[Lecce-sf] Arci per elezioni 2008

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Autor: Silverio Tomeo
Data:  
Para: social forum
Assunto: [Lecce-sf] Arci per elezioni 2008
Impegnarsi per il bene comune
L'Arci per le elezioni politiche 2008


Un Paese in difficoltà

L'Italia che si appresta a tornare alle urne il 13 aprile, a soli due anni dalle ultime elezioni politiche, vive una fase di grande incertezza e una situazione pesante sul piano delle relazioni economiche, sociali, culturali. Autorevoli istituti di ricerca ci offrono l'immagine di un Paese frammentato, privo di identità collettiva, incapace di coniugare crescita economica e sviluppo sociale.
La precarietà del lavoro e la difficoltà delle condizioni di vita di tante persone, il degrado ambientale, l'aumento dell'insicurezza individuale e collettiva, il senso di impotenza di fronte alla burocrazia alimentano la percezione di una tendenza al peggio. Cresce la solitudine degli individui, si allentano i legami sociali, rischia di smarrirsi il senso della comunità, della solidarietà, della cultura civile.
L'aggressività diventa elemento dominante nelle relazioni pubbliche di un Paese diviso e litigioso, condizionato dai media e disilluso verso le istituzioni. La politica fa sempre più fatica a svolgere la sua funzione di mediazione degli interessi particolari in nome del bene comune, ad offrire alle persone un orizzonte di senso, un'interpretazione del presente e un'idea di futuro in cui riporre fiducia.
Tanto più che la fine anticipata della legislatura lascia irrisolti quasi tutti i grandi problemi che si sarebbero dovuti affrontare nei prossimi mesi. Non si sono fatte le riforme istituzionali indispensabili per garantire maggiore stabilità e governabilità al Paese; si sono arenati importanti provvedimenti di legge già in discussione nel Parlamento; rischia di subire un pesante arretramento l'azione del Governo in politica estera, che stava restituendo autorevolezza e dignità all'Italia sulla scena internazionale.
Interessi di parte e calcoli elettorali hanno prevalso sull'interesse generale del Paese proprio nel momento in cui il Governo avrebbe potuto iniziare a raccogliere i frutti del lavoro di risanamento fin qui fatto ed avviare una fase espansiva, con la ridistribuzione delle risorse a favore dei redditi più bassi e il potenziamento del sistema di welfare.

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Rigenerare la politica

Il governo dell'Unione, che solo due anni fa aveva suscitato aspettativa e fiducia, ha perso progressivamente credibilità e consenso, fino ad esaurire le stesse condizioni politiche per la prosecuzione della legislatura.
Un fallimento sul quale hanno pesato la paradossale situazione degli equilibri parlamentari, l'eccessiva frammentazione e litigiosità del centrosinistra, il potere di ricatto di piccoli partiti che spesso si sono rivelati vere e proprie lobby personali, ma anche le resistenze fortissime di poteri e corporazioni che si sono fin dall'inizio opposti al rinnovamento.
A queste difficoltà si sarebbe dovuto contrapporre la capacità di scelte più nette, la visibilità di un progetto di lungo respiro, soprattutto un più forte legame col Paese reale, i lavoratori, le organizzazioni della società civile. Il centrosinistra ha fatto invece fatica a tenere insieme azione di governo e mobilitazione sociale, ed ha visto progressivamente indebolirsi il legame con la sua stessa base elettorale.
E' il prodotto inevitabile di una concezione della politica condizionata dalle trasformazioni epocali che stiamo attraversando, che invece di allargare gli spazi democratici tende a chiudersi nella dimensione  istituzionale e ad allontanarsi dai problemi reali delle persone; una politica tutta protesa alla rincorsa dei sondaggi, intenta a cercare il rapporto con la cittadinanza attraverso i media piuttosto che a coltivarlo negli spazi di partecipazione e di confronto.
Tendenze che ritroviamo anche in questi giorni in una campagna elettorale spesso caratterizzata da toni populisti e da programmi eccessivamente generici, in cui gli slogan accattivanti ma scarsamente realistici prevalgono sui contenuti.
La prospettiva di un nuovo rapporto fra politica e società è la vera posta in gioco di queste elezioni. Per riconquistare la fiducia del Paese è necessario che candidati e programmi sappiano rappresentare l'idea di una politica nuova, che recupera la sua dimensione etica e di servizio, suscita partecipazione e impegno civile diffuso, torna ad essere strumento collettivo per il cambiamento.
La partecipazione della cittadinanza organizzata è la spinta indispensabile per questo cambiamento di rotta. Ed è necessario che la politica sappia riconoscere la funzione fondamentale di coesione sociale e di progettualità civica assolta dalle organizzazioni del volontariato, dell'associazionismo e del terzo settore. Le trasformazioni in atto sono destinate a mutare il rapporto di questo mondo con la politica, chiamandolo a nuove e più alte responsabilità. Non è utile al Paese un associazionismo frammentato e corporativo, collaterale e subalterno alla politica; può essere invece prezioso il contributo leale e costruttivo di un associazionismo veramente autonomo, in grado di esprimere reale capacità di rappresentanza sociale e di proposta.

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L'Arci e i partiti

Il progetto dell'Unione, che l'Arci nella sua autonomia aveva scelto di sostenere attivamente, è tramontato insieme al governo Prodi. Oggi il centrosinistra si presenta diviso all'appuntamento del 13 aprile. E' comunque positivo che la storica frammentazione della sinistra oggi si ricomponga in due grandi aggregazioni. Due proposte politiche distinte, divergenti su punti importanti ma non per questo incompatibili fra loro in prospettiva. Due opzioni che auspichiamo possano esprimersi e competere nel merito dei rispettivi programmi, senza cedere alla tentazione di vedere proprio nell'ex alleato il principale avversario.
Siamo infatti convinti che un obbiettivo comune a tutto il centrosinistra ancora ci sia: evitare che il Paese torni indietro, contrastare il disegno restauratore di una destra populista, affarista, clericale e antidemocratica; mobilitare le energie sane del Paese, dimostrarsi capaci di voltare pagina e aprire una nuova stagione di cambiamento; offrire una prospettiva credibile ad un'Italia stanca di politicismo ma ancora disponibile alla buona politica. E' una sfida per tutti.
In questo quadro, l'Arci ribadisce la sua collocazione autonoma, di soggetto indipendente e plurale della sinistra italiana. E non rinuncia - anche in un momento di divisioni fra i partiti - a proporsi come laboratorio unitario, in cui si può continuare a tenere, nei territori e nelle comunità, il filo di un ragionamento e di un lavoro comune.
Vogliamo concorrere allo sforzo collettivo di ridarsi un pensiero e un progetto partendo dal basso, dai luoghi di vita e di incontro delle persone, dove si devono ricostruire le relazioni sociali, le pratiche di cittadinanza, la discussione pubblica e la responsabilità civile. Facendo dei nostri circoli lo spazio libero di confronto e di impegno collettivo di cittadine e cittadini impegnati per il bene comune.
E anche nella campagna elettorale svolgeremo nei confronti delle forze del centrosinistra un ruolo utile di sostegno e di stimolo, a partire dagli obbiettivi per cui siamo impegnati ogni giorno nella società.

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Le nostre proposte

Vogliamo un Paese che non separi l'obbiettivo dello sviluppo da quello della giustizia sociale e del benessere di tutti i cittadini e le cittadine; che cerchi uno sviluppo sostenibile conciliando solidarietà diritti e produttività, valorizzando il suo capitale umano, la dignità del lavoro, il patrimonio culturale e ambientale, la qualità della vita, la coesione sociale.
Un Paese governato da un nuovo patto di cittadinanza per il bene comune.

* Potenziare e innovare il sistema pubblico di welfare. Un welfare capace di garantire i diritti universali e guardare alla nuova complessità dei soggetti sociali e dei bisogni con un sistema articolato di servizi e di opportunità che ponga al centro le persone, la prevenzione e la promozione sociale.

* Spostare risorse verso la spesa sociale, che non va considerata un costo ma un investimento nel capitale umano e nel futuro dell'Italia. Ridistribuire risorse per superare le diseguaglianze e le condizioni di grave povertà che esistono nel nostro Paese. Definire i livelli essenziali di assistenza, aumentare i fondi per la non autosufficienza, i servizi per l'infanzia e la famiglia.

* Dare centralità al lavoro come base del patto di cittadinanza, fattore di emancipazione e di libertà. Investire sulla piena e buona occupazione. Arginare la precarietà del lavoro, l'uso distorto dei contratti atipici, l'abuso del lavoro a termine e flessibile, il ricorso al lavoro nero. Adottare provvedimenti efficaci per tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro.

* Garantire efficienza ed equità al sistema fiscale, strumento indispensabile per sostenere le politiche pubbliche di interesse generale. Proseguire la lotta all'evasione e accentuare il carattere progressivo del prelievo fiscale. Riqualificare e moralizzare la spesa pubblica per restituire fiducia ai cittadini ed accrescere l'efficienza e l'efficacia dei servizi.

* Rilanciare le politiche per il diritto alla cultura. Promuovere la crescita culturale diffusa del Paese garantendo ad ogni persona l'accesso alle conoscenze, la formazione permanente, la fruizione dei beni culturali. Favorire lo scambio interculturale. Sostenere la creatività giovanile, le produzioni, i consumi e le attività culturali, anche con la riforma delle leggi di settore per la musica, il cinema, lo spettacolo dal vivo.

* Rafforzare il diritto all'istruzione e il ruolo della scuola pubblica, per una formazione di base che costruisca sapere critico, autonomia e responsabilità nelle nuove generazioni, e promuova l'educazione alla cittadinanza e alla legalità. Investire nella formazione d'eccellenza, nella ricerca, nella qualità delle nostre Università. Valorizzare l'esperienza formativa del Servizio Civile Nazionale garantendo a tutti i ragazzi e le ragazze la possibilità di accedervi.

* Difendere la laicità dello Stato e l'autonomia delle sue istituzioni da ogni ingerenza confessionale. Tutelare la libertà di scelta e di coscienza, l'autonomia di pensiero e l'autodeterminazione delle persone. Promuovere la laicità come valore fondante della democrazia, condizione di agibilità di uno spazio pubblico in cui sappiano convivere nel rispetto reciproco le diverse identità culturali e religiose.

* Estendere i diritti civili e renderli realmente esigibili per tutti e tutte. Garantire uguale dignità e pari opportunità ad ogni cittadino e cittadina, indipendentemente dalle differenze di genere o di orientamento sessuale. Promuovere un'effettiva parità di diritti ed opportunità per le donne nella società italiana. Superare le discriminazioni nei confronti delle forme di convivenza diverse dal matrimonio.

* Varare nuove norme sull'immigrazione per regolarizzare chi già lavora nel nostro Paese e favorire la possibilità di entrarvi legalmente. Attuare efficaci politiche di inclusione per dare agli immigrati la possibilità di esercitare in condizioni di reale uguaglianza diritti e doveri di cittadinanza, compreso l'accesso al voto nelle elezioni amministrative.

* Dare piena attuazione all'articolo 21 della Costituzione. Garantire il diritto ad un'informazione corretta e pluralistica, alla libertà di pensiero e di espressione. Riqualificare il servizio pubblico radiotelevisivo. Riformare le leggi sull'editoria sostenendo i media indipendenti e autogestiti. Favorire l'accesso agli strumenti della comunicazione per le organizzazioni e i temi di rilevanza sociale.

* Valorizzare il ruolo dell'associazionismo. Investire sulla responsabilità delle persone e delle comunità per dare piena attuazione alla democrazia partecipativa e interpretare correttamente il principio di sussidiarietà sancito dalla Costituzione. Dare stabilità e continuità agli strumenti nazionali e regionali di concertazione, coprogettazione e controllo partecipativo con il coinvolgimento del terzo settore.

* Armonizzare le leggi sul terzo settore per rafforzare la dimensione partecipativa, il profilo etico e la qualità sociale del non profit. Incentivare la capacità di produrre sviluppo sociale e buona occupazione nel terzo settore. Assicurare strumenti certi ed efficaci per il sostegno libero e trasparente alle organizzazioni non profit, anche con la stabilizzazione del "5 per mille".

* Investire nell'ambiente, con un piano energetico nazionale che rispetti il protocollo di Kyoto e sviluppi fonti di energia rinnovabili. Realizzare il ciclo integrato dei rifiuti puntando sulla riduzione, la raccolta differenziata e il riciclaggio. Promuovere i consumi locali e biologici e la mobilità sostenibile. Favorire la partecipazione della cittadinanza alle scelte, la prevenzione e il presidio attivo del territorio.

* Lavorare per la pace e i diritti dei popoli. Aumentare l'impegno dell'Italia nell'azione politica e diplomatica per la composizione pacifica dei conflitti, l'affermazione del diritto internazionale e di un governo democratico e multilaterale del mondo. Attuare scelte coerenti per il disarmo e la smilitarizzazione del territorio. Ridurre le spese militari a vantaggio delle risorse per la cooperazione allo sviluppo.

* Approvare una nuova legge della cooperazione internazionale che valorizzi il ruolo delle Ong, dell'associazionismo e degli Enti Locali a sostegno dell'azione del nostro Paese nella lotta alla povertà e alla miseria nel pianeta, nella costruzione della pace e della giustizia sociale, nella salvaguardia dei diritti umani per tutti riconoscendo il ruolo della società civile globale.