[NuovoLab] Un Baluardo di SOLIDARIETA'

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Auteur: Comunità di S. Benedetto al Porto
Date:  
À: Mailing list del Forum sociale di Genova
Sujet: [NuovoLab] Un Baluardo di SOLIDARIETA'
Un baluardo di solidarietà


Nelle scorse settimane un delegazione della Comunità di San Benedetto al
Porto, ha visitato la più grande struttura pubblica di Barcellona per il
consumo igienico di sostanze stupefacenti, la Sala Baluard.

Quello che segue è un report della visita e dell'incontro con
l'associazione che gestisce il progetto, nonché la voglia e la volontà di
costruire un simile opportunità anche in Italia.

(puoi leggere l'articolo con i link di riferimento anche su http://www.sanbenedetto.org )

* * *

Molti di voi sono stati a Barcellona, la citta' d' adozione di Antoni
Gaudi' e nativa di Joan Miro'.
Sicuramente avrete visto o sentito parlare dei suoi meravigliosi siti
architettonici, della citta' vecchia affacciata sul mare o le bellezze di
Park Guell che dominano dall'alto il capoluogo catalano.
Ma quanti di voi, concludendo la passeggiata attraverso les ramblas
terminando alle spalle del Colom, l'imponente statua che ricorda il
navigatore genovese, sapevano che proprio li' a poche decine di metri si
trovava un vero e proprio baluardo di solidarieta'? Proprio li'! Tra il
Museo del mare il Raval, il quartiere piu' popolare della ciutat vella, si
trova la SALA BALUARD.

Che cos'e' la sala Baluard?
Semplicemente una SALA PER IL CONSUMO igienico di sostanze stupefacenti!

Cosa sono le Sale per il consumo?
In base alle esperienze europee, la sala igienica del consumo è un luogo
circoscritto (tipo ambulatorio medico, ma non solo), sotto la
giurisdizione e controllo del Servizio Sanitario Nazionale, gestito da
medici, operatori sociali e volontari, in cui è consentito l'accesso, in
accordo con la Magistratura e le Forze dell'Ordine, di consumatori e
tossico-dipendenti, di cui verrà creata una cartella clinica.
Le persone arrivano già munite di sostanza stupefacente, con lo scopo di
permettere loro l'uso in un ambiente clinicamente tutelato, sufficiente ad
ostacolare il contagio delle malattie infettive (HIV-HBV-HCV) e garantire
il pronto intervento medico in caso di overdose o altra necessità. In
sostanza è un servizio socio-sanitario, dove si cercano di risolvere
problemi socio-sanitari, dove non si promuove l'uso della droga ma si
tutela la salute; si va incontro a chi continua a "farsi" e a chi cerca di
uscirne, a chi cerca di rimanere in vita. Non si immagina nemmeno quanto
sia importante avere una sedia ed un piano puliti su cui potersi
appoggiare, piuttosto che farlo per terra in strada, riacquistando
dignità! Agganciare un tossico-dipendente a questo tipo di servizio è un
vantaggio per la persona e per tutta la società.

Ci incamminiamo verso le mura dove si trova appunto la Sala...all'ingresso
leggiamo un cartello
“Le stanze igieniche del consumo sono una soluzione!”
All'ingresso ci chiedono un numero per fare la coda...fatichiamo un po'
con il nostro spagnolo rudimentale per spiegare da dove veniamo, chi siamo
e che vogliamo conoscere questa struttura, le persone che ci lavorano e la
loro esperienza...

Abbiamo subito incontrato ESTHER HENAR PEREZ una delle fondatrici de
L’Associació Benestar Desenvolupament (ABD) che dagli anni ’80 lavora
nell’ambito delle dipendenze e l’aids.
Ci racconta che nel 2001 l’ONG spagnola ABD trasforma la sua unità di
strada in un luogo fisso, dove è possibile l' auto somministrazione
controllata dell’eroina. Si tratta di uno spazio illegale, non
riconosciuto giuridicamente o istituzionalmente ma che servira' come punto
di partenza per un percorso che porterà all’apertura, in tutta la Spagna,
di questi importanti luoghi.
Dal 2004 infatti la Sala e' stabile e riconosciuta, da soli pochi mesi è
sita all’interno della nuova struttura che abbiamo potuto visitare!

Il nostro incontro sara' lungo e' pieno di dettagli ma alcuni dati
importanti balzano subito agli occhi con estrema evidenza...

Esther, coordinatrice della struttura, ci tiene subito a sottolineare il
riconoscimento che la struttura ha avuto dagli abitanti del Raval
(quartiere popolare del centro storico adiacente la Sala).
Nel quartiere infatti non esiste più l’uso di sostanze per strada, sulle
panchine, negli androni o nelle piazzette. Tutto si svolge all’interno
della Sala Baluard, aperta 24h al giorno.
Al suo interno vi lavorano infatti 3 equipe con turni di 8 ore a copertura
dell'intero orario della giornata, per un totale di 50 persone operanti.
Medici, infermieri, educatori, operatori. Tutti hanno la capacità di
intervenire in situazioni di emergenza.
Le utenze della sala si aggirano intorno alle 400 persone giornaliere.
Il 60% di questi sono stranieri. E’ curioso vedere i dati della
ripartizione di questa percentuale: una parte è proveniente dal Magreb,
una dall’Est Europa mentre un’altra parte consistente sono giovani
italiani.
Altro dato rilevante e' che non serve alcun documento per accedere alla
sala!
Un’alta percentuale delle persone che iniziano il rapporto con la
struttura decidono di intraprendere la strada della somministrazione del
metadone.
A Barcellona ci sono quattro diverse sale del consumo e una unità di strada.
Altre sale sono dislocate a Madrid, Valencia e Bilbao.

Dopo la discussione, Esther ci ha guidato in una visita itinerante delle
sale. Percepiamo subito un importantissimo elemento “non detto”: qualcosa
che non puo' stare all'interno di una tabella o di una statistica:
percepiamo cioe' la DIMENSIONE UMANA che si crea con le persone accolte
all'interno della sala; Esther conosce per nome quasi tutti i ragazzi che
sono a cercare conforto dopo una notte passata a dormire sui marciapiedi
ed essi vengono trattati come persone a cui viene restituita la dignita':
passaggio di relazione fondamentale per liberarsi da una dipendenza... i
ringraziamenti per come sono accolti sono ripetuti continuamente.
Visitando tutta la struttura ci appare chiaro tutto quello che Esther ci
aveva detto fino a quel momento sui risultati ottenuti:
I morti per overdose sono drasticamente diminuiti perché in questi luoghi,
al contrario di quanto avviene per strada, ci sono medici specializzati
per un pronto intervento; il contagio diminuisce grazie ad una situazione
di maggiore igiene; lo smaltimento delle siringhe e del materiale infetto
è più efficace e non si disperde per la strada. Riconoscere l'esigenza di
un tale luogo vuol dire restituire dignita' a queste persone.
In Italia se ne e' parlato, poco, nel resto d'Europa (Barcellona, Madrid,
Francoforte sul Meno, Amburgo, Zurigo, Basilea, Ginevra, Rotterdam e tante
altre) si sperimentano da più di quindici anni.

Termina la visita, è tempo di andare! Nella seconda parte della mattinata
l'affluenza alla sala aumenta e il loro delicato lavoro riprende piu'
febbrile. Salutiamo Esther con un arrivederci a presto nella nostra città,
Genova, perche' divulgare e far conoscere il loro lavoro e' vitale e
importante per il nostro paese.
Usciamo cosi' dalla Sala Baluard caricati dalla forza di una straordinaria
esperienza dalle mille suggestioni e dalle enormi similitudini esistenti
tra Genova e Barcellona: il centro storico diviso dalle ramblas cosi come
il nostro è diviso da via San Lorenzo; Plaza Catalunya che divide la
Barcellona medievale da quella moderna cosi' come la nostra Piazza de
Ferrari divide il centro storico da quello moderno; una citta' a ridosso
sul mare che sa inerpicarsi pero' sulle alture del Tibidabo e del
Montjuic...

Ci incamminiamo verso la statua di Cristoforo Colombo che indica, con
l'indice rivolto al mare, nuove vie e nuovi orizzonti da praticare, e ci
ripetiamo che si, una sala del consumo anche a Genova ...SI PUO' FARE! Si
deve fare!


Domenico Chionetti
Comunita' San Benedetto al porto
Genova, 12 marzo 2008