[Forumlucca] Settimana Ezechiele

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Autor: franciluc78
Data:  
A: forumlucca
Assumpte: [Forumlucca] Settimana Ezechiele

Martedì 22 aprile ore 21.30

Prime visioni

PERSEPOLIS

di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud

Francia 2007 – 95'

Festival di Cannes 2007

Premio speciale della Giuria

Tratto dall'autobiografia a fumetti in due volumi di Marjane Satrapi, ma realizzato a quattro mani con Vincent Paronnaud, Persepolis comunica il sentimento, raro, di una riuscita totale. E finisce per essere molte cose insieme: un'educazione sentimentale, un viaggio nella memoria collettiva, il trionfo di un'immaginazione così docile e sbrigliata che alla fine la vita della piccola Marjane diventa un pochino nostra. [...] Insomma si costruisce una identità complessa che il film riflette con l'immediatezza di uno stile dai tratti netti che usa tutti i mezzi del bianco e nero, sfondi, ombre, silhouettes, contrasto di materie e superfici, per dare vita a una girandola di emozioni diversissime con una leggerezza e una capacità di fondere, anche visivamente, le due culture da cui proviene, davvero invidiabili. (Fabio Ferzetti, "Il Messaggero")



Mercoledì 23 aprile ore 21.30

Prime visioni

LO SCAFANDRO E LA FARFALLA

di Julian Schnabel, Francia 2007 – 112'

con Mathieu Amalric, Emmanuelle Seigner

Premio miglior regia Festival di Cannes

Nel 1995 Jean-Dominique Bauby, 43 anni, caporedattore di "Elle" Francia, durante un viaggio in auto avverte un malore ed è ricoverato d'urgenza nell'ospedale sul mare bretone di Berck. Il corpo completamente paralizzato, riesce a esprimersi solo muovendo la palpebra dell'occhio sinistro. Grazie a una logopedista e a una copista, detta un diario dalla sua degenza (edito in Italia da Ponte alle Grazie). Resterà in quello stato due anni e tre mesi, circondato dall'affetto dei figli e di una ex moglie bellissima (Emmanuelle Seigner). Tenacemente aggrappato a ricordi, immagini, percezioni che una forte curiosità e una vita densa di occasioni gli hanno regalato. Una farfalla dentro uno scafandro invincibile, ma che in forza di tali precedenti e di un'ironia d'acciaio, non si piega a chi lo definisce "un vegetale". Il pittore Schnabel aveva già dato prova di vitalismo nei primi due film (Basquiat; Prima che sia notte), dopo i quali le sue quotazioni come artista hanno preso il volo. Sotto il profilo della messa in scena, la progressione positiva da un film all'altro qui è merito – a parte che di una storia straordinaria ed eclatante a priori – di Janusz Kaminski, che fotografa un mondo, per lo più monoculare, con un romanticismo surreale irresistibile, a tratti scopertamente seduttivo e citazionista. Il dilemma del film è tutto qui: da un lato, c'è la sconvolgente, raccapricciante e perciò "meravigliosa" esperienza sensoriale in soggettiva; dall'altro, la claustrofobica, irriverente sperimentazione di una menomazione ferale. Qualcuno ha notato che tutti e tre i film di Schnabel sono biografie di uomini che si trovano a vario titolo sotto scacco. Lui ama riflettersi in personaggi esuberanti e paradossali, e lasciare il dubbio che dietro la poesia stiano provocazione e ricatto. (Raffaella Giancristofaro, FilmTV)


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