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per la globalizzazione die diritti
Mercoledì 23 aprile dalle 18 alle 19, sui gradini del palazzo ducale di Genova, 308° ora in silenzio per la pace.
Incollo di seguito il volantino che sarà distribuito
a.. Dal sito di Peacereporter (
www.peacereporter.net ) il giornalista Enrico Piovesana denuncia il trattamento che subiscono tuttora i 630 detenuti di Bagram, Afghanistan, nord di Kabul; un carcere delle forze armate USA dove nel 2002 vennero sperimentate le tecniche d'interrogatorio successivamente esportate ad Abu Ghraib e nella stessa Guantanamo.
b.. Sono notizie che fanno inorridire; ma indignano ancora di più se pensiamo che all'Italia è stata affidata la ricostruzione del sistema giudiziario afghano e che per questo scopo sono stati spesi finora 1.230.825 euro( fonte: ministero degli interni).
c.. Ricordiamo poi che i nostri "allievi" afghani mantengono in vigore la pena di morte; fatto sconcertante se si pensa alla ripercussione internazionale che ha avuto l'impegno italiano per la moratoria delle esecuzioni capitali.
Torture e violenze sistematiche
Nei mesi scorsi, la Croce Rossa Internazionale (Icrc), unica organizzazione ad avere un limitato acceso a Bagram, ha denunciato che nella "nuova Guantanamo" i detenuti vengono trattati peggio che nella vecchia, sottoposti a "trattamenti crudeli contrari alle Convenzioni di Ginevra".
Gia' nel 2004, quando Bagram era ancora un piccola prigione, Human Rights Watch aveva denunciato le torture e le violenze, spesso letali, a cui i prigionieri vengono sottoposti in questo centro di detenzione: privazione del sonno, del cibo e della luce, isolamento completo dei detenuti, tenuti per giorni incappucciati, appesi per i polsi e violentemente picchiati a intervalli regolari. Emblematica la storia di Habibullah e Dilawar, 28 e 22 anni: il primo mori' il 4 dicembre 2002, appeso al soffitto della sua cella, per un'embolia polmonare dovuta ai grumi di sangue provocati dalle percosse ricevute; il secondo mori' sei giorni dopo in seguito a un infarto, anch'esso attribuito alle percosse.
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Bagram, dove tutto e' iniziato
A ideare questi sistemi "sperimentali" di interrogatorio nel 2002 fu il capitano Carolyn Wood, una soldatessa di 34 anni, comandante del plotone d'interrogatorio di Bagram, che nel gennaio 2003 venne premiata con una medaglia al valore per il suo "servizio eccezionalmente meritevole". Nel luglio del 2003, la "signora delle torture" e la sua squadra vennero trasferiti dall'Afghanistan all'Iraq con la missione di insegnare il "modello Bagram" ai carcerieri della prigione militare di Abu Ghraib, dove la Wood fece affiggere un cartellone d'istruzioni che prescriveva in maniera dettagliata il ricorso alle tecniche sperimentate a Bagram, compresa la sospensione al soffitto e l'utilizzo dei cani. L'estate scorsa l'esercito Usa ha lasciato il carcere di Abu Ghraib in mano agli iracheni. Buona notizia, almeno per le coscienze degli statunitensi.
Ora il cerchio si chiude e tutto torna dove era iniziato, a Bagram, destinato a diventare il piu' grande lager statunitense del mondo.
(Enrico Piovesana)