[8marzo]Contestazione delle compagne a Palermo contro gli antiaboristi del
movimento per la vita.
Un migliaio di persone sono scese in piazza a Palermo per la giornata
Internazionale della donna.
Noi come assemblea delle compagne non siamo mai scese in piazza in questa
giornata proprio perché nel corso dei decenni è diventata sempre più un
evento commerciale e istituzionalizzato
Ma ieri aveva senso essere piazza proprio perché negli ultimi mesi è in
corso un attacco reazionario ai diritti delle donne , che si è manifestato
sempre più arrivando al momento più grave per cui tutte noi ci siamo
indignate che è stato il blitz della polizia in un ospedale di Napoli dopo
che una donna aveva abortito e ancora sotto effetti dellanestetico ha
subito un interrogatorio da parte della polizia
Non possiamo tollerare da parte dello stato atti di violenza del genere..
e a tutte queste provocazioni e non, noi rispondiamo con la lotta ..per
l8 marzo e tutti i giorni della nostra esistenza.
Il corteo di ieri a Palermo era stato indetto da una sigla costituitasi
per la manifestazione che era coordinamento x la 194 nel quale partiti dal
pd a rifondazione,sindacati dalla cgil ai cobas , arci e da alcuni centri
sociali. Noi invece valutando che questa non e un epoca storica in cui
ce bisogno di calderoni costruiti con mediazioni e contenuti al ribasso
, ma di una politica autonoma che costruisca processi di lotta reali ,
abbiamo deciso di non aderire al coordinamento, ma di essere in piazza con
i nostri contenuti.
Il nostro striscione : Giù le mani dalla 194,contro chiesa e stato
,lottiamo per il diritto allaborto.
Siamo scese in piazza con dei grembiuli da cucina sporchi di rosso (
sangue ),un cucchiaio e del prezzemolo,proprio come simboli dellaborto
clandestino.
Proprio per questo difendiamo la 194, nonostante la contestiamo e
critichiamo in molti dei suoi punti ma meglio questa che niente.
Ma la nostra giornata di lotta non è terminata la mattina anzi il momento
che noi riteniamo piu importante si è svolto in serata al teatro
politeama dove abbiamo contestato un galà organizzato dal movimento per la
vita, entrando silenziosamente tra dame con pellicce, assessori e pezzi
grossi della borghesia palermitana siamo saliti nei balconi del teatro e
abbiamo esposto lo striscione urlando cori e slogan che difendevano la
194, il diritto allaborto e la libera scelta di tutte le donne a decidere
del proprio corpo.
Subito sono arrivate le guardie del dis-ordine e le capoccia del movimento
per la vita che volevano farci togliere lo striscione,dopo momenti di
tensione siamo riuscite a restare li con il nostro striscione appeso
.
ASSEMBLEA DELLE COMPAGNE
http://isole.ecn.org/excarcere
segue il volantino distribuito in piazza:
GIU LE MANI DALLA 194,CONTRO CHIESA E STATO, LOTTIAMO PER IL DIRITTO
DABORTO !
Da tempo stiamo assistendo ad un grave attacco nei confronti della libertà
e dellautodeterminazione delle donne. Questo attacco non riguarda solo il
tema della libertà di scelta nella procreazione: è un tentativo di imporre
norme di regolazione e controllo sul nostro corpo, il nostro orientamento
sessuale, i nostri stili di vita, e le forme della nostre relazioni. Per
questo il tema portante della manifestazione di oggi giornata
internazionale della donna sarà lautodeterminazione, la libertà di scelta
delle donne.
L '8 marzo deve essere una giornata di lotta contro le vessazioni e i
soprusi che la donna ha dovuto subire nel corso dei secoli e a maggior
ragione oggi siamo in piazza per difendere ciò che era stato conquistato
con anni di lotte. La 194 è una vittoria per le donne che vedono
finalmente riconosciuta la possibilità di decidere autonomamente sul loro
corpo senza dover mettere in gioco la propria vita sui tavolacci di un
ambulatorio clandestino; ma più in generale è una vittoria per tutt*
coloro che ritengono che a decidere sulla sessualità e sugli aspetti più
intimi dell'esistenza non dovrebbero essere le gerarchie ecclesiastiche.
Questa legge è un primo e minimo passo (a cui nella realtà ben pochi ne
sono seguiti) per riconoscere alla donna un ruolo diverso nella società,
svincolandola dall'unico ruolo in cui per anni è stata relegata: quello di
generare figli indipendentemente dai suoi desideri. In tutti questi anni
gli attacchi alla libertà delle donne di decidere sul proprio corpo non
sono venuti meno. Ci hanno pensato le gerarchie ecclesiastiche, i gruppi
di "estremisti per la vita", come i clerico-fascisti del "movimento per la
vita", che si sono subdolamente intromessi negli ospedali e nei consultori
e, con strumenti di disinformazione hanno da sempre attuato un lavoro di
intimidazione e colpevolizzazione contro quelle donne che, dovendo
ricorrere ad un'interruzione di gravidanza, si sono trovate in una
situazione ancor più difficile e dolorosa. E' davvero incredibile e
davvero intollerabile che ancora qualcuno tenti di mettere in discussione
la legalizzazione dell'aborto e che si parli delle donne come di menomate
mentali non in grado di intendere e di volere, incapaci di gestire le
proprie scelte responsabilmente o addirittura come delle mostruose omicide
che senza scrupoli premeditano l'assassinio di ciò che potrebbe/dovrebbe
diventare un nuovo essere umano. Se non bastasse, il concetto di
autodeterminazione della donna, un'idea (nonché una pratica) che parrebbe
assodata e condivisa dopo decenni di faticose lotte, viene ora riletta e
interpretata in chiave ideologica, come fosse una pretesa abusiva o
un'invenzione e non un diritto. E' chiaro inoltre che qui non è in gioco
solo l'aborto ma anche il controllo della fertilità e il diritto alla
sessualità scissa dalla procreazione. Tre cose che evidentemente ancora
oggi, agli uomini e alla Chiesa, non piace che vengano gestite dalle
donne. Eppure, che piaccia o no la decisione spetta solo alle donne e a
nessun altro. Per millenni alle donne non è stato concesso di decidere se
e quando procreare. Da quando sono stati inventati i metodi di controllo
delle nascite o i metodi contraccettivi, le donne hanno invece scoperto
come evitare di fare figli contro la loro volontà, ma soprattutto hanno
riscoperto il gusto di volere dei figli, di desiderarli veramente. Il
fatto che i metodi anticoncezionali siano tanto invisi al Potere clericale
e non solo, dimostra che ciò che dà fastidio è proprio il fatto che a
controllare la procreazione sia la donna. Essere donne significa lottare
per l'aborto libero e gratuito, appartenere a noi stesse e non più allo
stato, alla famiglia, ad un bambino che non desideriamo. Noi faremo dei
figli se ne avremo voglia, se la società in cui viviamo è conveniente per
noi e per loro, se essa non farà di noi le schiave di questi bambini. Ogni
donna ha il diritto inalienabile di gestire il proprio corpo e quindi la
propria sessualità da sempre finalizzata unicamente alla produzione dei
figli. Siamo stanche di vederci scavalcate nelle scelte e di non poter
gestire liberamente la nostra vita!!!
- SUL NOSTRO CORPO DECIDIAMO NOI
- PER L'AUTODETERMINAZIONE DELLA DONNA
- CONTRO LE INGERENZE DEL VATICANO
- CONTRO OGNI FORMA DI VIOLENZA SULLE DONNE
- GIU LE MANI DALLA 194,LIBERE DI SCEGLIERE SU SESSUALITA, ABORTO,
CONTRACCEZIONE E MATERNITA
ASSEMBLEA DELLE COMPAGNE
Centro Sociale ExKarcere,
Collettivo Universitario Autonomo
(assemblea delle compagne tutti i giovedì alle ore11.00 aula 4/b facoltà
di lettere e filosofia)
assembleadellecompag@???
myspace.com/assdellecompagneexcarcere
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Ras mailing list
Ras@???
https://www.autistici.org/mailman/listinfo/ras