[NuovoLab] Il BALUARDO di Barcellona

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Autor: info
Data:  
A: forumgenova
Assumpte: [NuovoLab] Il BALUARDO di Barcellona
TRATTO DAL SETTIMANALE CARTA N. 11
(28 Marzo/3 Aprile 2008)


IL BALUARDO DI BARCELLONA.

Gli operatori della Comunità di San Benedetto al Porto in visita alle
"stanze del consumo igienico di sostanze" di Barcellona.
"Presto potremmo riproporre in Italia questo tipo di servizio. Riconoscere
l'esigenza di un luogo così vuol dire restituire dignità a queste persone"
dicono.



Percorrendo fino in fondo le Ramblas, gli affollati viali nel centro di
Barcellona, si arriva al Raval il vecchio Barrio Chino. Oggi il Raval è
uno dei “barrio” più vivi di Barcellona e ospita il grande Museo dell’arte
contemporanea, gallerie d’arte e, da pochi mesi, anche la sala Baluard,
uno spazio per il consumo igienico di sostanze stupefacenti.

Una delegazione della Comunità di San Benedetto al Porto, fondata da don
Andrea Gallo, nelle scorse settimane ha visitato questa struttura per
valutare la possibilità di sperimentare “le stanze del consumo” anche a
Genova.

La storia della sala Baluard comincia nel 2001, quando l’Ong spagnola Abd
trasforma la sua unità di strada in un luogo fisso, dove è possibile
l’auto-somministrazione controllata dell’eroina. All’inizio era uno spazio
illegale, diventato esperienza pilota per l’apertura, in tutta la Sapgna,
di questi spazi (ora a Barcellona ci sono quattro sale del consumo che si
aggiungono a quelle di Madrid, Valencia e Bilbao).
Dal 2004 la sala Baluard è stata riconosciuta ufficialmente come “servizio
di bassa soglia” e da pochi mesi è aperta nella nuova struttura del
quartiere Raval.

All’ingresso della sala Baluard si legge “Le stanze igieniche del consumo
sono una soluzione”.
Una sala di questo tipo è un luogo a cui è consentito l’accesso, in
accordo con magistratura e polizia, ai tossicodipendenti che hanno così la
possibilità di fare uso di sostanze stupefacentiin un ambiente
clinicamente tutelato, con attrezzature sterili per le iniezioni, gestito
da medici, operatori sociali e volontari. Nelle numerose esperienze
europee, i servizi a bassa soglia e le sale per il consumo si sono
dimostrati una risposta efficace per la riduzione della mortalità tra i
consumatori, del contagio delle malattie infettive (Aids ed epatite) e più
in generale per il mantenimento in salute del consumatore. Provvedono
anche ad un servizio igienico importante con lo smaltimento delle siringhe
e del materiale infetto che non si disperde per la strada.
In sostanza è un servizio socio-sanitario, dove non si promuove l’uso
della droga ma si tutela la salute e non solo.

“Non si immagina quanto sia importante avere una sedia ed un piano puliti
su cui appoggiarsi – ci spiega Domenico Chionetti, della Comunità San
Benedetto al Porto – piuttosto che farlo per terra in strada. Questo tipo
di servizio è un vantaggio per il tossicodipendente e per tutta la
società. Un alta percentuale di persone che iniziano il rapporto con la
struttura decidono inoltre di intraprendere la strada della
somministrazione del metadone”.

Gli abitanti del “barrio” hanno accolto bene l’apertura della nuova
struttura. “nel quartiere non ci si droga più per strada, sulle panchine,
negli androni o nelle piazzette. Tutto si svolge all’interno della sala
Baluard, aperta 24 ore al giorno”, continua Domenico.
Al Baluard lavorano tre equipe di operatori, con turni di otto ore che
coprono l’intera giornata, per un totale di 50 persone operanti tra
medici, infermieri, educatori, operatori in grado di intervenire in
situazioni di emergenza.
In media passano al giorno dalla sala, senza aver bisogno di presentare
alcun documento, circa 400 persone. Il 60 per cento di essi sono
immigrati, soprattutto originari del Magreb e dell’Est Europa. Una parte
consistente è composta da giovani italiani.

“Riconoscere l’esigenza di un luogo così vuol dire restituire dignità a
queste persone – sottolinea ancora Domenico – In Italia se ne è parlato
poco. Ma nel resto de’Europa, a Barcellona, Madrid, Francoforte, Amburgo,
Zurigo, Basilea, Ginevra, Rotterdam e tante altre, le stanze del consumo
si sperimentano da più di quindici anni. Conoscere da vicino l’eserienza
europea è stato utile, in previsione di un incontro a Genova in primavera
che coinvolgerà i direttori di dipartimento delle Asl, gli operatori dei
Sert e anche il prefetto, per valutare la possibilità di aprire una stanza
del consumo anche nella nostra città e superare l’oscurantismo morale che
c’è in Italia nei confronti di servizi di questo tipo”.