Si caro Ruggero, il nemico non è montezemolo ma neanche le conduttrici delle cretinate Rai che servono un padrone che le mette lì. Il nemico sono, sicuramente, le multinazionali che hanno a capo lo stato più pericoloso, gli stati uniti, che hanno deciso le elezioni in Italia e anche chi doveva vincerle.
Le categorie di cui parli e che io faccio riferimento, lo si voglia o no, esistono perchè esistono i poveri e i ricchi, con gli interessi contrastanti.
Ora, penso che se non facciamo una seria analisi della situazione reale, rischiamo di non arrivare a capo di niente, leggiamo cosa hanno scritto alcuni compagni in rete e che è il seguito di quello che ho messo prima:
Che cosa vuol dire rinascita del movimento comunista? Vuol dire, ricostruire quel tessuto di organizzazioni di massa anticapitaliste che rendevano forti i lavoratori e le altre classi delle masse popolari. Che contrapponevano la rete di solidarietà dei lavoratori alla forza economica, politica e culturale dei padroni e del clero. Che costituivano il veicolo e lo strumento per la crescita culturale delle masse popolari, per la loro emancipazione ideologica dalle classi dominanti, per la loro liberazione dall'oscurantismo clericale, per la formazione di una coscienza politica più avanzata. Quel tessuto di organizzazioni di massa che costituiva il terreno in cui si diffondevano l'influenza e la direzione dell'avanguardia della classe operaia, del partito comunista e da cui esso attingeva la sua forza, le sue risorse, le sue reclute. Insomma quel tessuto di organizzazioni che costituiva il sistema nervoso del nuovo potere dei lavoratori nato dalla Resistenza antifascista e che per anni ha innervato il complesso delle masse popolari e in qualche misura si contrapponeva al potere dei capitalisti, del clero e delle altre classi dominanti. (.) Un nuovo potere che si contrapponga al potere delle attuali classi dominanti, (.) un potere che in qualche misura nel nostro paese per due volte si è già formato fino a un certo livello di forza. La prima volta all'inizio del secolo scorso (Biennio Rosso 1919-1920): ma i suoi dirigenti non avevano una coscienza adeguata delle condizioni e delle forme del suo sviluppo, non riuscì quindi a passare dalla prima alla seconda fase della guerra popolare rivoluzionaria quando esso stesso ne aveva creato le condizioni e la borghesia, il clero e le altre classi reazionarie lo stroncarono tramite il fascismo. La seconda volta a metà del secolo scorso alla conclusione vittoriosa della lotta contro il fascismo (1945): questa volta fu corroso e corrotto dall'interno dai revisionisti moderni fino a dissolversi. Rinascita del movimento comunista vuol dire ricostruire quel potere, ovviamente però
1. con il proposito che questa volta, a differenza di quello che avvenne nelle due volte precedenti, questo nuovo potere sia pienamente animato dalla volontà di soppiantare completamente il potere della borghesia imperialista e di imporsi come unico potere in tutto il paese,
2. che sia fin da oggi guidato da una concezione del mondo e da una linea adeguata a questo obiettivo.
Rinascita del movimento comunista vuole quindi dire una cosa chiara e semplice, pratica e del tutto possibile: ricostruire qualcosa che abbiamo già costruito due volte e della cui necessità ognuno può facilmente convincersi, ricostruirlo armati degli insegnamenti delle due sconfitte che abbiamo subito: un esercito che impara dalle sue sconfitte è destinato a vincere".
E' la rinascita del movimento comunista quello che occorre per "trasformare gli operai e il resto delle masse popolari da folla di individui dispersi, ognuno più o meno strettamente dipendente e influenzato dai capitalisti, dal clero e dagli altri notabili di regime, in operai organizzati e in masse popolari organizzate".
Compagni, i comunisti non sono quelli che parlano e stanno a fianco degli "ultimi", i comunisti sono quelli che si pongono "alla testa dei combattenti di oggi, dei membri dei mille comitati di resistenza popolare in lotta contro i misfatti del regime (dalla base USA Dal Molin ai rifiuti che inquinano e uccidono in Campania), dei sindacalisti onesti che costituiscono la sinistra sindacale nella FIOM, negli altri sindacati della CGIL, negli altri sindacati di regime e nei sindacati alternativi, di tutti quelli che lottano per porre fine al marasma sociale e ambientale in cui la borghesia, la sua Repubblica Pontificia e le sue Autorità ci hanno infognato e ogni giorno un po' più ci sprofondano e alla guerra di aggressione in cui ci hanno coinvolto e sempre più cercano di coinvolgerci, dal Libano all'Afghanistan, al Kosovo, alla Palestina".
Compagni, il compito dei comunisti non è contrattare con i padroni le elemosine per i "ceti deboli", ma far diventare "l'aspirazione e il bisogno di un nuovo mondo socialista, nutriti e alimentati nelle masse popolari dallo stato presente delle cose, un obiettivo politico supportato da una mobilitazione di masse popolari organizzate tanto vasta da essere capace di spazzare via l'attuale ordinamento sociale marcio e assassino, con le sue istituzioni, con le idee e i sentimenti ad esso connessi".
E' questa la lezione di prospettiva che bisogna tirare non solo dall'esito delle elezioni del 13 e 14 aprile, ma da tutta la storia del movimento comunista e popolare del nostro paese. E' questa la strada da prendere, non per risollevare le sorti elettorali della Sinistra l'Arcobaleno o del PRC, ma per aprire la strada alla riscossa delle masse popolari e, con essa, anche alla difesa e all'ampliamento delle loro conquiste e dei loro diritti! E' su questa strada che i comunisti possono e devono unirsi! E' a questa strada che i comunisti devono dedicare le loro energie in ogni campo, compreso quello della lotta politica borghese!
Chissà se queste posizioni non siano più corrette, c'è uno sbando generale bisogna cogliere ogni possibilità.
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From: Ruggero Aghilar
To: la mailing-list del Lecce social forum
Sent: Sunday, April 20, 2008 12:47 PM
Subject: Re: [Lecce-sf] Fw: R: ASSEMBLEA POSTELETTORALE
vorrei inserirmi in questa discussione perchè il momento è grave e siamo giunti ad un punto di non ritorno nel quale si deve comprendere dove va il mondo e quali prospettive sono reali per chi vorrebbe correggerne una rotta che pare disastrosa.
E' vero che la sinistra ha perso per l'aggressività mediatica sul voto utile esercitata da Veltroni e Berlusconi con la complicità di una classe giornalistica asservita e compiacente (direi che il 60% della responsabilità è questa).
E' vero che ha perso anche per la condotta politica del governo Prodi (direi 20% e fra questi mi metto anche io che ho preferito non votare).
Sono vere (in misura meno rilevante) anche le altre concause negate da Rosario.
Peraltro è anche vero che, come sostiene Rosario, la sinistra non ha nessuna linea di uscita dalla crisi alternativa al programma comune della destra vecchia e nuova.
Ma quest'ultima verità ha meno a che vedere con la sconfitta elettorale e più con il che fare ora.
Però, secondo me, non si prende la giusta direzione se si continua a considerare il popolo diviso in lavoratori e approfittatori usando le categorie obsolete dell'operaio, del lavoratore dipendente, del capitalista. La società è cambiata e forse è più opportuna la distinzione tra "menti libere" e "telespettatori"; il nemico non è Montezemolo bensì le conduttrici di "amici" o di "grande fratello".
Ruggero Aghilar
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From: Rosario Gallipoli
To: forumlecce
Sent: Sunday, April 20, 2008 11:31 AM
Subject: [Lecce-sf] Fw: R: ASSEMBLEA POSTELETTORALE
Alessandro Presicce scrive:
ASSEMBLEA POSTELETTORALE
Se lo fa Rosario lo faccio anch'io :-)
Lunedì 21 alla Città del Tempo (via Puccini 22, Lecce) alle ore 20.00 attivo cittadino di coloro che, dentro e fuori i partiti, hanno avuto attenzione il percorso di Sinistra Arcobaleno.
Ognuno è benvenuto (anche chi non votando ha voluto dare un voto contro il progetto).
Alessandro
"Il Marxismo non è mai morto,
Alcune riflessioni sù "la sconfitta elettorale:
La disfatta elettorale della sinistra borghese sgombera il campo e segna una svolta. La Sinistra l'Arcobaleno non ha perso per colpa di Veltroni e del suo ricatto sul voto utile (Sansonetti), né perché ha pagato "per tutti gli scontenti del governo Prodi" (Vendola), né per i ritardi e le resistenze con cui è stata costruita la Sinistra l'Arcobaleno (Bertinotti). Il problema non è neanche, come pensano alcuni compagni del PRC, che non bisognava sciogliersi in una formazione amorfa come la Sinistra l'Arcobaleno. E neanche, come sostengono PCL e PDAC, perché il PRC è entrato nel governo Prodi anziché restare all'opposizione: compagni, questa non è la causa ma solo l'effetto, l'entrata nel governo Prodi ha solo fatto precipitare una crisi che era in corso da tempo! Ed è solo vergognoso che alcuni dirigenti della Sinistra l'Arcobaleno scarichino la colpa del loro tracollo alle masse popolari "pecorone" e "ignoranti" che si sono astenute o che hanno votato per Berlusconi e per la Lega: per quale motivo le masse popolari avrebbero dovuto ancora dargli fiducia e voti dopo che le hanno guidate a cedere pezzo per pezzo quello che avevano conquistato a prezzo di dure lotte e dopo che in due anni di governo Prodi hanno dato una prova provata dell'impotenza e della velleità della loro linea di "condizionare i padroni e i loro governi"?
La disfatta della Sinistra l'Arcobaleno è il tracollo di una sinistra che non ha nessuna linea di uscita dalla crisi alternativa al programma comune della destra vecchia e nuova, non propone alcuna alternativa di società, non concepisce un ordinamento sociale diverso da quello capitalista. E' il tracollo di una sinistra che è contro i mali del capitalismo, ma non contro il capitalismo che li produce. E' il tracollo di una sinistra che si dichiara comunista, che pretendeva addirittura di "rifondare" il comunismo, ma non fa che parlare male del comunismo e denigrare la gloriosa esperienza dei primi paesi socialisti. E' il tracollo di una sinistra che cerca di tenere assieme quello che è incompatibile: gli interessi dei padroni con quelli degli operai, gli interessi delle masse con quelli del Vaticano. E' il tracollo di una sinistra che si riduce al lamento o alla supplica ai padroni di essere meno voraci. E' il tracollo di una sinistra che ha come unico programma quello di cercare di diluire l'eliminazione delle conquiste (il "il meno peggio"). E' il tracollo di una sinistra che "non organizza i lavoratori, ma parla dei lavoratori" e sotto la cui direzione anche gli scioperi e le altre iniziative di lotta si riducono a un rito. E' il tracollo del riformismo parolaio e del nuovo revisionismo.
Se questa è la malattia, la cura non è tornare a parlare ai lavoratori: i lavoratori non hanno bisogno di parole, ma di organizzazione e di mobilitazione.
Non è rimettersi a fare un'opposizione nelle piazze e nei posti di lavoro: la lotta nelle piazze e nei posti di lavoro è fondamentale, ma può tornare a vincere su grande scala se alimenta ed è alimentata dalla prospettiva di strappare il potere dalle mani di un pugno di parassiti e padroni che governa il nostro paese, le nostre regioni e le nostre città (e che costituisce il 10% della popolazione), dalla prospettiva che i lavoratori e le masse popolari (che costituiscono il 90% della popolazione) prendano nelle loro mani la direzione della società e riorganizzino tutte le attività in conformità alle loro esigenze.
Non è tornare al progetto originario della rifondazione comunista, al PRC prima del 2005 o del 1996: il progetto originario della rifondazione comunista è quello che passo passo ha portato al tracollo attuale, è stato la prosecuzione sulla strada della liquidazione del glorioso PCI iniziata da Togliatti.
Non è "tornare al PCI di Berlinguer", come dicono Diliberto e Rizzo: il partito comunista che bisogna ricostruire è quello di Gramsci e della Resistenza.
E neanche l'unità dei comunisti, perché se ci si unisce su una concezione e una linea sbagliate l'unità si trasforma in nuova divisione e nuove sconfitte: lo abbiamo visto tante e tante volte.
E' vero, come ci hanno detto tanti compagni di base del PRC, che bisogna rimboccarsi le maniche, ma per far rinascere il movimento comunista!
La cura è la rinascita del movimento comunista cosciente e organizzato. Non è vero che adesso non ci sono più i comunisti in Parlamento: i comunisti non stavano in Parlamento già da un bel po' di tempo, da quando i revisionisti alla Togliatti e Berlinguer hanno preso la direzione del glorioso PCI della vittoria della Resistenza e lo hanno trasformato nella sinistra dello schieramento politico borghese, hanno trasformato il partito che guidava e organizzava gli operai e le masse popolari a "fare come in Russia", cioè a prendere in mano la direzione del nostro paese, nel partito del "compromesso storico" con gli Andreotti, i Cossiga e i Moro! La forza delle masse popolari, la riscossa dei lavoratori, la difesa delle loro conquiste e la tutela dei loro diritti non dipende dai voti al PRC, al PdCI e affini, basta vedere cosa è successo in due anni di governo Prodi quando di voti ne avevano 4 milioni (e decine di parlamentari), né dai voti della Sinistra l'Arcobaleno! Le loro conquiste e diritti i lavoratori e le masse popolari li hanno strappati con dure lotte quando il movimento comunista era forte in Italia e nel mondo e ci sono riusciti perché i padroni, il Vaticano e i loro governi avevano paura di perdere tutto. Quando i revisionisti hanno preso la direzione del movimento comunista i lavoratori hanno iniziato a perdere quello che avevano conquistato: i padroni e i loro governi hanno pian piano ripreso il sopravvento, non avevano più bisogno di cedere qualcosa ai lavoratori perché il movimento comunista non era più una minaccia ed era più difficile cedere qualcosa perché nel mondo capitalista era iniziata una nuova crisi generale. A quel punto per i lavoratori le cose hanno iniziato ad andare male, nei paesi imperialisti come nei paesi socialisti, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti e che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle.
La forza delle masse popolari, la loro riscossa, la difesa delle loro conquiste e la tutela dei loro diritti dipende dalla rinascita del movimento comunista.