著者: ANDREA AGOSTINI 日付: To: forumgenova 題目: [NuovoLab] la proposta di legambiente per la pianificazione
urbanistica a genova
dal corriere mercantile di martedi 11 marzo
La proposta di legambiente
Una variante al Puc per tutelare le aree libere
L¹associazione chiede una norma di salvaguardia in attesa della revisione
del Piano urbanistico comunale
?Una variante di salvaguardia al Piano urbanistico comunale, per tutelare e
valorizzare le aree libere e liberabili in attesa della revisione completa
del Puc. E¹ la proposta avanzata da Legambiente e rivolta
all¹amministrazione comunale e, in particolare, alla sindaco Marta Vincenzi,
che ha la delega all¹Urbanistica. La proposta, firmata dal presidente di
Legambienteliguria Stefano Sarti, dal presidente del Comitato scientifico
dell¹associazione Giovanni Spalla e dal presidente del circolo Nuova
Ecologia di Legambiente Genova, Andrea Agostini, parte dalla considerazione
che «la madre di tutti i recenti guai per il territorio genovese è stata la
revisione del Puc del 2000», che ha portato con sé effetti come la
³famigerata² norma sul trasferimento dei volumi, all¹origine di tanti
contestati interventi edilizi nel levante genovese. La proposta
dell¹associazione ambientalista è quella di definire una variante di
salvaguardia relativa alle «aree libere e liberabili destinate o da
destinare a verde, servizi e impianti tecnologici e collettivi», in modo da
aumentare la superficie di territorio fruibile a tutti, da preservarlo e
garantire, anche, maggiori entrate alle casse del Comune.
La prima richiesta è quella di avviare una verifica territoriale degli
standard urbanistici «sia a livello di quartiere che a livello urbano e
metropolitano, nel rispetto della normativa nazionale e delle direttive
europee», ma interpretando in maniera innovativa il concetto di standard
urbanistico in termini di ambiente, energia e coesione sociale, «anche come
una questione di principio, secondo il quale, ogni cittadino ha diritto di
usufruire, nei luoghi di residenza e nei luoghi di lavoro, di aree e servizi
collettivi accessibili e di valore ambientale tali da garantire una qualità
della vita dignitosa». Un¹interpretazione, questa, che dovrebbe garantire un
maggiore equilibrio delle condizioni di vivibilità e sociali sul territorio
cittadino. La verifica degli standard dovrebbe essere accompagnata da un
abbattimento degli indici di edificabilità, sia in termini di volume che di
superficie, valutati in ogni singola zona; dalla modifica della destinazione
d´uso delle aree ex agricole, per farle tornare agricole e, assegnarle, con
gare, a cooperative sociali e associazioni di quartiere. In questo modo il
territorio sarebbe curato e il Comune potrebbe beneficiare dalle entrate
derivate dall¹affitto delle aree. La variante dovrebbe prevedere poi una
verifica delle destinazioni d´uso dei giardini privati utilizzati come
parcheggi, per verificare che siano rispettate le norme sia fiscali che
urbanistiche, la demolizione degli abusi edilizi o il loro trasferimento al
patrimonio pubblico, come prevede la legge; l¹applicazione di un vincolo
assoluto sui territori pubblici e privati di valore paesaggistico, a
cominciare dagli uliveti (formalmente già protetti ma abbattuti in molti
casi) e, infine, l¹obbligo dei proprietari di terre colte ed incolte alla
manutenzione e decoro per evitare rischi ambientali (inondazioni,
incendi....). «La verifica territoriale degli standard operata in questo
modo può essere l´occasione - spiegano i rappresentanti di Legambiente - per
preservare le aree che il Comune ritiene strategiche per la piena attuazione
del nuovo Puc, in termini di edilizia pubblica, di parchi, giardini,
infrastrutture, necessarie al porto e alla città». Si attendono risposte da
Tursi.
a.c.