Al fianco del Popolo Palestinese
Contro il militarismo bipartisan ed il progetto del "grande medioriente"
Da 60 anni il popolo palestinese subisce le conseguente di vivere in
un lembo di terra al centro degli interessi imperialistici
occidentali.
Nel 1948 un bagno di sangue e la cacciata di oltre 800.000 palestinesi
dalle loro case sanciscono la nascita di uno Stato che da 60 anni
persegue il progetto della "Grande Israele".
Da quel giorno i palestinesi non hanno più avuto pace. Immutata negli
anni la pressione politica, economica e militare contro un popolo
ridotto a vivere oggi prigioniero nel 23% della propria terra,
circondato da un impressionante muro e dall'embargo economico di USA e
U.E.
Oggi il progetto del Grande Israele si sposa con quello del "Grande
Medio Oriente", perseguito con ferocia dall'amministrazione
statunitense e coadiuvato dalle potenze europee.
La normalizzazione di un'area strategica del pianeta in funzione degli
interessi occidentali passa attraverso la distruzione della resistenza
dei popoli iracheno, libanese, siriano.
La resistenza dei palestinesi assume, tra queste, un valore simbolico
e materiale di primaria importanza, che spiega l'incredibile
concentrazione di forza usata costantemente contro di loro.
Ogni potenza contribuisce all'assedio israeliano contro i palestinesi
nelle forme che meglio si attagliano allo "stile" delle varie
diplomazie.
Il governo Prodi si è distinto per l'appoggio incondizionato allo
Stato d'Israele, attraverso un vergognoso accordo militare, l'apertura
di credito politica, economica e culturale ad un paese che
quotidianamente si macchia dei peggiori crimini di guerra.
Il lucido progetto d'annientamento di un intero popolo, perseguito da
Israele oramai alla luce del sole, è stato legittimato dal
riconoscimento della "ebraicità" di quello Stato, come dichiarato da
Prodi nell'ultimo incontro con Ehud Olmert. I bombardieri israeliani
che nel luglio – agosto 2006 hanno distrutto il Libano ed ucciso oltre
1.500 civili innocenti si rifornivano d'armi giunte dalla base USA di
camp Darby, dal 1951 insediata in Toscana. La successiva presenza
delle truppe italiane in Sud Libano - nelle reiterate dichiarazioni
dell'ex Ministro degli Esteri D'Alema - assolvono al compito di
proteggere i confini Nord d'Israele.
Una politica così smaccatamente filo israeliana, poco comprensibile
agli occhi di un'opinione pubblica che quotidianamente assiste ai
crimini dell'esercito israeliano, ha bisogno di una potente campagna
propagandistica e ideologica . Ecco allora la nascita della "Sinistra
per Israele", il progressivo abbandono della causa palestinese da
parte della cosiddetta "sinistra radicale", le iniziative "culturali"
che vedono uno Stato criminale ospite "d'onore" alla fiera del libro
di Torino.
Nella nuova spartizione colonialista del Medio Oriente, utile per il
controllo di aree strategiche, risorse e mercati d'armi, la cosiddetta
"azienda Italia" si è ritagliata, sulla pelle dei popoli
mediorientali, un ruolo di primo ordine, attraverso l'occupazione
militare, la vendita di armi (Finmeccanica), le imprese (ENI,) e le
ONG "progressiste". Il "peacekeeping", volto "buono" della guerra,
ipocritamente rappresentato come "operazioni di pace".
Il Movimento contro la guerra ha smascherato questa mistificazione,
assumendo in pieno la parola d'ordine della SOLIDARIETÀ CON LA
RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE E DI TUTTI I POPOLI IN LOTTA CONTRO
LE OCCUPAZIONI MILITARI.
La Rete nazionale Disarmiamoli!
http://www.disarmiamoli.org
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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"L'intelligenza militare è una contraddizione in termini"
(Groucho Marx)
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"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perche' saranno giustiziati"
(Piergiorgio Bellocchio)
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