Il movimento pro amnistia non vede margine per difesa giuridica
 
2008ko apirilaren 19a
 
Il movimento pro amnistia non vede "margine per la difesa giuridica"  
Alla vigilia dell'inizio del giudizio contro il movimento pro amnistia, 
gli  accusati ed i loro avvocati notarono ieri che il lunedì non 
troveranno "né un  tribunale imparziale né obiettivo", poiché l'Udienza 
Nazionale spagnola è  "puramente politica." Per quello, si mostrarono 
convinti che saranno  "condannati." Julen Larrinaga spiegò che non 
andranno alla Casa de Campos per  difendersi, bensì per "evidenziare la 
violenza dello Stato spagnolo."
 
Oihana ti Piange |
 
Tre giorni prima dell'avvio del giudizio contro il movimento pro 
amnistia,  inquisiti e avvocati della difesa comparvero davanti ai media 
per allertare che saranno giudicati da un tribunale "puramente politico 
e progettato  per punire una determinata opzione politica." 
L'avvocato Amaia Izko sostenne persino che l'Udienza Nazionale spagnola  
applicherà contro i 27 accusati il "diritto penale del nemico", per cui  
si mostrò convinta che non ci si può aspettare "altro che una condanna." 
Cosciente di ciò, Julen Larrinaga, accusato nel caso, ratificò davanti 
all'opinione pubblica che non andranno al tribunale speciale in difesa 
delle loro  persone, neanche in difesa dell'organismo che rappresentano, 
ma  lo faranno con l'obiettivo di "evidenziare la violenza dello Stato"  
spagnolo. 
Il processo giudiziario che avrà principio il lunedì davanti alla 
Sezione Quarta dell'Udienza Nazionale spagnola non potrebbe portarsi a 
termine davanti ad un tribunale  ordinario. Così constatò Izko che 
sostenne che un processo di queste  caratteristiche ubbidisce ad un 
tribunale "eccezionale e speciale" come è l'Udienza Nazionale. 
L'avvocato navarrese confermò che questa istituzione è  "puramente 
politica" e, in questo senso, precisò che è "progettata per  punire una 
determinata opzione politica."
 
Molti esempi
 
Oltre alla mancanza di garanzie che è stata denunciata in infinità di  
cause, gli avvocati che formeranno la difesa dei 27 accusati hanno  
tenuto a richiamare l'attenzione sull'origine e l'obiettivo della 
propria Udienza  Nazionale. Izko notò che cerca una "punizione politica" 
e chiarì che la  ricerca di quel fine comporterà che il giudizio si 
porti a termine "senza nessuno  spazio per l'imparzialità da parte del 
tribunale, né margine per la  difesa delle persone accusate." 
Questa osservazione sul carattere dell'Udienza Nazionale spagnola o sul 
nullo margine che si lascia alla difesa, come precisò Izko, è basata 
sull'esperienza e sul bilancio delle attuazioni del tribunale speciale.  
Come esempio, inoltre, citò diversi episodi come le sentenze  dettate 
intorno al "caso Jarrai-Haika-Segi" o il maxiprocesso 18/98.  Enumerò 
anche quelle attuazioni su quelle che denominano "supposte  minacce 
terroriste" o la considerazione di attività sociali e politiche  
qualificandole come delitti di "collaborazione" con ETA. 
Izko rimarcò anche le attuazioni che promuove l'Udienza Nazionale  
contro il Collettivo di PrigionieriPolitici Baschi, denunciando la non  
scarcerazione dei prigionieri gravemente malati o l'allungamento delle 
condanne. "Sono attuazioni assolutamente politiche che vanno molto più 
in  là dell'aspetto giuridico per trasformarsi in una chiara punizione 
contro un'opzione  politica", condannò arrabbiata l'avvocato. 
Per tutto ciò, non mostrò speranza alcuna rispetto al divenire 
delludienza e  assicurò che il lunedì non troverà "né un tribunale 
minimamente imparziale né  obiettivo", per cui assicurò di aspettarsi 
"una chiara punizione politica." Il tribunale speciale applicherà contro 
i giudicati, a suo intendere, "il diritto  penale di autore o del 
nemico" che, come censurò, "viene applicandosi senza  sotterfugi negli 
ultimi anni." Come venne a precisare, si tratta di un criterio  che si 
applica al dissidente politico che non rispetta le norme." 
Per Izko, inoltre, la mancanza di imparzialità e l'assenza di margine 
per la  difesa si aggraverà nel giudizio contro il movimento pro 
amnistia, poiché  intende che il tribunale metterà nel banco degli 
accusati "quanti  per anni stanno denunciando la sua attuazione e 
mettendo in discussione la sua stessa  esistenza. E li giudica 
precisamente per questo lavoro di denuncia",  annotò.  
È per ciò che l'avvocato affermò che i 27 accusati, "molto più in là di 
essere accusati, sono nemici davanti al tribunale."
 
"Condizione di indifesi"
 
Julen Larrinaga cei prese la parola tanto in nome di tutti gli imputati 
come del proprio movimento pro amnistia, fece anche appoggio sul fatto 
che non c'è margine per la difesa giuridica" e dettagliò che è qualcosa 
che continua a darsi da tre deenni, situando questo tribunale speciale 
come "un ingranaggio in più dentro un sistema repressivo globale."
Il biscaglino volle mettere in luce non tanto la "condizione di 
indifesi" che subirà a partire dal lunedì egli ed i suoi 26 compagni, 
bensì la "condizione giuridica permanente di indifesi" che soffrono 
migliaia di baschi vittiome della rappresaglia. In quello maniera, volle 
tirare in ballo la situazione che soffrono i carcerati che vedono 
allungata la loro condanna; quella di quelle persone che trovano solo 
intoppi al momento di inoltrare una denuncia per torture; quella delle 
persone indagate quando è applicato loro il regime di incomunicabilità; 
o quella di centinaia di familiari di vittime della repressione che non 
sanno dove ricorrere.
A giudizio di questo accusato, quella è "la realtà esistente" in questo 
paese e si domandò che cosa si deve fare per garantire diritti che 
stanno essendo violati dal potere politico ed il potere giudiziario. E 
che, secondo quanto denunciò, si tenta di "invisibilizzare la violenza 
di Stato", cosa che "non permetteremo. Per quel motivo andiamo a Madrid, 
ad evidenziarlo."
 
GARA
 
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