dopo il brillante risultato romano, sponsorizzato nientedimeno che dall'ex
compagno Mario Capanna, a questo punto non credo più che il problema sia il
populismo di berlusconi.
Se non ci fosse lui sarebbe esattamente la stessa cosa.
Credo che la radice del problema sia profondamente culturale, di un senso
comune che va dritto a destra, senza che i partiti di sinistra riescano a
fare
il minimo argine. In via dei Giustiniani, nel pieno del centro storico dove
vivo, dopo i risultati delle elezioni politiche si sentivano i clacson
strombazzare.
La cultura di destra si respira a piene mani anche nei partiti di
sinistra.
Cultura di destra che vuol dire verticismo, individualismo nelle scelte
politiche, oppurtunismo delle categorie dirigenti dei vari partiti.
Trovo di destra Ferrando che si chiude orgoglioso in un partito dello 0,5 %.
Trovo ancor più di destra le modalità di formazione delle liste dei cadidati
alle elezioni della sinistra arcobaleno, l'epurazione dalle liste dei
candidati di tutte le minoranze del partito; è un po' di destra anche
ghettizzarsi in una minoranza strutturata.
E' di destra commissariare per oltre un anno la federazione genovese di
Rifondazione Comunista, con un commissario che non si fa scrupolo di dire
apertamente che è lì per garantire la conformità della politica locale alle
scelte politiche nazionali.
Se la sinistra continua a fare politica di destra, a propugnare manganelli al
peperoncino e sgombrare baraccopoli di disperati, ad accanirsi sui lavavetri,
alle prossime amministrative ci troveremo con sindaci fascisti anche a Firenze,
Bologna, Perugia, Genova. E' inevitabile.
Per quello che mi riguarda, credo che forse l'unica strategia possibile che
vedo con chiarezza davanti a me, è quella di cercare di fare politica nei
luoghi dove questa è morta, ovvero proprio nei maledetti partiti.
Cerco di partecipare alle riunioni, agli attivi, di dire la mia, di
denunciare
le dirigenze, di riportare la politica in mano a chi non è contaminato dalle
logiche della contingenza e dalla ricerca del consenso, che più lo cerchi più
si sposta, più fugge.
La politica di destra la fanno molto meglio le destre, preferisco quasi che
siano loro a farla, piuttosto che i vari dominici, cofferati e bertinotti.
Non sento nessuna empatia per questi personaggi, e tutto sommato questo
rende
meno amara la sconfitta. Non gioisco certo, perchè non godo a tirarmi dei
pugni nei coglioni.
Certo che in pochi anni il governo prodi, di cui la triste campagna
elettorale
di Veltroni e Bertinotti costituisce il degno epilogo, ha distrutto
completamente un patrimonio che ancora sopravviveva.
Non so chi abbia la parte maggiore di responsabilità, ma la ritengo equamente
divisa.
La battaglia è profondamente culturale, contro i valori che ci vengono
veicolati dal pensiero unico, dalla televisione, dai miti piccolo borghesi.
La sicurezza per esempio è un falso problema, che dilaga per una paura
indotta dalle sapienti strategie di comunicazione. Le statistiche dicono che i
reati minori sono diminuiti, ma di questo non ne parla nessuno.
E quali danni fanno gli scippi alla società, rispetto alle rapine del sistema
bancario? all'evasione fiscale? alla corruzione?
Quanto è più grave il problema della sicurezza sul lavoro, rispetto ai
problemi che possono provocare i rumeni? e mentre sul tema lavoro le ricette
ci
sarebbero, ma non trovano spazio al di là dei bollettini dei morti, sulle
questioni dell'immigrazione,che è sicurmente ed inevitabilmente è fonte di
problemi, le ricette non esistono, il martellamento è continuo, e le
strumentalizzazioni la fanno da padrone.
Un rumeno che piscia in un angolo può fare vincere o perdere alle elezioni,
siamo a questi punti.
Iscriviamoci a Rifondazione, iscriviamoci al PD, alla sinistra critica, dove
cavolo volete, e conduciamo lì le nostre
battaglie.
il sonno della ragione genera mostri, diceva qualcuno decenni or sono.
Il risultato è stato devastante.
Oggi la sinistra, almeno ai suoi vertici, dorme profondamente, ha smarrito
qualunque contatto con i propri valori di riferimento.
Credo sia nostro dovere e compito cercare di dargli la sveglia!
Non scappiamo dai partiti, ma occupiamoli, altrimenti sono cazzi.
finchè non saremo in grado di formarne uno nuovo, ma stiamo attenti a non
portarci dentro la stessa cultura che vorremmo combattere.
ciao
dario