[Forumlucca] a proposito di un dibattito in corso

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Auteur: Aldo Zanchetta
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À: FORUM LUCCA, forumvalleserchio
Sujet: [Forumlucca] a proposito di un dibattito in corso
Cari Marcantonio, Ilaria, Matteo e quant' altri si sono appassionatamente scambiati domande, risposte, preoccupazioni e speranze partendo dalla questione dei diritti alla pensione dei deputati dopo due anni e un giorno o più o meno che alcuni hanno accusato altri di aver avallata. Così non è stato, ci è stato autorevolmente detto. Ma nel contesto reale la cosa sarebbe stata verosimile e possibile. E questo è il sintomo del male da cui siamo afflitti. Per cui la cosa non avrebbe accresciuto il mio già alto livello di scandalo.



Qualcuno ha scritto giustamente che se in alcuni (molti, fra cui il sottoscritto) incazzatura c' è, essa viene da molto prima nel tempo, e su fatti ben più sostanziali.



Visto che ci troviamo in un sistema di privilegi ben costruiti e presidiati che i politici si sono costruiti nel tempo e ormai ampiamente dimostrati, a cui ci hanno anestetizzato, stare a discutere se i polli rubati sono stati cento o centouno proprio non mi sembra il nocciolo del problema. Esisteva o no per le forze che oggi compongono l' <arcobaleno>, singolarmente o tutte assieme, l' indignazione morale per quanto si veniva facendo nel tempo e la possibiltà per denunciarlo dissociandosi ? E la volontà politica per opporvisi, magari senza successo istituzionale ma con enorme valore simbolico ?



Posso confessarvi (l' ho già fatto in altre sedi) che provo rigetto a andare a votare con un sistema che ha già preordinato tutto togliendomi alla fine anche la possibilità di scelta anche dei nomi, pur se in una rosa ristretta e in certo modo pure preconfezionata?



Siamo soddisfatti dei criteri con cui sono state costruite le attuali liste, scelti i nomi, inseriti alcuni, rigettati altri? Io no, non è premonitore di alcuna volontà di cambiamento reale.



So bene che molti diranno, come già mi hanno detto, che le cose sono state così improvvise che non c' è stato tempo di fare diversamente. Perché, la necessità di una sinistra nuova e unita pur in un pluralismo sempre auspicabile, non è forse una esigenza che viene da lontano, ben prima della caduta del governo Prodi? E non era chiaro per tutti già da molti mesi che questo governo non sarebbe arrivato alla fine della legislatura? Emergenza o incapacità politica di porsi i problemi nel tempo e nel modo più costruttivo? E il mio rigetto si accresce scorrendo le liste dei nomi, appunto. Liste che comprendono nomi che frequentano le assemblee TAV e DAL MOLIN ma che poi, con perfetto trasformismo, si sono allineati in parlamento al voto sui militari all' estero, in Afganistan come nelle altre più di 20 nazioni dove in varia forma e consistenza sono presenti. Nomi paracadutati dai vertici in collegi elettorali assai diversi da quelli di origine, secondo una prassi atta a rafforzare i criteri di sicurezza del successo elettorale e quindi di privilegio, sottraendoli al giudizio diretto dei propri conterranei, del luogo ove svolgono correntemente la propria attività politica. E nessuno di costoro ha avuto il pudore di non accettare, perché ognuno di loro sente il proprio successo personale come indispensabile alla causa comune.



E, consentitemi, se il <salvatore> della <sinistra> di turno, Veltroni, non avesse deciso di correre con altri (e non da solo come si va dicendo) e avesse riproposto una coalizione ai soliti <alleati>, questi avrebbero sentito la necessità di accettare l' alleanza aggruppandosi in una unica lista per dare vita a un nuovo processo unitario e rifondatore ?



Anch' io penso che avere partecipato al governo Prodi, nel modo come vi abbiamo partecipato, ci abbia massacrato, come ha scritto qualcuno. Ma abbiamo avuto la capacità di una autocritica, per tirarne fuori delle indicazioni utili al cammino futuro o abbiamo invece fatto di tutto perché questo dibattito, che sarebbe stato imbarazzante per molti, non si aprisse neppure?



Neppure questo è il vero problema, bensì una conseguenza di assai più gravi motivi di preoccupazione : un vecchio modo strumentale di fare politica, fatto di piccole rivalità, piccoli interessi, piccole omissioni, tutti piccoli ma così abituali e ripetuti da costruire un sistema, che ben difficilmente il modo con cui si è arrivati all' <arcobaleno> cancellerà, anzi probabilmente rafforzerà, dopo aver espulso i perdenti e messo in pole position i vincenti di turno.



A monte di tutto c'è, a mio parere, l' incapacità di comprendere il passaggio storico che stiamo vivendo a livello planetario, richiudendosi in vecchie formule e vecchie soluzioni. Ne è un segnale, questo si grave, il (sotto)livello del dibattito <politico> generale, la carenza di prospettive di più ampio respiro, di collegamento alle forze più vive che pure esistono a livello mondiale come nazionale, di volontà di capire la realtà, di analizzare gli avvenimenti con pazienza e modestia invece di ricorrere a formule semplificatrici e di formule ad effetto ma effimere.



Una ventata di pessimismo distruttore o di qualunquismo la mia ? Se fosse così sarebbe più comodo tacere e evitare di farsi nemici fra i vecchi amici, ritirandosi nel proprio angolino, invece di cercare di gridare che la melma è alla bocca e che fra un po' non potremo più neppure respirare perché sarà al naso. Quanti amici seri e impegnati abbiamo perso per strada senza fermarsi a cercar di capire ciò che ci stavano dicendo.



Certo, che questa ultima parvenza storica di sinistra non scompaia può essere importante. Ma potrebbe anche essere un ostacolo alla rigenerazione ex-novo. E purchè la sua sopravvivenza non continui a essere espressione di una inarrestabile vocazione al suicidio collettivo continuato e progressivo cui da tempo stiamo assistendo (direi partecipando, non mi tiro fuori dalle mie responsabilità). E constato (elezioni ne ho viste molte, più della maggioranza di coloro che mi leggeranno) come ogni volta il nostro discorso si faccia più minimalista e più angoscioso.



Forse ormai è tempo di cambiare strada, a partire dal nostro modo individuale di rapportarsi con la politica organizzata, e la capacità e volontà di dare vita ad altri percorsi. Sarei tentato di dire <nuovi percorsi> ma anche qui ho un rigetto derivantemi dall' abuso che ho sperimentato di questa parola gattopardesca oppure presuntuosa. Direi piuttosto percorsi <altri>, che forse devono recuperare anche il meglio del <vecchio> che talora abbiamo gettato alle ortiche troppo affrettatamente. Non siamo i primi intelligenti <homo sapiens> venuti alla luce. Perché anche qui occorre un po' di modestia e accettare che non saremo noi i solo cui il destino ha riservato il privilegio di salvare il mondo.



Aldo



PS E' ovvio che non faccio di ogni erba un fascio e che so bene come ancora vi siano compagni o amici, pochi in verità, che sono seriamente impegnati e soprattutto lo sono con coerenza fra comportamenti personali e obbiettivi proclamati, ma non credo che bastino a assolvere questa classe politica dominante anche l' Arcobaleno. A loro conservo il mio affetto e la mia amicizia, ma non credo che il loro impegno sia sufficiente a giustificare e assolvere questa <macchina>.