Autore: ugo Data: To: aderentiretecontrog8, forumgenova Oggetto: [NuovoLab] Un colpo di spugna sul murale per Dax
Una provocatoria e gratuita iniziativa del comune di Milano proprio nelle
giornate che ricordano l'uccisione di Dax e il trentennale dell'assassinio di
Fausto e Iaio
Milano De Corato colpisce ancora. Il pluri-confermato vicesindaco,
parlamentare di An dal 1994, nato e cresciuto nella culla dell'Msi, sta
inseguendo un disegno politico ineccepibile. La sua politica del «Modello
Milano» per la sicurezza non si frena più, e colpisce a freddo centri sociali,
associazioni partigiane, persino i muri della città: ieri il comune di Milano
ha fatto cancellare per la seconda volta il murale in memoria di Davide Cesare,
detto Dax, il giovane ucciso a coltellate il 16 marzo di 5 anni fa da tre
balordi di estrema destra. L'avevano già fatto nel settembre 2007 e anche
allora non era servito perché neppure un mese dopo il murale era stato
ridisegnato, sfida aperta al tentativo di cancellare un pezzo di memoria.
Questa volta la provocazione è ancora più evidente. La scelta della data del
nuovo colpo di spugna cade proprio fra l'anniversario della morte di Dax e il
doloroso ricordo dell'uccisione di Fausto e Iaio - avvvenuta 30 anni fa - i cui
colpevoli non sono ancora noti.
Luciano Muhlbauer, consigliere regionale di Rifondazione, ha commentato questo
provvedimento sottolineando «sappiamo bene come la pensa il vicesindaco De
Corato e tutti in città conoscono le sue crociate per riabilitare il fascismo
storico». C'è da dire che senatore e signora (Silvia Ferretti, consigliere
regionale di An) non hanno mai mancato di rendere note le loro provocatorie
posizioni, occupandosi di far modificare la lapide di Piazza Fontana dedicata a
Pinelli sostituendo la parola «ucciso» con «morto», oppure inserendo la sede
Anpi di via Mascagni tra le proprietà comunali in vendita, senza neppure
degnarsi di avvisare i partigiani, che occupano la sede dal 1946 e si trovano
ora sotto sfratto. «Non sono casi isolati - spiega Daniele Farina, deputato del
Prc e storico portavoce del centro sociale Leoncavallo - perchè quello che De
Corato persegue è un tentativo di cancellazione della memoria, è una sorta di
linea nera tenuta dalla giunta comunale di Milano, da 15 anni in mano al
centrodestra. I sindaci passano ma il vicesindaco resta». L'obiettivo che
spinge il Comune ad inasprire i toni è quello di trasformare la città in una
vetrina asettica in vista dell'Expo del 2015 (sempre ammesso che il 31 marzo
Milano vinca la sfida con Smirne); per l'occasione, il comune non ha fatto
mistero delle sue intenzioni perseguendo una politica della sicurezza che
attanaglia tutte le realtà milanesi che si distaccano dal principio di pulizia
della città. «Quella dell'amministrazione - continua Farina - è una politica
sottaciuta dalla stampa e fatta di pulizia etnica in cui si sceglie
semplicemente il nemico più facile da attaccare, che sia rom, immigrato o
antagonista».
Rispetto alla questione del murale, i toni usati dagli amici di Dax non sono
più pacati: «E' innegabile che la cancellazione del murale in questi giorni
particolari non sia casuale. I dispetti non esistono in questa faccenda, esiste
solo la provocazione e l'attacco alla memoria antifascista, non solo di Dax».
Oltre a questo, spiegano, l'azione del comune è mossa dalla volontà di imporre
un modello di città vetrina, senza gli stimoli vitali che il movimento propone,
e c'è il tentativo di cancellare le espressioni artistiche genuine della città,
come i murales, che non sono vissuti come un valore aggiunto, ma come un
aspetto negativo da estirpare. Se il movimento milanese stia davvero soffocando
lentamente a causa dei colpi di De Corato, questo è da stabilire. I compagni di
Dax intanto dicono di raccogliere la sfida, e giurano che quel murale lo
rifaranno ancora, anche mille volte. Stessa sorte era capitata al murale per
Fausto e Iaio da sempre presente in via Mancinelli: è stato cancellato e
rifatto neppure un anno fa. Oggi il trentesimo anniversario della morte dei due
ragazzi viene ricordato con iniziative, incontri e con un presidio proprio in
via Mancinelli, dove furono assassinati dai fascisti.
La risposta di De Corato, anzi una strana domanda, comunque è arrivata e fa
quasi tenerezza: «Il murale se si fa per uno si fa per tutti, e dove mettiamo i
murales per gli altri morti? Per il commissario Calabresi, per l'agente Custrà?
Perchè per Dax sì e per gli altri no? Per tutti abbiamo messo targhe, steli,
monumenti: tutti sono ricordati». Bella idea, e allora invece di cancellare
quelli degli «altri» potrebbe incaricare i suoi amichetti di colorare altri
muri come piace a lui. Magari di nero. Del resto, queste a Milano sono giornate
particolari, per cui non sarà certo un vice sindaco sbiadito che non sa più
cosa fare per guadagnarsi la ribalta a cancellare con un colpo di spugna la
memoria della lotta all'antifascismo
Mariangela Maturi
il manifesto - 18 Marzo 2008
ub
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Non potendo rafforzare la giustizia si è giustificata la forza B. Pascal
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