[Forumlucca] I: [FacciamoBreccia] R: [Fuoricampo] BOLOGNA Sa…

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Auteur: aunchb@tin.it
Date:  
À: spaziautogestiti, forumlucca
Sujet: [Forumlucca] I: [FacciamoBreccia] R: [Fuoricampo] BOLOGNA Sabato 8 Marzo ore 15.00 PRESIDIO ITINERANTE


----Messaggio originale----
Da: nicpoidi@???
Data: 7-mar-2008
6.42 PM
A: "facciamobreccia"<facciamobreccia@???>
Ogg:
[FacciamoBreccia] R: [Fuoricampo] BOLOGNA Sabato 8 Marzo ore 15.00
PRESIDIO ITINERANTE

Ebbrave Quelle che non ci stanno!!!!

Anche a
Milano non ci stiamo: ecco qui il nostro volantino che distribuiremo
domani durante la nostra iniziativa (in realtà ne distribuiremo 5
diversi,
ma questo è specifico per la giornata)

Ciao, Nic


* * * * *
* * * * * *
Autodifesa della vita: obiettiamo gli obiettori!
http://www.
vieneprimalagallina.org/campagna.html


VIOLENZA: REAGIRE SI PUO'

In
una Milano qualsiasi, una donna deve andare in ospedale per effettuare
un¹interruzione di gravidanza: il medico le dice che la sua priorità è
salvare l¹ovulo fecondato, del ³contenitore² si preoccuperà più tardi.
è un
obiettore. Lei inizia un pellegrinaggio tra i vari ospedali,
cercando un
medico che non anteponga la propria morale alla sua salute
e libertà di
scegliere quando fare o non fare un figlio.

In una Napoli
qualsiasi, sommersa dall¹immondizia, una donna soffre di
frequenti e
dolorose emorragie: è l¹endometriosi, una malattia provocata
dalla
diossina liberata dai rifiuti tossici, una malattia che provoca
numerosi disagi fino alla sterilità. Nelle periferie partenopee il
business
della ³monnezza² vale miliardi di euro, come il traffico
d¹armi alimentato
dalle continue guerre, ma la vita di chi vi abita non
vale nulla. Lei lotta
insieme ad altre donne e altri uomini perché non
siano riaperte le
discariche per quei rifiuti tossici.

In un
supermercato qualsiasi, una donna lavora alla cassa. Il suo turno dura
ore, deve andare in bagno. Ma la pausa le viene negata: al limite della
sopportazione, è costretta a farsela addosso. È donna e pure immigrata:
deve
tacere e subire e magari alla fine anche ringraziare. Ma non ci
sta e
denuncia l¹azienda al sindacato. Come ritorsione viene picchiata,
minacciata, ridotta priva di sensi nello spogliatoio. La direzione
insinua
che si sia fatta male da sola: quella violenza dev¹essere
negata, tenuta
nascosta. Lei non si ferma, e rende pubblici lo
sfruttamento e l¹aggressione
di cui è stata vittima.

In una casa
qualsiasi, durante una lite con il compagno/marito/convivente,
dopo
mesi di pressioni psicologiche e fisiche, una donna viene picchiata a
sangue e minacciata. Anche quella violenza va tenuta nascosta: dovrà
dire di
essere caduta dalle scale. Lei ne parla con altre donne che
l¹aiutano ad
andarsene da casa.

Non si tratta di casi isolati. In
tante case e in tanti luoghi di lavoro la
violenza viene normalizzata
come ³pane quotidiano², come modalità di
relazione, come parte di un
sistema che vede in famiglia come sul lavoro e
nelle relazioni
negazione, oppressione, ricatto, complicità, sfruttamento,
subordinazione.

Contro le donne, le lesbiche e le/i migranti è in
atto la stessa guerra
criminale che i ³nostri² militari esportano
altrove.

Obiettiamo il medico obiettore; rifiutiamo il ricatto e lo
sfruttamento sul
lavoro e rifiutiamo le logiche di guerra; rompiamo le
complicità e il
silenzio sulla violenza quotidiana, dentro e fuori le
mura domestiche.
Attraverso l¹autonomia dai ruoli che ci vogliono solo
madri o lavoratrici,
costruendo l¹autorganizzazione, rifiutando la
delega e riconquistando spazi
di agibilità politica all¹interno dei
posti di lavoro e della società tutta,
possiamo riempire di concretezza
la parola AUTODETERMINAZIONE.

Autodeterminazione che va agita ogni
giorno contro le politiche sulla casa,
contro l¹eliminazione dello
stato sociale che ci vuole solo come
consumatrici, scrollandoci di
dosso vittimismi e paure per avere una vita
che si possa definire tale.

Usciamo dalla difensiva per combattere chi usa i nostri corpi come
campo di
battaglia, chi ci condanna all¹oppressione e al silenzio, chi
pretende di
emanare leggi sulla nostra vita e sui nostri desideri.

Inventiamo e condividiamo insieme saperi e desideri, azioni e relazioni

REAGIRE E' POSSIBILE E NECESSARIO
LA RISPOSTA E' AUTODETERMINAZIONE E
SOLIDARIETA' FRA DONNE
NON SIAMO DONNE SOLO UN GIORNO ALL'ANNO!

8
MARZO: TRA LA FESTA IL RITO E IL SILENZIO SCEGLIAMO LA LOTTA...

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