[NuovoLab] PeaceLink scrive a Veltroni

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Author: carlo
Date:  
To: forumgenova
Subject: [NuovoLab] PeaceLink scrive a Veltroni

> COMUNICATO STAMPA
>
> VELTRONI SCRIVE AI PACIFISTI, PEACELINK SCRIVE A VELTRONI
>
> Caro Veltroni, quali sono le tue politiche di pace?
>
> Dopo lo scambio di lettere tra Veltroni e la "Tavola della Pace"
> l'associazione PeaceLink presenta il conto e chiede impegni concreti:
> riduzione delle spese militari, iniziative di "peacekeeping"
> realizzate da civili non armati, diritto all'obiezione fiscale,
> promozione della cooperazione internazionale.
>
> Nel testo della lettera indirizzata a Veltroni l'Associazione
> Peacelink solleva alcuni nodi cruciali sulla direzione che il
> candidato del PD intende dare al suo programma politico.
>
> "In che modo le tue 'politiche di Pace' si distingueranno dall'agenda
> politica degli altri partiti? - chiede PeaceLink - Per la riduzione
> delle spese militari? Finora anche i governi di centrosinistra le
> hanno aumentate. Per la riconversione dell'industria bellica e il
> blocco del commercio di armi verso paesi che violano i diritti umani?
> Improbabile, visto che Romano Prodi ha dichiarato a nome dell'Italia
> di voler rompere l'embargo con la Cina. Allora, caro Walter, quali
> sono le politiche di pace che hai in mente? Che cosa 'si puo' fare'
> per far valere il diritto internazionale in un mondo che cerca
> giustizia con le armi?"
>
> Il testo integrale della lettera e' riportato in fondo al messaggio.
>
> L'ASSOCIAZIONE PEACELINK
>
> Peacelink e' una associazione di volontariato dell' informazione che
> dal 1992 offre una alternativa ai messaggi proposti dai grandi gruppi
> editoriali e televisivi. PeaceLink collabora con associazioni di
> volontariato, insegnanti, educatori ed operatori sociali che si
> occupano di Pace, nonviolenza, diritti umani, liberazione dei popoli
> oppressi, rispetto dell'ambiente e liberta' di espressione. Tutti i
> volontari di PeaceLink svolgono il loro lavoro a titolo puramente
> gratuito, per dare voce a chi non ha voce.
>
> Per maggiori informazioni:
>
> Associazione PeaceLink
> www.peacelink.it
> info@???
>
> ------------------------
>
> MATERIALI
>
> La lettera di Veltroni alla Tavola della Pace e' disponibile a questo
> indirizzo:
>
> http://tinyurl.com/2c5974
>
> Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera indirizzata a
> Veltroni dall'associazione PeaceLink:
>
> http://www.peacelink.it/editoriale/a/25328.html
>
> ------------------------
>
> Lettera aperta al candidato del PD
>
> CARO VELTRONI, QUALI SONO LE TUE POLITICHE DI PACE?
>
> Dopo lo scambio di lettere tra Veltroni e la "Tavola della Pace"
> l'associazione PeaceLink presenta il conto e chiede impegni concreti:
> riduzione delle spese militari, diritto all'obiezione fiscale,
> iniziative di "peacekeeping" realizzate da civili non armati,
> promozione della cooperazione internazionale.
>
> Caro Veltroni,
>
> Mi chiamo Carlo Gubitosa, e faccio parte dell'associazione PeaceLink
> (www.peacelink.it), una delle tante realta' associative che danno il
> proprio contributo a quella significativa esperienza di aggregazione
> culturale, politica e sociale che prende il nome di "Tavola della
> Pace".
>
> Nella lettera che hai indirizzato il primo marzo ai responsabili della
> "Tavola" e' contenuta una frase molto incoraggiante: "condivido
> l'appello ad un rinnovato impegno della politica per la pace".
>
> Non sono sicuro di aver capito bene la natura dell'impegno a cui ti
> riferisci, ma le tue parole mi fanno sperare che tu sia favorevole al
> fatto che le truppe italiane presenti all'estero in zone di guerra
> vadano sostituite (o quantomeno affiancate) da corpi civili di pace in
> zone di conflitto, per prevenire l'innescarsi di spirali di violenza
> prima che i conflitti latenti degenerino in scontri armati.
>
> Se la mia speranza corrisponde al vero, mi piacerebbe sapere da te
> quali iniziative concrete hai intenzione di intraprendere per fare in
> modo che nessun soldato italiano debba mai piu' uccidere o morire
> fuori dal territorio nazionale, e al tempo stesso quali sono le tue
> proposte a sostegno della sperimentazione di iniziative di Difesa
> Popolare Nonviolenta nell'ambito del Servizio Civile Nazionale.
>
> Sai meglio di me che il 18 febbraio 2004 un Decreto della Presidenza
> del Consiglio dei Ministri ha istituito un Comitato di consulenza per
> la Difesa Civile non armata e nonviolenta, e quindi sarebbe opportuno
> cominciare a far fruttare concretamente il denaro pubblico investito
> in questa iniziativa, passando dalla fase del dibattito all'avvio di
> iniziative concrete e tangibili. Iniziative che sarebbero
> pionieristiche piu' che sperimentali, e trasformerebbero l'Italia nel
> paese piu' avanzato del mondo in materia di risoluzione non armata e
> nonviolenta dei conflitti. Questo potrebbe giovare anche alla vita
> accademica e scientifica del Paese, perche' tutto il mondo sarebbe
> costretto a guardare all'Italia e alle sue iniziative per cercare di
> capire e risolvere quelle situazioni che non possono essere risolte
> con un invio di truppe armate.
>
> Tu parli dell'urgenza di costruire una "Comunita' Aperta" facendo
> riferimento ad Aldo Capitini, ma Capitini sognava anche una "religione
> aperta". Mi piacerebbe sapere come pensi di conciliare con l'esigenza
> di aprirsi ad altre religioni e culture, sempre piu' presenti nel
> territorio italiano, con la presenza nel Partito Democratico di una
> significativa componente che non e' "solo" cristiana o cattolica, come
> possono esserlo le comunita' cristiane di Base o gli scout
> dell'Agesci, da sempre portatori di una cultura di Pace.
>
> Mi riferisco a quei parlamentari ed esponenti del PD chiaramente ed
> apertamente ortodossi con la visione della societa' e dei rapporti tra
> lo stato e i cittadini promossa da quelle gerarchie ecclesiastiche del
> Vaticano che hanno scelto di affidare il generale Augusto Pinochet al
> giudizio insondabile di Dio con un funerale religioso, ma hanno
> condannato Piergiorgio Welby, al giudizio sprezzante degli uomini di
> chiesa rifiutando alla sua famiglia qualunque tipo di cerimonia. Come
> pensi di mantenere di fronte a queste posizioni, che hanno avuto una
> risonanza profonda in Parlamento e nel tuo partito, quella tolleranza
> e quella apertura al dialogo interreligioso che hanno segnato tutto il
> percorso umano, intellettuale e filosofico di Aldo Capitini?
>
> Nella tua lettera hai fatto riferimento ad Amos Oz nell'affermare che
> "la parola compromesso e' sinonimo di vita". Un concetto ripreso anche
> da Mohandas Gandhi nell'affermare che "E' proprio la mia insistenza
> sulla verita' che mi ha portato ad apprezzare la bellezza del
> compromesso". Gandhi aggiungeva che "Sono essenzialmente un uomo
> incline al compromesso perche' non sono mai sicuro di essere nel
> vero", ma i suoi dubbi e la sua accettazione del compromesso non gli
> hanno impedito di affermare, ad esempio, che "la democrazia
> occidentale, nelle sue attuali caratteristiche, e' una forma diluita
> di nazismo o di fascismo. Al piu' e' un paravento per mascherare le
> tendenze naziste e fasciste dell'imperialismo. Perche' oggi vi e' la
> guerra, se non per la brama di spartizione delle spoglie del mondo?"
>
> Questo e' quello che scriveva Gandhi, un uomo sempre in dubbio e che
> apprezzava i compromessi, il 18 maggio 1940. Ma nel frattempo le cose
> sono cambiate, le guerre non le fanno piu' i nazisti, ma i partiti
> democratici come quello di Clinton, e tu hai ricoperto ruoli di
> responsabilita' in un partito "democratico di sinistra" che nel 1999
> ha appoggiato quella che e' stata definita una "guerra umanitaria".
>
> Per questo motivo vorrei chiederti di attualizzare il pensiero di
> Gandhi del 1940 spiegandomi se tu oggi pensi che le guerre, umanitarie
> o meno, si facciano o si possano fare per altre ragioni piu' nobili e
> meritorie di quella "brama di spartizione delle spoglie del mondo"
> denunciata da Gandhi. In caso di risposta affermativa mi piacerebbe
> sapere da te quali sono le guerre giuste di cui tu sei a conoscenza, e
> quali sono stati i loro effetti positivi.
>
> Nella tua lettera hai affermato che "il ritiro dei nostri militari
> dall'Iraq, la battaglia per la moratoria della pena di morte e
> l'impegno di pace in Medio Oriente sono ad esempio tra le
> responsabilita' che il centrosinistra al governo ha scelto di
> assumersi e che oggi noi rivendichiamo con orgoglio".
>
> Ti chiedo quindi se pensi che per il nostro paese sarebbe un orgoglio
> o una vergogna favorire nelle zone di conflitto una presenza civile
> non armata e nonviolenta orientata alla cooperazione per lo sviluppo
> umano, che potrebbe rimpiazzare la presenza militare e armata di
> soldati italiani in Afghanistan, Albania, Bosnia Erzegovina, Congo,
> Egitto, Macedonia, Cisgiordania (Hebron), India, Pakistan, Kosovo,
> Libano, Malta, Marocco, Repubblica di Cipro, Somalia e Sudan.
>
> Questo elenco di paesi e' quello che compare sul sito del Ministero
> della Difesa alla voce "Operazioni in atto". Non credi che possa
> essere piu' utile alla causa della pace se questi soldi (e sono tanti)
> comparissero nel bilancio del Ministero degli Esteri alla voce
> "Iniziative di cooperazione internazionale"?
>
> Se non sei d'accordo con la visione del "peacekeeping" che ho
> illustrato finora, potresti spiegarmi in che modo le tue "politiche di
> Pace" si distingueranno dall'agenda politica degli altri partiti? Per
> la riduzione delle spese militari? Non credo, visto che finora anche i
> governi di centrosinistra le hanno aumentate. Per la riconversione
> dell'industria bellica e il blocco del commercio di armi verso paesi
> che violano i diritti umani? Improbabile, visto che Romano Prodi ha
> dichiarato di voler rompere l'embargo con la Cina per consentire di
> vendere anche a loro armi europee, e nel frattempo tutti i progetti e
> le agenzie di riconversione delle nostre industrie belliche sono ormai
> coperti da strati decennali di polvere. Allora, caro Walter, quali
> sono le politiche di pace che hai in mente? Che cosa "si puo' fare"
> per far valere il diritto internazionale in un mondo che cerca
> giustizia con le armi?
>
> Nella tua lettera alla Tavola della Pace hai scritto che "La politica
> deve parlare a questa comunita' con chiarezza, deve ascoltare e poi
> deve saper offire risposte". La cosa mi fa piacere, perche' questa
> affermazione mi fa sperare che queste ed altre domande cruciali, da
> sempre nell'agenda dei movimenti per la pace, possano trovare
> finalmente una risposta.
>
> Il fatto che i nodi critici delle politiche di pace siano stati elusi
> da sempre nelle stanze dei partiti non e' una semplice impressione:
> per rendersene conto basta leggere quello che ho scritto il 14
> dicembre 1999, quando anche il tuo collega di partito Massimo D'Alema
> ha voluto incontrare i responsabili della Tavola della Pace a pochi
> mesi dalla conclusione della "guerra umanitaria" della NATO. Queste
> richieste, che non sono mie invenzioni, ma aspirazioni comuni a tutti
> gli amici della nonviolenza, non sono state solo disattese, ma
> sistematicamente cancellate dal dibattito e dall'agenda politica dei
> partiti. Mi auguro che tu possa fare di meglio.
>
> Ecco qui, caro Walter, alcune delle richieste che i pacifisti e gli
> amici della nonviolenza gridano al vento da piu' di un decennio. Ti
> assicuro che tutto questo "si puo' fare", ed e' un ragionevole
> compromesso tra i tempi lunghi della politica e la fretta di chi sogna
> un mondo che trova il coraggio necessario per abolire gli eserciti
> (cosi' come hanno gia' fatto il Costa Rica e molti altri paesi) per
> vincere con le armi dello sviluppo umano la guerra della fame che
> uccide 30mila persone al giorno.
>
> Quello che abbiamo chiesto a D'Alema e che chiediamo anche a te e'
> molto semplice:
>
> - Che venga destinata una quota pari allo 0,7% del PIL ad iniziative
> di cooperazione internazionale per favorire lo sviluppo dei paesi
> impoveriti, cosi' come e' previsto dal capitolo 33 dell'Agenda 21, il
> programma d'azione per lo sviluppo umano e ambientale concordato dalle
> Nazioni Unite nel 1992 a Rio de Janeiro in occasione del "Vertice
> della Terra". Tra i 170 paesi firmatari dell'"Agenda 21" c'e' anche
> l'Italia, che non ha mai raggiunto il tetto minimo fissato a Rio.
>
> - Che il governo italiano legalizzi e tuteli il diritto di obiezione
> di coscienza alle spese militari, con forme di opzione fiscale che
> consentano ai cittadini di scegliere se finanziare attraverso le
> imposte la difesa armata o la difesa non armata. Un impegno in tal
> senso e' gia' stato assunto dal governo italiano il 14 aprile '98.
> Ricordi, Walter? All'epoca tu eri vicepresidente del consiglio, ed e'
> stata approvata una raccomandazione con cui il governo (e quindi anche
> tu) si e' impegnato a "studiare forme per rendere possibile ai
> cittadini contribuenti, analogamente a quanto previsto per i cittadini
> sottoposti all'obbligo di leva, il diritto soggettivo all'obiezione di
> coscienza, prevedendo forme di finanziamento al servizio civile e alla
> difesa non armata e nonviolenta previsto dalla nuova legge
> sull'obiezione di coscienza".
>
> - Che nei programmi scolastici delle scuole di ogni ordine e grado
> vengano inserite delle attivita' di educazione alla Pace e alla
> Nonviolenza, in ottemperanza ad una risoluzione approvata
> dall'assemblea generale delle Nazioni Unite il 19 novembre 1998, e
> ignorata da tutti i governi italiani che si sono succeduti a partire
> da allora. In questa risoluzione il decennio che va dal 2001 al 2010
> e' stato proclamato "Decennio internazionale per la Cultura della Pace
> e della Nonviolenza per i bambini del mondo".
>
> - Che si dia reale attuazione ad una attivita' continuativa e
> capillare di monitoraggio e di controllo del commercio, della
> produzione e dell'esportazione delle armi prodotte in Italia e che, in
> piena ottemperanza alla legge 185/90, non vengano vendute armi ai
> regimi che violano i diritti umani (es. Colombia, Cina, Turchia,
> Indonesia).
>
> - Che venga data piena attuazione alla legge 230/98, con riferimento
> particolare all'articolo 8 della legge, in base al quale l'Ufficio
> nazionale per il servizio civile, istituito presso la Presidenza del
> Consiglio dei ministri, ha l'impegno di "predisporre, d'intesa con il
> Dipartimento per il coordinamento della protezione civile, forme di
> ricerca e di sperimentazione di difesa civile non armata e
> nonviolenta".
>
> - Che venga rispettata la raccomandazione accolta dalla Camera dei
> Deputati il 14 aprile 1998, con la quale il governo si e' impegnato "a
> studiare forme atte alla creazione ed alla formazione operativa di un
> contingente italiano di caschi bianchi" da mettere a disposizione
> dell'ONU, un contingente che "potrebbe essere costituito anche da
> obiettori che lo richiedano".
>
> - Sarebbe inoltre auspicabile la creazione di una commissione
> permanente di consulta tra il governo e i rappresentanti di tutte le
> organizzazioni e i movimenti per la Pace, con il compito di verificare
> l'attuazione di questi impegni nazionali ed internazionali, stabiliti
> sulla carta gia' da diversi anni e mai tradotti in azioni concrete.
>
> Quando nel 1999 ho rivolto (invano) queste stesse richieste al tuo
> amico, compagno e collega Massimo D'Alema, ho dimostrato conti alla
> mano che tutto questo si poteva fare: all'epoca sarebbe bastato
> dirottare sulle politiche di pace il costo di costruzione della
> portaerei Luigi Einaudi, stimato in 3.500-4.000 miliardi di vecchie
> lire.
>
> Caro Walter, oggi quei soldi sono gia' spariti nelle sabbie mobili di
> varie leggi finanziarie, ma sono convinto che tu non abbia bisogno di
> questi suggerimenti contabili per passare all'azione. Ti basta
> sfogliare un attimo il bilancio della spesa militare italiana per
> scoprire tanti soldi che potrebbero essere spesi meglio, una quantita'
> spropositata di risorse che ti faranno saltare dalla sedia pensando
> alle politiche di pace che ti ho illustrato in questa lettera, per
> gridare con entusiasmo "si puo' fare !!!"
>
> In attesa di una tua gentile risposta, colgo l'occasione per porgerti
> i miei piu' cordiali saluti.
>
> Carlo Gubitosa
> Associazione PeaceLink