[Forumlucca] Analisi della sconfitta

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Auteur: Massimiliano Piagentini
Date:  
À: forumlucca
Sujet: [Forumlucca] Analisi della sconfitta
Di seguito trovate un articolo di Giorgio Cremaschi sulle ragioni
della disfatta della sinistra.
C'è un "piccolo" dettaglio: è stato scritto nel novembre dell'anno scorso...
Leggendololo, vi renderete conto di quanto sia profetico, anche se
credo che non fosse necessario essere dei sensistivi per rendersi
conto di quanto stava accadendo e pronosticare una sicura e pesante
sconfitta.
Eppure, c'era chi vedeva un'altra realtà, e non a caso Cremaschi e i
tanti altri che cercavano di mettere in guardia dal rischio che si
stava correndo e chiedevano un deciso cambio di rotta, venivano
tacciati dai dirigenti (nazionali e locali) e da chi gli stava intorno
in adorazione, di disfattismo e zittito (quando non si arrivava, come
è accaduto, all'espulsione).
I risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Spero che almeno adesso, i governisti ad oltranza (a tutti i livelli,
nazionale e locale), i sostenitori del "miglior governo degli ultimi
20 anni", gli integralisti del "male minore", abbiano almeno il pudore
di non proporsi come ricostruttori di quello che hanno distrutto (ma
ne dubito profondamente).

Da "Liberazione" 8/11/2007

Sconsolata lettera al giornale di uno dei segretari della Fiom

Cara Liberazione, questa Italia di oggi
è più berlusconiana di Berlusconi...

Giorgio Cremaschi
Caro Sansonetti, fai bene a chiederti quali sono i limiti della
partecipazione al governo delle sinistre e di Rifondazione Comunista.
E' una domanda sacrosanta alla quale si possono dare diverse e
concrete risposte. Quelle del sottoscritto, magari, sono molto più
estreme di quelle di altri. Tuttavia ho l'impressione che la tua
domanda sui limiti non avrà risposta. E mi dispiace: io credo che non
dare risposta a questa domanda sia un suicidio.
La recente campagna del Partito Democratico e del governo contro i
migranti, è l'esempio di una catena di sant'Antonio della riduzione
del danno che porta, alla fine, alla catastrofe. Giuliano Amato
dichiara che non possiamo lasciare alla destra la possibilità di
scatenare un fascismo di massa. Quindi un piccolo fascismo, un po'
contenuto e un po' più perbene, gestito dal governo di centrosinistra,
riduce il danno. A sua volta la sinistra radicale dichiara che non
possiamo lasciare che Giuliano Amato e il Partito Democratico si
accordino con la destra, pertanto bisogna ridurre la riduzione del
danno. E così si va avanti, in un teatrino della politica nel quale si
dà per scontato che le misure prese dal governo verranno prima
contrastate e poi accettate dalla sinistra radicale che, dopo,
mostrerà la sua incisività dichiarando di aver cambiato profondamente
le decisioni iniziali.
L'incapacità di scegliere, di decidere, di assumersi le proprie
responsabilità sul merito delle questioni, la politica dei
penultimatum e delle minacce che si sa già che poi rientreranno,
questo ha distrutto tra tante persone la credibilità e la fiducia
verso la politica.
Oggi si dice che non si può andare contro la marea popolare che dice
basta con i migranti. Ma quando il ministro del Tesoro, con una
politica di rigore liberista, smantella pezzo per pezzo il blocco
sociale del centrosinistra, dalla scuola pubblica alle pensioni, dalla
precarietà, alle privatizzazioni, ai contratti, allora quella politica
antipopolare può essere accettata. Il populismo di destra va
assecondato, a quello di sinistra non si può dare ascolto.
Lo dimostra anche quello che è avvenuto dopo la manifestazione del 20
ottobre. Che tu, assieme a Il Manifesto e a Carta, avete avuto il
merito di convocare. Manifestazione che poi è finita immediatamente
nel tritacarne delle interviste, dei convegni, delle chiacchiere
politiciste. Chi doveva rappresentarla nelle istituzioni se ne è già
dimenticato.
Quanto avviene alla sinistra e a Rifondazione è molto simile a ciò che
accade alla Cgil.
Se guardiamo il programma dell'Unione e lo misuriamo con la concreta
politica del governo è ovvia la domanda: ma che ci state a fare, lì?
Se misuriamo la piattaforma congressuale e le lotte passate della Cgil
con l'ultimo accordo del 23 luglio, è naturale la domanda: ma che
c'entra quell'intesa con gli obiettivi del più grande sindacato
italiano?
Nella Cgil la paura di restare da soli a praticare il conflitto
sociale, anzi la crescente sfiducia nei confronti del conflitto
sociale in quanto tale, hanno prodotto una subalternità di fondo
all'impostazione moderata e concertativa della Cisl.
In Rifondazione Comunista la paura di ripetere il '98 è diventata il
cardine di ogni scelta politica e si sa che la paura è sempre cattiva
consigliera. Il danno peggiore inferto alle forze popolari della
sinistra da questo governo e questa maggioranza è la diffusione della
paura. La paura di essere responsabili del ritorno di Berlusconi, e
poi la paura della paura. Quando i gruppi dirigenti emanano paura è
difficile pensare che siano il popolo, i cittadini, la classe operaia
ad aver coraggio da soli. Eppure a volte questo succede ugualmente,
perché nonostante tutto ci sono lotte, movimenti, manifestazioni che
esprimono uno spirito di resistenza e non rassegnazione che guarda al
futuro. Tuttavia fino a quando questi movimenti si scontreranno con il
voto di fiducia permanente che il governo chiede su se stesso, prima o
poi si troveranno di fronte all'attacco alla loro indipendenza e
autonomia.
Caro Direttore, tu ed io abbiamo subìto l'onere di diversi attacchi,
in particolare da L'Unità e La Repubblica, essendo considerati agenti
di Berlusconi nel campo della sinistra. E' stupefacente come chi non è
mai stato parte o ha tutto rifiutato della storia comunista, ricorra
oggi al principio stalinista per cui chi dissente nelle tue file
favorisce l'avversario. Così come a destra ci sono gli atei che
diventano fondamentalisti religiosi per ragioni di potere, così a
sinistra ci sono gli anticomunisti che praticano lo stalinismo. E'
questo l'ultimo cascame del fallimento del centrosinistra.
Perché questa è la sintesi di tutto: una strategia che voleva dare
rappresentanza politica e istituzionale a una alleanza di forze tesa a
costruire un'alternativa alla destra berlusconiana e alla sua cultura,
è oggi fallita proprio nel suo obiettivo di fondo. Oggi nella politica
e nella società le ragioni della destra sono più forti di quando al
governo c'era Berlusconi. E più berlusconiana l'Italia di oggi di
quella governata dal Cavaliere. A questo punto non è neanche detto che
il futuro sia il ritorno di Berlusconi al governo. La sua funzione
infatti può essere esaurita per obiettivo raggiunto. Ci sono persino
discrete probabilità che un governo costruito attorno al Partito
Democratico porti avanti questa svolta.
Questa è l'evoluzione a destra della politica italiana, rispetto alla
quale non c'è alcun reale e visibile contrasto da parte della sinistra
radicale. Dire che tutto questo non ha responsabilità, è frutto del
destino cinico e baro o addirittura colpa del popolo che non lotta a
sufficienza, è una scusa mediocre e meschina.
Caro Direttore, mi fermo qui perché capisco che ora potrei eccedere.
Nulla in politica sta scritto nelle tavole del destino, dunque la
catastrofe del centrosinistra poteva essere evitata, se ci fossero
stati più coraggio, più capacità di ascolto, più disponibilità verso
il dissenso, soprattutto più verità e rigore. Ora andiamo alla crisi
di una politica sostanzialmente al buio. Non è chiaro cosa succederà.
E' sicuro però che si ricomincerà a vedere la luce solo quando la
sinistra farà la sinistra, sia contro la destra, sia contro il centro,
senza assumersi l'obbligo di stare al governo sempre e comunque. Fino
ad allora avremo l'antipolitica prodotta dai gruppi dirigenti della
politica.