NeCoSi ha scritto:
> i "rivoluzionari" non sono mai degli strateghi.
> e questo è uno dei motivi per cui la sinistra in italia non esiste!
> :)
>
>
Non raccontiamo eresie per favore, inoltre la "sinistra" e' qualcosa di piu'
complesso ed articolato per risolversela con frasi ad effetto, c'e'
"sinsitra"
e "sinistra", quella istituzionale e partitica mi fa cacare tutta, c'e'
chi sceglie
una strada e chi un'altra, teoricamente l'obiettivo finale dovrebbe essere
identico, ma se parliamo di strategie quella migliore, almeno in italia, per
motivi di margini e spazi di liberta', sono sempre state le azioni che
miravano
ad innalzare il livello di scontro (occupazioni, rivendicazione di spazi di
socializzazione senza necessariamente essere al soldo del capitale e cosi'
via).
E per favore non venite a raccontarmi che gli spazi pagati con un affitto
senza nessuna rivendicazione di legittimita' che si ottiene con il tempo e
con gli sbattimenti (si chiama "politica") hanno margini di liberta'
identici a
quelli occupati, liberati e restituiti alla collettivita', il percorso
politico dovrebbe
essere, mi prendo uno spazio ci faccio cose che legittimano politicamente
il mio agire e poi magari se vi sono le condizioni e se si decide di
renderlo
piu' stabile magari si puo' anche valutare l'ipotesi di pagare un eventuale
affitto, ma ci si infila in dinamiche capitalistiche, lo spazio deve
produrre
reddito per poter stare in piedi e se per voi questa non e' una limitazione,
be' allora siamo lontani anni luce e mi faccio una grassa risata,
poiche' sappiamo
tutti benissimo che uno spazio cosi' parte con "liberta' condizionate",
se poi
la valutazione "strategica" e' quella di prendere atto di non avere le
forze per poter
prendersi uno spazio e gestirselo, questo e' un'altro discorso, ma sostenere
che i "rivoluzionari" non sono degli strateghi be' questa e' pura eresia e
potrei fare fior fior di esempi, ma evito per non offendere
l'intelligenza di
tutti, quella che tu chiami "strategia" io la chiamo "prospettiva e
progetto politico"
e puo' essere sviscerato solo usando gli agenti cognitivi (come, chi,
quando,
quanto, perche', per come, e) del tipo:
- Perche' si vuol fare un nuovo hacklab?
- Con chi si vuol fare questo hacklab?
- Qual'e' la progettualita' "politica/pratica"?
- Qual'e' la critica all'attuale situazione nel diritto alla libera
circolazione del sapere?
- Cosa c'e' che ci sta "stretto"?
- In quanto tempo si ha intenzione di tirarlo su?
- Come ottenere uno spazio per creare l'hacklab? (autodeterminazione vs
istituzionale)
- Come stabilire le "affinita'" (spippolare non basta) all'interno
dell'hacklab?
- etc/etc/etc/
Personalmente mi sembra di aver messo in campo sin da subito la domanda
della
progettualia' "politica/pratica" e mi dispiace deluderti in tutte le
cose che ho fatto
e' sempre stata la prima cosa che ho valutato per dare il mio livello di
sbattimento
e supporto, posso essere d'accordo che non tutti lo fanno, ma
generalizzare be' e'
una cosa alquanto discutibile.
Bah...
--
P@sKy
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