Elezioni stupefacenti
Droga riformata
Nella confusione che precede il voto, tra schede mal disegnate e
cordate imprenditoriali a sorpresa, non è facile individuare i punti
qualificanti dei programmi dei partiti candidati alla guida del paese.
Tra gli illustri scomparsi nei poco voluminosi pamphlet elettorali c'è
la politica sugli stupefacenti: spesso bisogna spulciare nei blog dei
singoli candidati, denuncia il mensile Fuoriluogo, per trovarne
traccia. I partiti più vicini all'attuale governo, quello Democratico
e l'Italia dei Valori, semplicemente hanno espunto dai propri
programmi l'argomento: dopo aver fatto della revisione dell'attuale
legge sulle droghe una promessa nella scorse elezioni, oggi Walter
Veltroni non comunica ai suoi elettori cosa intende fare di milioni di
consumatori di stupefacenti, più o meno occasionali, che oggi in
Italia rischiano il carcere. A voler trarre comunque qualche
informazione, il partito di Antonio Di Pietro propone la non
eleggibilità per chi è stato condannato dalla magistratura: senza
toccare la legge attuale, per essere forzatamente fuori dalla "cosa
pubblica" basterà qualche spinello.
A destra la difesa della legge attuale, firmata dagli ex ministri
Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi, è scontata: "Attuazione della
legge - si legge nel programma del Partito delle Libertà - e
potenziamento dei presidi pubblici e privati di prevenzione e recupero
dalle tossicodipendenze". Il potenziamento delle strutture private e
il pagamento statale della "retta" per i tossicodipendenti condannati
che scelgono di assolvere la pena in comunità invece che in carcere,
occupa parte della sezione "salute" del programma, insieme alla
proposta di revisione della legge Basaglia, quella che chiuse i
manicomi. Quanto al carcere per i consumatori di droga, il programma
del Pdl promette la costruzione di numerosi nuovi penitenziari.
"Ergastolo per i grandi spacciatori", fa eco il programma de La
Destra: il partito di Francesco Storace però non fornisce strumenti
per distinguere il grande dal piccolo spacciatore e non si sofferma
troppo sulle attività di recupero di tossicodipendenti ed emarginati.
Nel programma della Lega Nord, a parte il potenziamento delle carceri
e il rimpatrio immediato dei detenuti stranieri per far posto ai
locali, non ci sono riferimenti alla questione stupefacenti: solo un
non meglio specificato "test antidroga per tutti" tra le proposte del
Carroccio.
Più a sinistra l'antiproibizionismo è come sempre un cavallo di
battaglia: "Ci battiamo per la legalizzazione delle droghe leggere e
per la legalizzazione delle altre", scrive Sinistra Critica, mentre il
programma della Sinistra Arcobaleno indica la necessità di riformare
urgentemente la legge Fini-Giovanardi "superando in una prospettiva
non proibizionista la normativa vigente". Candidandosi a leader
dell'opposizione a sinistra, Bertinotti ha rilasciato all'Ansa una
lunga intervista sul tema, ricca di proposte innvative: un modello, se
non olandese, almeno spagnolo, con la depenalizzazione netta del
consumo e della coltivazione della cannabis per uso personale, e il
via alla sperimentazione delle "stanze del consumo" per l'assunzione
controllata d'eroina. Rivoluzione promessa da chi sa che sarà
all'opposizione? Forse, se a dirlo è il presidente dell'attuale Camera
dei Deputati che non ha neanche sfiorato la Fini-Giovanardi.
di Valerio Di Paola
07/04/2008
http://www.rivistaonline.com/Rivista/ArticoliPrimoPiano.aspx?id=4811
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