Family way
Segreti, silenzi, bugie
domenica 2 marzo dalle 15.30 Alzaia Naviglio Pavese, angolo Via Gorizia
Il 2 marzo prossimo in 134 piazze italiane (a loro dire) ci sarà la seconda
edizione del family day per chiedere più politiche a sostegno della
famiglia. Ma di quale famiglia?
Da tempo femministe e lesbiche indicano nella famiglia il luogo principale
della violenza contro le donne. Botte, stupri, omicidi, segregazione,
vessazioni: tutto ciò accade tra le mura domestiche nell¹omertà quasi
totale.
Il 24 novembre scorso, con un imponente corteo autorganizzato, oltre
150mila
donne, femministe e lesbiche, hanno denunciato pubblicamente, con diversi
linguaggi e pratiche, una realtà (confermata anche dai dati statistici) che
non può più essere nascosta o negata: la violenza contro le donne comincia
in famiglia e non ha confini.
In continuità con questo percorso, abbiamo scelto di organizzare
un¹iniziativa di informazione in Ticinese, scelto come luogo a forte
valenza
simbolica in quanto nelle acque del Naviglio Pavese si è recentemente
compiuto l¹ennesimo femminicidio: una donna è stata affogata dal
convivente.
A ciò va aggiunto che in un locale del Ticinese quartiere storico ormai
completamente espropriato alle/gli abitanti e consegnato in mano ai
bottegai
a fine gennaio il 62enne neo(?)fascista Giuseppe ³Jimmy² Bua, con
precedenti per stupro e violenza, ha individuato la sua ennesima vittima,
una donna di 40 anni, e l¹ha convinta a seguirlo a casa propria, dove l¹ha
segregata e violentata per un giorno intero. Questo maiale a Quarto Oggiaro
faceva propaganda elettorale per AN proprio uno dei partiti che ha
sostenuto il family day del maggio scorso. La cosa non ci sorprende, perché
sappiamo bene che chi parla di ³difesa della famiglia² e ³difesa della
vita²
è molto spesso un sostenitore della violenza misogina e delle logiche
guerrafondaie. Vogliamo rompere il cerchio criminale della violenza
femminicida e
dell¹omertà, vogliamo che la violenza contro le donne non sia più ridotta a
una somma di fatti di cronaca ma venga percepita per quello che è: un
problema sociale e culturale di potere, a tutte le latitudini.
Denunciamo con forza il tentativo di ridurre questo fenomeno secolare a una
questione di ³emergenza² e di ³sicurezza², anche perché sappiamo bene che
gran parte degli assassini è regolarmente in possesso di un¹arma per lavoro
e questa stessa arma viene usata per ammazzare la moglie, la convivente
o la
ex. Denunciamo anche l¹insistenza voyeuristica dei media nell¹indagare
sulla
vita delle donne stuprate o ammazzate, aggiungendo violenza a violenza.
Domenica 2 marzo porteremo in strada il nostro Family Way per continuare a
minare le complicità e le omertà su cui si basa la violenza familiare
contro
le donne, e per denunciare pubblicamente l¹alleanza fra Vaticano, politica
istituzionale e cultura dominante nel negare la portata di questa
mattanza e
nel rappresentarci come soggetti ³deboli².
Non siamo deboli, anche se hanno cercato di indebolirci.
Non siamo vittime, perché vogliamo reagire e stiamo già reagendo!
Collettivo femminista Maistat@zitt@
Collettivo Ri/belle
http://www.vieneprimalagallina.org
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