anche
appropriato il riferimento a Genova, che ha mostrato come le fughe in
avanti autoritarie siano un rischio quanto mai concreto, quando si crea
un certo clima che combina paura nella societa' e senso di impunita' fra
chi indossa il doppiopetto o la divisa. In quelle circostanze, anche una
foto puo' fare la sua parte...
Il lato preoccupante della vittoria di Alemanno, dei caroselli e dei
saluti romani di ieri sera forse non lo vedremo da subito, con
improvvise prove di forza nei nostri confronti (dico nei NOSTRI,
oltretutto semplificando, perche' quanto ai veri senza voce e senza
diritti, cioe' i migranti, beh, non vorrei essere nei loro panni...).
Tanto per dire, vedo difficile, nell'immediato, lo sgombero di spazi
occupati da una decina di anni. Le prove di forza vere e proprie
verranno pero' sicuramente, col tempo, se la destra al governo della
citta' avra' successo nel perpetuare IL CLIMA e la puzza di merda
diffusa che li ha fatti vincere in questi giorni. Se cioe' riusciranno a
far sentire la cittadinanza sempre piu' impaurita, atomizzata,
individualista, pronta a ripiegare in facili soluzioni identitarie (NOI
contro LORO), se riusciranno a SDOGANARE definitivamente i sommovimenti
de panza piu' beceri, i comportamenti apertamente , intolleranti,
prevaricatori, razzisti, sessisti, fascisti, allora si', non ci sara' da
stare allegri. E, lo sappiamo, sono gia' ad una buona meta' dell'opera...
Proprio per questo, mi sento di dire una cosa: quello che bisogna fare,
in questa fase, e' cercare il massimo di unita' e di alleanze possibili
attorno a quegli obiettivi minimi di civilta' e di democrazia che non
sono solo nostri, ma anche di tanta altra gente, in questa citta', che
non la pensa come noi (del resto, anche fra di noi, le differenze di
pensiero, di etica, di approccio e di stile di vita, come si vede, sono
tante...). Proprio per questo, guardiamoci dal cominciare a discutere
inutilmente fra di noi, perdendoci in dettagli, senza vedere tutto
quelllo che ci crolla intorno. L'unica risposta efficace al degrado che
verra', sara' quella piu' ampia possibile e di massa...Bisogna, oggi
piu' che mai, agire in un'ottica frontista. Se attorno alla difesa del
nostro diritto ad andare in giro in bici (tutti insieme una volta al
mese, da soli ogni giorno) riusciremo ad aggregare e tenere unito cio'
che e' stato unito fino ad adesso, riusciremo a far sentire coinvolto
anche chi di cm magari ne ha fatta una sola e un po' per caso, sara'
gia' importante. Se attorno alla difesa di un centro sociale, o di
qualunzque altro spazio pubblico autogestito riusciremo ad aggregare il
quartiere e le persone che lo vivono tutti giorni, a creare una rete di
solidarieta' anche con chi magari c'e' andato solo ogni tanto a vedere
un concerto e non fa politica tutti i giorni della settimana, sara' piu'
facile non essere spazzati via.
Forse qualcuno pensera' che questo e' un pippone inutile e non
richiesto, ma, sinceramente, mi sento di dire queste cose perche' sento
concreto il rischio di un'involuzione (che del resto e' gia' in atto):
il processo di americanizzazione della nostra vita politica ha fatto un
passo avanti enorme nelle ultime settimane. Americanizzazione per me
significa il definitivo svuotamento della democrazia, la sua defnitiva
riduzione a scelta fra Coca Cola e Pepsi, senza possibilita' di
incidenza alcuna sui processi reali da parte di chi contesta il sistema
economico dominante (figuriamoci da parte di chi si sente
anticapitalista). Quello che rimane, nella societa' nordamericana, sono
movimenti iperminoritari, folcloristici e rabbiosi, costantemente a
rischio repressione. Anche negli USA fanno le cm, ma le fanno sempre con
le guardie alle calcagna, e andare alla cm puo' con molta facilita'
voler dire farsi un paio di notti al gabbio. Ecco, diciamo che, qui da
noi, fino ad ora non e' stato cosi'. Dopo la cm, preferirei continuare
ad andare a cena alla Snia a vedere che s'e' inventato stavolta Giuso.
m