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diritti umani o ingerenza camuffata?
Il politologo Bricmont: Tibet e Kosovo, diritti umani o ingerenza camuffata?
Emanuela Irace
Kosovo.
Afghanistan. Iraq. «Giustificare la guerra in nome dei diritti umani è
la nuova ideologia imperialista». Lo dice il fisico belga Jean
Bricmont, scienziato della politica e professore all'Università di
Lovanio, autore del saggio pluritradotto Imperialismo umanitario,
che abbiamo incontrato a Roma. E non fa sconti. Né all'Ue, né
all'Italia, né agli Usa. Secondo Bricmont, allievo di Chomsky e
Russell, «la sinistra sta diventando complice delle più grandi
secessioni occidentaliste». Sotto l'unico controllo di chi esporta
democrazia made in Usa. Lei parla di Paternalismo neo-coloniale. Si giustifica la guerra in nome dei diritti umani?È
cambiata l'ideologia ma il colonialismo è radicato nella mentalità
corrente. La guerra è impresentabile all'opinione pubblica. Alle
lobbies. Da trent'anni la comunicazione è più sofisticata. Si fa scudo
delle battaglie umanitarie. I movimenti femministi. Quelli per la
liberazione dei popoli oppressi. Stabilendo così un diritto di
ingerenza, che è solo il diritto del più forte. La fine del diritto.Il modello è l'autonomia. Il diritto all'autodeterminazione dei popoli.No.
Il modello è smembrare. De-costruire i nuovi imperi attraverso la
secessione: Cina, Russia, ma anche Serbia. Non si tratta di autonomia
per il Tibet, Cecenia e Kosovo. La lotta di indipendenza Nazionale deve
passare da una fase militare a una propriamente economica. Senza la
quale l'indipendenza politica, statuale, è un contenitore vuoto.
L'indipendenza di un paese non si misura solo con il gran o e la
tecnologia da cui dipende. L'ideologia di diritti umani che possano
scavalcare ogni confine di sovranità, è un' ingerenza camuffata. Così la politica estera della sinistra diventa simile a quella della destra. Esistono due versioni dell'imperialismo.
La destra è per la lotta al terrorismo, per la difesa dei propri
interessi sul campo. La sinistra per la violazione dei diritti
dell'uomo e del diritto internazionale. Ma così facendo la sinistra è
diventata più imperialista della destra classica, ha sostenuto la
Guerra in Afghanistan e la secessione del Kosovo. Nelle guerre recenti
ha fatto poca opposizione e praticamente nessuna alla minaccia di Bush
contro l'Iran. Con la fine del comunismo, l'ideologia dei diritti umani
e della democrazia da esportare, ha rimpiazzato il marxismo, il
socialismo e la lotta di classe. Lei per quale versione propende.Io
sono per il negoziato. Non per aggredire uno stato. La guerra in Iraq è
stata una catastrofe umanitaria peggio della Palestina e del Darfur.
Cina e Russia hanno screditato la politica degli Stati Uniti. L'Europa
no. La Commissione europea, Solana, tutto il mondo sa che il Kosovo è
in mano a mafiosi, ma nessuno ha il potere per dirlo. È una catastrofe.
Che all'Europa non interessa denunciare. Ma così il diritto
internazionale è completamente stravolto.Una catastrofe senza soluzioniFinchè
si ragiona imponendo la verità non si vuole discutere. Si entra nel
campodell'opposizione tra bene e male. Occidente e Islam. Scontro di
civiltà. Buoni e cattivi. Ma chi lo decide e perché? Non ci guadagna
nessuno. I rapporti di forza sono a vantaggio dell'Occidente. Per mezzi
e tecnologia. Se i difensori dei diritti umani fossero coerenti,
dovrebbero condannare Usa e Israele. L'Italia ha un ruolo importante in
funzione euro mediterranea. Insieme alla Spagna. Potrebbe giocare una
funzione di pace e mediazione con il mondo arabo e nel conflitto
isrelo-palestinese. Ma gli Stati Uniti osteggiano questa politica. Io
sono per stabilire delle relazioni, non per diabolizzare. Ci vuole
modestia. Non assolutismo. La Polis greca era democratica con i propri
cittadini, ma faceva uso e commercio di schiavi.