[NuovoLab] elezioni, miopia arcobalenata, e vincitori...

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Vicenza Libera: ora arriva il bello

Più di tremila voti di lista e una percentuale vicina al 5 per cento;
Vicenza Libera – No Dal Molin è la quarta lista cittadina ed entra in
Consiglio Comunale.

Più di tremila voti di lista e una percentuale vicina al 5 per cento;
Vicenza Libera – No Dal Molin, la lista nata dall'esperienza del
movimento No Dal Molin, è la quarta lista cittadina ed entra in
Consiglio Comunale; all'opposizione, s'intende: perché
l'apparentamento era già stato escluso in tempi non sospetti, quando,
all'inizio di marzo, la lista si era presentata alla città.

Sono state tre settimane intense quelle che hanno preceduto il voto;
ma il bello – e il difficile – deve ancora arrivare; perché Vicenza
Libera – No Dal Molin è una lista fuori dal comune, come recitavano i
manifesti, nata dopo settimane di discussione in Presidio Permanente
con l'obiettivo di mettere un granello di sabbia negli ingranaggi dei
processi di delega e costruire nuovi strumenti di partecipazione e
condivisione.

Portare la piazza in Sala Bernarda, portare il Consiglio comunale in
Piazza: è questa la sfida che Vicenza Libera – No Dal Molin si è
posta; il primo passo è stato fatto: far entrare in consiglio comunale
le donne e gli uomini che vogliono vivere attivamente la propria
città, difendendo la terra, i beni comuni, la partecipazione. Non una
persona o un rappresentante, ma una collettività, perché chi ha posto
la croce sul simbolo di Vicenza Libera ha scelto di non delegare a
nessuno il futuro della città berica, ma di condividere un percorso di
sperimentazione e confronto.

Un percorso, non un programma: perché se l'obiettivo è costruire nuovi
strumenti di partecipazione non possono esserci soluzioni
preconfezionate. Ora, dicevamo, arriva il bello: perché, passate le
elezioni, si apre il tempo di costruire quel puzzle che, insieme,
abbiamo abbozzato durante la campagna elettorale. E sarà, questo, un
lavoro lungo e incerto, perché la democrazia non è data mai una volta
per tutte, ma si costruisce e cresce nella quotidianità. Ecco perché
ci piace il termine sperimentare; perché non abbiamo soluzioni
predeterminate da imporre, ma vogliamo provare, giorno dopo giorno, a
costruire collettivamente forme decisionali decentrate e orizzontali;
e lo vogliamo fare con tutti coloro che vogliono vivere attivamente la
propria città.

Un po' troppo poco per chi si è presentato alle elezioni? Noi lo
avevamo detto di essere una lista fuori dal comune. Non ci interessa
scimmiottare chi, in questi anni, ha prodotto danni attraverso
l'imposizione e l'incapacità di ascoltare la voce dei cittadini: non
vogliamo partecipare al gioco, vogliamo cambiare le regole del gioco.
Ora abbiamo uno strumento in più per superare la crisi della
rappresentanza ed opporci alla militarizzazione della città.

http://www.nodalmolin.it/notizie/notizie_130.html

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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"L'intelligenza militare è una contraddizione in termini"
(Groucho Marx)
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"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perche' saranno giustiziati"
(Piergiorgio Bellocchio)
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