Author: Joe Oblivian Date: To: hackmeeting Subject: Re: [Hackmeeting] Modi "etici" di portare a casa il pane
On gio, 2008-03-27 at 12:06 +0100, Elettrico wrote: > io personalmente preferisco chi lavora in un ufficio per
> garantirsi il reddito e poi spende parte del suo tempo a fare
> "volontariato" in un hacklab rispetto a chi "genera autoreddito"
> facendomi pagare per mangiare in un posto occupato... lo so che è
> tagliato con l'accetta così, però per rendere l'idea, perchè un conto
> è
> scendere al compromesso individuale - io lavoro per campare, ma
> quando
> sono fuori dal lavoro e all'interno del collettivo alternativo non
> metto
> in atto le stesse pratiche -, un conto è spingere il collettivo al
> compromesso minandone alla fine le sue basi, perchè in questa maniera
> lo
> si contamina in negativo, ed alla lunga si finisce per trasformare in
> in'impresa (tra l'altro molto meno produttiva ed efficiente) quello
> che
> doveva essere un luogo/tempo liberato.
Sara' pure tagliato con l'accetta, ma descrive fin troppo bene molte
realta' che ho vissuto in prima persona o visto da vicino.
Resta il fatto che se uno mantiene una dignità e una coerenza sul posto
di lavoro, lavorare per un salario non è eticamente disdicevole, ma di
sicuro e' degradante umanamente.
E il punto è questo: io diffido di chiunque faccia del cambiamento dei
rapporti sociali una questione "etica" piuttosto che umana, chi
attribuisce a padroni e sfruttati le etichette di "buoni" e "cattivi".
Fare gli eremiti o i santi non serve, a mio parere: la mia eticità me la
costruisco facendo qualcosa ogni giorno nel tentativo di cambiare i
rapporti di forza nella società capitalistica. Che poi questo obiettivo
sia realizzabile a breve o medio termine, questo e' un altro discorso