Szerző: nadirleo\@libero\.it Dátum: Címzett: REGIONALE REGIONALE, Forumgenova, ACQUA ACQUA Tárgy: [NuovoLab] INCIDENTI LAVORO: GIORDANO, NON SIATTENDA UN MINUTO DI PIÙ' PER I DECRETI ATTUATIVI
INCIDENTI LAVORO: GIORDANO, NON SI ATTENDA UN MINUTO DI PIÙ' PER I
DECRETI ATTUATIVI
Testo del messaggio che il Segretario del Prc Franco Giordano leggerà
oggi in apertura dei lavori del CPN in memoria di Angelo Cannonero.
Ancora una volta siamo costretti a piangere la vittima di un "incidente
sul lavoro". Fabrizio Cannonero, operaio, portuale, iscritto al nostro
partito. Un lavoratore. Un compagno.
Fabrizio aveva 39 anni. Lascia un figlio di quattro anni. E' morto come
suo padre, anche lui operaio portuale, anche lui vittima di un
"incidente sul lavoro" in quello stesso porto di Genova dove, solo negli
ultimi sei mesi, altri due lavoratori sono periti come oggi Fabrizio.
Nel frastuono di una campagna elettorale troppo spesso fatta solo a suon
di slogan, questa tragedia irrompe come un monito. Fabrizio Cannonero
non è vittima di una triste fatalità, non è stato ucciso da una sorte
cieca. E' vittima di un sistema economico-sociale preciso. E' vittima di
una logica che mette sempre e comunque al primo posto il profitto, mai
la difesa della vita umana.
E' vittima, anche, di un sistema dei media che conosce solo la
spettacolarità e si accorge delle morti sul lavoro quando, come nel caso
della Thyssen Krupp, è impossibile chiudere gli occhi, e subito dopo
torna a ignorare lo stillicidio quotidiano, l'ecatombe di lavoratori che
ha segnato tutto il 2007 e i primi mesi del 2008. Una strage che copre
di vergogna il nostro paese. Una tragedia collettiva che nessuno
dovrebbe potersi permettere di ignorare.
In questi mesi, in questi anni, continuiamo a sentir parlare di lavoro
in termini solo di gelide cifre, di compatibilità, e di competitività.
La morte di Fabrizio arriva a ricordarci che non è così, che quando si
parla di lavoro si parla della vita e della morte di milioni di donne e
di uomini.
Voglio dirlo,credetemi, senza polemica e senza alcun intento
propagandistico: ma di fronte alle morti sul lavoro, come di fronte al
dramma di esistenze sempre più precarie, non esiste, non può esistere
alcuna equidistanza. A morire per i turni massacranti, per un orario di
lavoro che non conosce più alcun vincolo, per la necessità di faticare
sempre di più per cercare di arrivare alla fine del mese, non sono mai
gli imprenditori.
In queste stesse ore dagli operai di Genova e di tutti i porti d'Italia
arriva una risposta forte e commossa. E' tempo che anche la politica
sappia rispondere e assumersi le proprie ineludibili responsabilità. Noi
chiediamo, e lo chiediamo con estrema determinazione, che il consiglio
dei ministri si riunisca subito in seduta straordinaria e vari
immediatamente i decreti attuativi della legge sulla sicurezza del
lavoro. Quei decreti che sono rimasti troppo a luogo colpevolmente
paralizzati non per distrazione ma in seguito alle pressioni di poteri e
lobbies ben precisi. Non si può attendere un solo minuto di più.
E forse sarebbe opportuno che tutto il mondo politico interrompesse per
24 ore il clamore della campagna elettorale per dedicare almeno una
giornata a discutere compostamente e seriamente solo di questo: di cosa
la politica ha il dovere di fare subito per interrompere questa catena
di tragedie. Senza propaganda. Con lo stesso raccoglimento nostro, di
tutti noi. Dei militanti di Rifondazione comunista e della Sinistra
tutta. Dei compagni di Fabrizio Cannonero.