la stampa : La festa è finita: riempiamo le celle (Castelli)

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著者: brunoa01
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CC: veritagiustiziagenova
題目: la stampa : La festa è finita: riempiamo le celle (Castelli)
"La festa è finita: riempiamo le celle"
L'ex ministro leghista della Giustizia Roberto Castelli
    
L'ex ministro leghista:
«In Italia pochi in galera»
PAOLO COLONNELLO
«Glielo dico io, questo è il Paese del Bengodi! Qui ognuno può fare quello che vuole. Ma la festa è finita, glielo assicuro». L’ex ministro leghista della Giustizia è furioso. Quattro violenze sessuali in due giorni e tutte ad opera di stranieri o clandestini. Se non fosse una tragedia, per la Lega, in fondo, sarebbe una rivincita.

È così onorevole Roberto Castelli?
«Il fatto che gli stupri siano stati commessi sempre da clandestini si commenta da sè, la Lega come al solito è stata amaramente profetica. A questo punto auspichiamo che non solo il ministero degli Interni ma anche la Giustizia siano affidati a persone di polso. Non gente che sappia solo usare il buonismo. Comodo il buonismo, non da fastidio a nessuno. Qui invece bisogna dare un segnale subito alla gente».

Per esempio?
«Ma lo sa che il nostro Paese ha il numero di detenuti più basso d’Europa in proporzione al numero di abitanti?».

Quindi bisognerebbe riempire le carceri?
«Chi delinque va messo in galera, non ci sono mediazioni».

Più galera per tutti?
«Guardi che negli Usa dove la legge si applica sul serio, hanno due milioni di detenuti, uno ogni 150 pesone...».

Solo che la maggior parte è di colore...
«Se i neri delinquono... comunque con quella politica una città come Washington ha dimezzato il numero di omicidi in pochi anni».

Anche il Viminale dice che proprio le violenze sessuali negli ultimi due anni sono diminuite del 12,6%.
«Bisogna vedere che dati sono, andrebbero scorporati per scoprire quali sono reati leggeri, quali sono stupri. E comunque mi sembra che il messaggio uscito dalle urne sia chiarissimo: la gente vuole più sicurezza e bisogna dargliela».

E voi gliela darete?
«Certo, lo ha detto anche Berlusconi in campagna elettorale: tolleranza zero con i clandestini».

Insomma, con il nuovo governo dobbiamo aspettarci un aumento dei detenuti?
«Ma non c’è il minimo dubbio. Se no avremmo fallito il nostro programma in partenza».

Giro di vite sui clandestini?
«Non c’è niente da stare allegri: qui c’è un’orda di barbari che scorazza da troppo tempo impunemente sul territorio nazionale senza averne il diritto e che la sinistra non ha combattuto in nome del buonismo e dell’ideologia».

Quale ideologia, che il comunismo è scomparso?
«Quella figlia del ‘68 che dice: se un individuo delinque non è colpa sua ma della società. E chi è la società? Noi, i cittadini onesti. Così alla fine la colpa è dei cittadini onesti e non di questi qui. E i clandestini, persone teoricamente bisognose, possono far tutto quello che gli passa per la testa. Invece noi diciamo: esiste il libero arbitrio e se uno delinque è perché l’ha scelto. Allora prima va preso e messo in galera e se è clandestino va espulso».

E per i reati sessuali, anche lei è per la castrazione chimica come il suo collega Calderoli?
«Calderoli è un medico. Io invece non so quali siano gli effetti della castrazione chimica, se temporanei o permanenti. Non vorrei che poi se la potessero cavare con una pastiglietta... Si può prevedere che se uno accetta di sottoporsi a un programma terapeutico poi possa avere magari degli sconti. Guardi che noi non siamo forcaioli. Una certa legislazione premiale è necessaria, bisogna lasciare qualche speranza ai detenuti, non si può buttare via la chiave e basta. Ma deve essere chiaro che la prigione non è solo rieducazione ma anche protezione della società».

Morale?
«I cittadini vogliono vivere in pace. Lo ha capito anche la sinistra che è stata cancellata dalla faccia della terra in Italia... Quindi bisogna applicare le leggi che già esistono e che spesso non vengono applicate per colpa dei magistrati in preda all’ideologia di sinistra. Per questo il nuovo governo li dovrà incalzare anche sul piano culturale: la giustizia si applica in nome del popolo e il popolo vuole più sicurezza».

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