Re: [Hackmeeting] Modi "etici" di portare a casa il pane

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Aihe: Re: [Hackmeeting] Modi "etici" di portare a casa il pane
2008/4/2, Joe Oblivian <0blivian@???>:
> On gio, 2008-03-27 at 12:06 +0100, Elettrico wrote:
>
> Sara' pure tagliato con l'accetta, ma descrive fin troppo bene molte
> realta' che ho vissuto in prima persona o visto da vicino.
>


Ne ho vissute anche io di realta' come queste, e forse ad un primo
approccio difensivo appaiono cosi', ma poi se le analizzi bene, il
problema dell'autoreddito fatto in maniera orizzontale in una societa'
verticalistica, tende a morire per una questione di sua natura esterna
al sistema. Ma poi.. chi dice che la vita di un sistema di autoreddito
infilato in questo mondo non debba vivere giusto quei 2/3 - 5/10 anni
e basta. Magari e' quella la sua vita no? e serve, serve a instillare
coscienza in chi ci lavora e serve a continuare a credere che un altro
modo (non mondo) e' possibile. Poi le realta' funzionano bene e a
lungo solo se sanno essere flessibili e sapersi cambiare (proprio per
far vivere quei 2/3 anni un sistema che di piu' non puo' vivere).

> Resta il fatto che se uno mantiene una dignità e una coerenza sul posto
> di lavoro, lavorare per un salario non è eticamente disdicevole, ma di
> sicuro e' degradante umanamente.
>


non credo che nessuno dicesse che e' eticamente disdicevole (a parte
ovviamente situazioni come quelle ben descritte da pasky di lavorare
con le guardie o cose cosi')

> E il punto è questo: io diffido di chiunque faccia del cambiamento dei
> rapporti sociali una questione "etica" piuttosto che umana, chi
> attribuisce a padroni e sfruttati le etichette di "buoni" e "cattivi".
>


esiste una dimensione umana, quella di quando scendi in strada e
parlando con la gente fai discorsi eticamente giusti per dargli il tuo
punto di vista. quella del quartiere o quella della famiglia... li
tutti son persone, ne buone ne cattive... solo persone
poi esiste una dimensione collettiva, li le regole son diverse, le
persone non son persone, ma gruppi di "potere" o di "influenza" o di
"azione", cmq li le categorie le DEVI mettere, perche' il padronato e'
cattivo, e l'oppresso e' buono... questo perche' la mia etica mi
insegna a stare con i piu' deboli e non con chi manifesta il potere..

> Fare gli eremiti o i santi non serve, a mio parere: la mia eticità me la
> costruisco facendo qualcosa ogni giorno nel tentativo di cambiare i
> rapporti di forza nella società capitalistica. Che poi questo obiettivo
> sia realizzabile a breve o medio termine, questo e' un altro discorso
>


non e' attraverso l'azione umana che si cambia la societa', quella
migliora quella intorno (e e' un punto di vista del tutto
rispettabile, e personalmente comincio a ritenerlo l'unico attuabile,
ma non l'unico utile).
e' attraverso la dimensione collettiva che si puo' sognare di portare
il cambiamento ai grandi sistemi come dici tu (capitalismo o altro).

pooooooiii
se vuoi possiamo discutere se vogliamo togliere il capitalismo,
personalmente mi ritengo anarchico, personalmente ritengo che non
trovo giusto imporre la mia idea alla STRAGRANDEMAGGIORANZA del mondo,
al massimo divulgo la mia idea, poi se son rose fioriranno, ma dato
che ormai ne dubito credo nell'eremitismo, nel costruirmi uno spazio
collettivo che mi si confaccia, e che interagisca con il resto del
mondo solo nella dimensione collettiva e non di azione (ovviamente la
semplice azione del gruippo eremitico crea azione politica eh.
>
> Joe
>


Minchia che pippa che vi ho attaccato.

--
Robert J. Newmark
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aka Gnumark
aka Gniu
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