Pechino: tra le vittime a Lhasa anche un bimbo di 8 mesi
La polizia cinese ha reso note le identita' di 14 delle 19 vittime
che, secondo Pechino, rimasero uccise nelle violenze a Lhasa; e tra di
esse c'e' anche un bebe' di 8 mesi.
Secondo l'agenzia ufficiale 'Xinhua', le vittime delle violenze, in
gran parte cinesi di etnia Han, morirono negli incendi e nelle
violenze causate dai manifestanti, soprattutto tibetani. Il neonato
era figlio di una coppia emigrata dalla provincia di Henan, tutti
morti nell'incendio di un garage nel distretto di Dagze.
Nello stesso incendio, morirono anche due giovani, uno di 17 e l'altro
di 19 anni, anch'essi arrivati dalla provincia di Henan. Tra le altre
vittime, 5 giovani (tutti sui vent'anni e di etnia Han, tranne un
tibetano) erano dipendenti di una catena di abbigliamento, la
'Yishion', e le loro foto sono apparse negli ultimi giorni su tutti i
media cinesi, che li hanno trasformati in una sorta di 'martiri' delle
violenze in Tibet.
Se nella versione cinese, le violenze del 14 marzo nella capitale
tibetana causarono la morte di 19 persone, secondo i tibetani in
esilio, che in un primo tempo parlarono di "proteste pacifiche", ci
sono stati oltre 140 i morti causati dalla repressione della polizia
scatenata dalle violenze contro gli Han.
http://www.rainews24.it/notizia.asp?newsID=80212
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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"L'intelligenza militare è una contraddizione in termini"
(Groucho Marx)
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(Piergiorgio Bellocchio)
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