Re: [Lecce-sf] R: ANDARE al seggio poi RIFIUTARE di votare

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Szerző: Luigi Pirelli
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Címzett: la mailing-list del Lecce social forum
Tárgy: Re: [Lecce-sf] R: ANDARE al seggio poi RIFIUTARE di votare
Alessandro Presicce wrote:
> Ho fatto molte volte il presidente di seggio e, senza entrare nel merito
> politico dell'astensionismo sì - astensionismo no, posso dire che la
> procedura è assolutamente inattuabile.
>
> Concordo con il collega Buccarella che conosco personalmente: nessuno può
> pretendere che le operazioni del seggio vengano fermate per consentire ad un
> singolo elettore di dettare al segretario una propria elucubrazione
> personale.
>
> L'elettore che non intenda votare può rimanere a casa o votare bianca o
> nulla, ma non può turbare le operazioni elettorali con tale sistema puerile.
> La verità che la legittima astensione verrà come al solito o mascherata o
> analizzata per qualche giorno e poi dimenticata. Ma in nessun caso avrà
> effetto sulla composizione del Parlamento.
>
> La risposta alla "cattiva politica", non è la fuga dalla politica (o in
> questo caso dalle urne), ma il ritorno dei cittadini verso una politica
> diversa.
>
> Alessandro


ulteriore contributi raccolti e girati...

1. da Stefania, più volte presidente di seggio:

> Da quel poco che ho imparato, bisogna che le azioni nonviolente siano
> organizzate più che bene, altrimenti si rischia di sembrare soltanto dei
> poveri insoddisfatti che non sanno fare altro che protestare/manifestare
> senza costrutto.
>
> Punto primo: il presidente appone il bollo della sezione e data, prima
> della consegna delle schede, sulla TESSERA elettorale. Il pressapochismo
> non è una bella carta da visita.
>
> Punto secondo: non esiste nessun diritto a "rifiutare le schede
> elettorali". Se uno non vuole votare se ne rimane a casa. Nessuna legge
> prevede il diritto di presentarsi al seggio elettorale e rifiutarsi di
> ritirare le schede. E già se uno viene in sezione e incomincia ad
> accampare diritti inesistenti non do molto credito alle sue ragioni,
> anche se sono validissime.
> Poi possiamo cavillare a lungo.
> Circolari ministeriali specificano che "svolgendosi contemporaneamente
> più referendum popolari abrogativi, l'elettore ha facoltà di astenersi
> dalla partecipazione al voto per uno o più di essi, dichiarando quindi
> di non voler ritirare la scheda o le schede relative.
> In tal caso, i componenti dell'ufficio di sezione dovranno prendere
> nota, ai fini dell'accertamento del numero dei votanti per ciascun
> referendum, della manifestata volontà di astensione, indicando sulle
> liste di sezione, a fianco del nominativo dell'elettore, nonché nelle
> annotazioni degli appositi paragrafi del verbale per gli elettori
> ammessi a votare in base a sentenza o ad attestazione del sindaco, il
> referendum o i referendum abrogativi per i quali l'elettore stesso non
> (ripetesi NON) abbia inteso ritirare dal presidente di seggio la scheda
> o le schede relative".
> Questa circolare non è avallata da nessuna legge e per questo è stata
> contestata perché fa a pugni con la legge sulla privacy che vieta di
> compilare elenchi di elettori e ancor più di votanti o di astensori.
> Tutto tace per quanto riguarda elezioni multiple di altro tipo quali
> amministrative insieme a poliche. Io personalmente, l'unica volta che ho
> fatto la scrutatrice, alle politiche del 2001, ho visto un elettore
> rifiutare una scheda (per il senato o per la camera), da presidente mi è
> capitato qualche volta per i referendum, ma mai nessuno che abbia
> rifiutato di votare tutto.
> Ora è chiaro che la circolare serve per venire incontro a quanti
> sarebbero altrimenti impossibilitati ad astenersi da un referendum e
> invece vogliono votare per un altro che si svolge contemporaneamente. Il
> diritto non è quindi quello di non ritare la scheda, ma quello di
> astenersi dal voto per una specifica consultazione elettorale senza
> impedire il diritto di voto per un'altra.
> Dunque se uno viene da me presidente e mi dice che non vuole ritirare
> tutte le schede perché è un suo diritto, lo tratto più o meno come
> quelli che pretendono le schede spiegate (mentre io debbo consegnarle
> "opportunamente piegate", checché ne dicano le circolari), che
> pretendono di inserire da soli la scheda nell'urna (mentre la scheda
> chiusa deve essere consegnata a me perché possa controllare la
> corrispondenza del bollo di sezione e la firma dello scrutatore prima
> che la inserisca nell'urna) o di entrare in sezione ad assistere alle
> operazioni di scrutinio perché sono pubbliche (una volta ho cacciato la
> troupe del TG3 regionale di cui un operatore non si capacitava di come
> per anni avesse commesso un reato penale punibile fino a tre mesi di
> carcere): ignoranti boriosi e attaccabrighe. E un attivista nonviolento
> non fa più bella figura solo perché si proclama tale.
> Dunque che cosa posso fare con una persona che mi si presenta e dichiara
> di non voler votare (e non che dichiara di volersi avvalere del diritto
> di non ritirare le schede elettorali, visto che credo sia chiaro che ciò
> è quantomeno ridicolo)?
> Sicuramente faccio segnare a verbale che l'elettore Tizio non ha votato
> dopo essere stato registrato nella tabella dei votanti e dopo che ho
> bollato e datato la sua tessera elettorale; annoto nell'apposito spazio
> sulla lista degli elettori che dopo l'identificazione l'elettore non ha
> votato (e in cuor mio lo maledico perché non sono sicura che nelle
> tabelle dei votanti ci sia la possibilità di spuntare chi non vota per
> la Camera dei deputati, ma solo per chi non vota per il Senato e questo
> mi creerebbe una serie infinita di problemi teoricamente irrisolvibili
> per la verbalizzazione e la trasmissione dei risultati elettorali).
> La fattispecie normata che più si avvicina alla proposta di restituire
> le schede non votate è, secondo me, data dall'art. 62 del Testo Unico
> sulle leggi elettorali (D.P.R. 30 marzo 1957, n° 361):
> "Se l'elettore non vota entro la cabina, il presidente dell'Ufficio deve
> ritirare le schede, dichiarandone la nullità e l'elettore non è più
> ammesso al voto".
> Altrimenti si può considerare il comma 8 dell'art. 44 del T.U. per il
> quale il presidente "può disporre altresì che gli elettori, i quali
> indugino artificiosamente nella votazione, o non rispondano all'invito
> di restituire la scheda riempita, siano allontanati dalle cabine, previa
> restituzione della scheda, e siano riammessi a votare soltanto dopo che
> abbiano votato gli altri elettori presenti. Di ciò è dato atto nel
> processo verbale".
> In questo caso la scheda che ritiro deve essere annullata, inserita in
> un'apposita busta ed un'altra scheda deve essere autenticata per
> sostituirla.
>
> Sul fatto che possa poi far verbalizzare delle proteste credo ci sia da
> ridire.
> Ovviamente le proteste e i reclami che possono essere verbalizzati
> riguardano solo ed esclusivamente le operazioni di votazione della
> propria sezione. Potrei essere ancora più chiara se avessi in mano i
> verbali, ma per quelli non si può sperare di vederne copia prima del
> sabato della costituzione dell'Ufficio elettorale.
> Andando per assurdo, se uno venisse a far verbalizzare che protesta
> perché piove (e la colpa, si sa, è del governo ladro), se fossi
> segretario rischierei tranquillissimamente una denuncia e gli direi che
> mi rifiuto. Se un elettore viene e protesta, invece, perché la pioggia
> entra nella sala e lui sente freddo e umido sono sicuramente tenuta a
> verbalizzarlo.
> Se uno viene e si lamenta della legge elettorale mi rifiuto di
> verbalizzarlo perché la sezione elettorale non è l'ufficio reclami.
> Tanto meno è inseribile nel verbale una mera dichiarazione di voto o,
> come in questo caso, di astensione.
> Poi è vero che impiego meno tempo, visto che debbo comunque far
> compilare il verbale, a scrivere anche due righe di protesta e quindi
> non mi conviene ingaggiare un braccio di ferro con l'elettore insistente.
> Comunque se la situazione si fa pesante posso "disporre degli agenti
> della Forza pubblica e delle Forze armate per fare espellere od
> arrestare coloro che disturbino il regolare procedimento delle
> operazioni elettorali o commettano reato". Mi sembra infatti che recarsi
> nella sezione esclusivamente per presentare una protesta sia una
> evidente azione di disturbo gratuita. Se poi è accompagnata da richieste
> di avvalersi di diritti inesistenti quali "rifiutare" la scheda
> elettorale o presentarare proteste e reclami su questioni non inerenti
> lo svolgimento delle votazioni nella sezione nella quale si è elettori,
> mi sembra una protesta non solo gratuita ma pure pretestuosa.
> NON sono previsti povvedimenti penali per i casi di turbativa delle
> regolari operazioni di voto, a meno che non vengano usate "minacce o
> atti di violenza" (art. 100 T.U.).
>
> Punto terzo: chi dice che schede nulle e bianche contino come voti per
> la maggioranza? Ovunque io sia andata a guardare ho trovato che le
> percentuali vengono calcolate sul numero di voti validi (che esclude,
> appunto, schede nulle, schede bianche e voti nulli) e non sul numero dei
> votanti. Non ho mai trovato riscontro a questa diceria sull'imporanza
> delle schede bianche se non per il raggiungimento del quorum nei
> referendum (dove, sotto un certo punto di vista, la scheda bianca o
> nulla è un aiuto alla maggioranza). Credo proprio si tratti di una fola
> montata ad arte per dissuadere dal non esprimere comunque una preferenza.
>
> Visto tutto ciò io direi che si tratta di una forma di protesta talmente
> complessa e poco incisiva che preferirei trovare un modo migliore per
> coinvolgere i concittadini sulla consapevolezza della vacuità del rito
> elettorale.
>
> Se comunque si sceglie di attuarla, do i seguenti consigli:
> - pretendere che la tessera elettorale sia bollata PRIMA della consegna
> delle schede elettorali, così come prescrive l'art. 12 del D.P.R. dell'8
> settembre 2000, n. 299;
> - non pretendere che la tessera elettorale e il documento d'identità
> presentato siano restituiti appena compilati, perché il presidente li
> deve tenere fino alla riconsegna delle schede (circolare n. 97/2005 del
> 25 maggio del Ministero dell'Interno);
> - non dichiarare "mi avvalgo del diritto di non ritirare le schede
> elettorali" perché tale diritto non esiste;
> - restituire le schede elettorali subito dopo averle ricevute, magari
> dopo averle opportunamente piegate (sempre che, contravvenendo alla
> legge ed obbedendo alla circolare, ve le abbiano consegnate spiegate);
> qui si può dichiarare che ci si rifiuta di votare in cabina, così il
> segretario capisce dove deve segnare il vostro caso;
> - in ogni caso restituire la scheda e la matita;
> - tentare di far verbalizzare la vostra protesta (ripeto che secondo me
> è una richiesta senza fondamento, ma qualche segretario, sotto la
> minaccia del comma 4 dell'art. 104 del T.U., può facilmente cedere senza
> pensarci troppo);
> - ricordo che l'elettore non ha il diritto di visionare i verbali, tanto
> meno di scriverci. Se volete verificare che la protesta sia
> effettivamente scritta potete chiedere ai rappresentanti di lista
> (esclusivamente a quelli della vostra sezione). Non è possibile avere un
> elenco dei rappresentanti di lista. Questo è effettivamente un problema.
> Inoltre molto spesso i rappresentanti di lista sono di un'ignoranza
> imbarazzante sulle questioni tecniche per cui potrebbero essere più di
> intralcio che d'aiuto;
> - siccome il presidente deve sempre fare in modo che le operazioni si
> svolgano senza intoppi e rallentamenti, può imporre di attendere che i
> "bravi elettori" abbiano terminato di votare prima di degnarsi di
> considerare i protestanti;
> - non minacciare nessuno, tanto meno i pubblici ufficiali (scrutatori,
> rappresentanti di lista, ecc.);
> - essere gentili con gli elettori: si sta ledendo (a mio parere senza
> alcun diritto) il loro diritto a operazioni di voto scorrevoli e veloci
> e siccome non è contro di loro che si protesta bisogna essere
> consapevoli che si è nelle condizioni di fargli torto;
> - essere chiari e collaborativi con i membri dell'ufficio di sezione,
> mostrando di conoscere la procedura e di essere a conoscenza dei propri
> diritti e dei propri doveri; non è contro di loro che si protesta e non
> è conveniente inimicarseli, irritarli o confonderli.
>



2. da Mag6, reggio emilia:

Salve a tutti.
Volevo intervenire solo per chiarire che questo modo di procedere non
intacca minimamente nè la legge elettorale, nè tanto meno la ripartizione
dei seggi. Può essere un atto simbolico, ma non più di tanto.
Il fatto è che la ripartizione dei seggi viene effettuata, secondo la nostra
legge elettorale "porcellum", in base ai voti validi e nient'altro (articolo
77).
Le schede rifiutate non sono voti validi, così come le nulle, e le bianche.
Tutto questo è solo un'altra modalità di annullamento del proprio voto.
A tal proposito ricordo che in base all'art.58 del testo unico il presidente
di seggio, una volta ricevuta la scheda dall'elettore, è tenuto a riporla
nell'urna bianca o annullata che sia.
Risulta peraltro priva di fondamento l'affermazione:

COSì FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO,NULLO O BIANCO,
SIA CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIù VOTI!!in quanto
una scheda "rifiutata" è semplicemente nulla o bianca.
Grazie


3. da Alberto, amico avvocato:

Presentate il documento, prendete le schede vidimate che il presidente del
seggio vi presenta, esercitate il diritto di rifiutare la scheda elettorale,
pretendete di far mettere a verbale un vostro commento di motivazione al
rifiuto. Il risultato?
Evitare di far rientrare il proprio "non-voto" nei calcoli per il premio di
maggioranza ed intasare i seggi?.

Questo, in sintesi, è il messaggio che sta circolando all?interno dei boards dei
meetup, in giro per l'Italia, da un po' di giorni. Senza alcun dubbio si tratta
di una proposta estremamente evocativa se non fosse che non poggia su alcuna
base normativa. Ma andiamo per ordine.
In primis, la premessa contenuta in questi messaggi di esorto al "rifiuto della
scheda" risulta giuridicamente erronea. Si sostiene, infatti, che le schede
bianche e quelle nulle vengano fatte rientrare all'interno dei calcoli per
l'assegnazione del premio di maggioranza: prima inesattezza.
L'attuale legge elettorale (c.d. "Porcellum?" L. 270/2005 che modifica il D.P.R.
361/1957), prevede che i calcoli per l'assegnazione dei seggi (e quindi anche
del premio di maggioranza) vengano effettuati sulla base dei "voti validi
espressi" (vedi art.1 comma 12 della legge stessa). Risulta pertanto palese che
con tale termine il legislatore si riferisce ai soli voti validi, ritenendo le
schede nulle e bianche insignificanti ai fini dei conteggi. In secondo luogo, il
nostro ordinamento in merito alla possibilità di "rifiuto del voto", non prevede
alcuna fattispecie di tal genere. Si potrebbe, per analogia, far rientrare
questo tipo di "rifiuto" all'interno dei casi di voto fuori dalla cabina? (vedi
art.62 D.P.R. 361/1957) e di artificioso indugio nell'espressione di voto? (vedi
art.46 del T.U. n.570 del 1960 ovvero art. 44 D.P.R. 361/1957): in entrambi i
casi, comunque, si tratterebbe di voto nullo. Ulteriore conferma è il fatto che
queste schede, insieme con quelle deteriorate, verranno inserite dal presidente
del seggio in un apposito plico, parificandole così alle schede nulle. Infine,
in merito alla richiesta di inserimento in calce al verbale di seggio, di un
commento dell'elettore "rifiutante", è bene non creare confusione: se da una
parte vi sono norme che regolano le modalità di espletamento del voto, ve ne
sono delle altre che regolano il "buon funzionamento del seggio". L'art.104 del
D.P.R. 361/1957, unico riferimento giuridico a cui rimandano i sostenitori di
questa proposta, rientra in quest'ultima categoria: prevede la possibilità, per
l'elettore, di ottenere dal segretario di seggio la verbalizzazione di proteste
o reclami relativi esclusivamente alle modalità di espletamento delle votazioni.
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