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Szerző: lu.RI.CA
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Carissimi, vi invito a leggere e a divulgare il documento che vi
invio. Salute a voi. fl

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LA NOSTRA PIRAMIDE ALIMENTARE

Franco Libero Manco



Da alcuni anni su riviste e giornali che
trattano di alimentazione viene rappresentata la piramide alimentare
che però noi non condividiamo nella sua impostazione, sul tipo e sulla
quantità degli alimenti suggeriti.

Se dovessimo proporre una nostra
piramide alimentare, secondo le impostazioni che sono ormai note,
suddivideremmo in quattro fasce orizzontali di uguale altezza detta
piramide e metteremmo alla prima fascia alla base la frutta, nella
seconda la verdura e gli ortaggi, alla terza semi oleosi e legumi e al
vertice i cereali.

Questo perché l’anatomia comparata conferma che l’
uomo è un animale fruttivoro, non granivoro (appartiene alla classe dei
mammiferi, all’ordine dei primati, alla famiglia degli ominidi, al
genere homo e alla specie homo sapiens) ed è strutturato
fisiologicamente per nutrirsi principalmente di frutta, poi di verdura,
di semi e radici, non di graminacee.

Questo viene confermato fin dai
tempi di Baron Gorge Cuvier (1769-1832), uno dei maggiori naturalisti
il quale afferma: “L’uomo sulle basi della propria struttura è un
mangiatore di frutta e della parte succosa dei vegetali e delle radici”
. Il Dr. Richard Lehne, anatomista: “L’anatomia comparata prova che la
dentatura umana è totalmente frugivora e ciò è confermato dalla
paleozoologia con documenti vecchi milioni di anni”. Carolus Linnaeus
(1707-1778), celebre botanico: “La frutta è il cibo più adatto alla
bocca, allo stomaco, alle stesse mani dell’uomo, disegnate
appositamente per raccogliere e mangiare frutta. Anche se il genere
umano ad un certo punto della sua storia acquisì abitudini onnivore,
millenni di onnivorismo non hanno cambiato di una virgola anatomia e
fisiologia del corpo”.

Per cui ritengo sbagliato mettere alla base
della piramide i cereali come se questi fossero la base principale dell’
alimentazione umana. Infatti i cereali non rientrano nella dieta
naturale della nostra specie la quale solo tardivamente, da quando i
nostri progenitori approdarono dalla foresta nella savana, iniziarono a
introdurre nella loro dieta anche i cereali. Ma questi, come tutti i
cibi poco adatti all’alimentazione umana, per essere consumati dall’
uomo devono essere necessariamente sottoposti a varie manipolazioni:
stoccaggio, trattamenti di conservazione, macinazione e cottura, e
tutti i cibi cotti, uccisi dal fuoco, sono cibi morti e quindi inadatti
alla nostra dieta. Se un alimento non è commestibile crudo non
bisognerebbe mangiarlo nemmeno cotto.

Infatti, il grano è troppo
ricco di glutine e questo fa si che il pane o la pasta una volta
ingeriti passino direttamente nel tubo digerente; contengono aminoacidi
e vitamine modificate; sono scarsi di oligo-elimenti; non permettono di
fabbricare gli enzimi specifici; modificano la composizione chimica
della saliva. Per far lievitare più in fretta possibile il pane si fa
uso di lieviti chimici, altamente tossici; la pasta viene conservata a –
30°: questo genera fermentazione di batteri molto nocivi; poi la pasta
viene portata a –18° dove si verifica la seconda fermentazione di
batteri che causa la morte dell’alimento; infine i pani vengono cotti a
230° (invece dei 120° del forno a legna tradizionale). Il prodotto così
ottenuto è totalmente privo di nutrienti, di vitamine e minerali,
mentre è ricco di batteri patogeni che causano tonsilliti ed angine.
Basta lasciare la pasta o il pane in ammollo per rendersi conto degli
effetti prodotti nel nostro stomaco: una poltiglia collosa che riveste
lo stomaco e rende difficoltoso assimilare le sostanze nutritive.

Nella nostra piramide non abbiamo inserito (oltre ai grassi in genere)
nemmeno i grassi derivati dall’olio d’oliva perché ritengo innaturale e
non necessario per l’essere umano condire gli alimenti: nessuna specie
in natura usa condire con spezie con oli, né usa cuocere i cibi che
consuma.

La produzione dell’olio è cominciata appena 4-5 mila anni fa
nel Kurdistan, quindi di recente. L’illustre igienista Albert Mosseri,
afferma che la pratica generalizzata a condire l’insalata con olio
risale al 1851 anno in cui a Londra venne lanciata una campagna, da
grossi produttori dell’ industria olearia, per convincere la gente che
è necessario “ungere” le verdure con i grassi dell’oliva o di semi
vari. Ma in questo modo si foderano i cibi con uno strato di grassi
impermeabile ed i succhi gastrici trovano difficoltà ad agire Il
processo digestivo viene in questo modo ritardato e talora impedito
contribuendo ad aumentare le putrefazioni gastro-intestinali ed il
lavoro del fegato e dei reni.

Non è né utile né necessario per la
nostra buona salute fare largo uso di cereali né tanto meno condire gli
alimenti con oli estratti dalle olive, che il prof. Armando D’Elia
considerava cibo per i tordi ed i merli. I carboidrati ed i grassi di
cui necessita il nostro organismo li troviamo nella qualità e quantità
ideale nella frutta, nella verdura e nei semi oleaginosi.