Auteur: ANDREA AGOSTINI Date: À: forumgenova Sujet: [NuovoLab] se cinque sentenze - favorevolial tar - vi sembrano
poche....
SE CINQUE SENTENZE - FAVOREVOLI - AL TAR VI SEMBRANO POCHE
Se cinque sentenze - favorevoli agli ambientalisti - nel giro di un mese vi sembrano poche , cominciate ad immaginare cosa succedera' con il diluvio di ricorsi in atto ed annunciati, sempre collegabili a una pessima gestione della cosa pubblica e a una cultura e competenza tecnica degli uffici comunali che fa evidentemente acqua ( e non da ieri )
Ma per capire cosa si puo' fare bisogna capire da dove arrivano queste sentenze. Tutti parlano del trasferimento dei volumi , che certo ha avuto la sua parte nel disastro attuale, ma la situazione è degenerata da molto prima.
Il primo momento di svolta è stato la redazione del Puc genovese nel 2000.
In quella sede centinaia di ettari di verde di pregio , gia' aree agricole o di verde di qualità, hanno subito la trasformazione da aree inedificabili a aree edificabili con il consenso dei politici, dei tecnici comunali, della soprintendenza, degli organismi di controllo della regione.
Senza questo passaggio decisivo tutti gli altri non ci sarebbero stati.
Nella redazione del puc è anche passata l'idea che gli standar urbanistici - che sono legge dello stato italiano - potevano essere calcolati non sulle aree limitrofe, ma su tutta l'area cittadina col risultato che tutti possiamo vedere nella lunga e disperante sequenza di costruzioni cementizie in val Polcevera a uso supermarket, o sulla risibile dotazione di servizi alle persone residenti dopo la costruzione di Fiumara.
Ne è conseguito che la proposta sul trasferimenti di volume sono diventati, stante la disponibilità delle aree di pregio e l'idea del trasferimento in altre zone della città terreno di conquista per le speculazioni fondiarie ed immobiliari. Una idea buona che anziche' migliorare la situazione di Bolzaneto o di Sampierdarena ha peggiorato di molto la qualità ambientale delle aree di pregio della città in alcuni casi compromettendola in maniera rilevantissima.
Nella norma era puntualmente inserita una norma che vincolava il trasferimento alla salvaguardia ambientale delle aree in questione e qui appare in tutta la sua chiarezza la qualità e la professionalità degli uffici proposti. Quasi sempre le nuove edificazioni diventavano "ricuciture", riqualificazioni, perchè, come nel caso di via Majorana sostituire una vecchia fabbrica in disuso con un palazzo di abitazioni di sei piani piu' due sottoterra in un'area delicata, ambientalmente pregevole, trasportisticamente gia' al collasso è stata giudicata una riqualificazione con tanto di pareri favorevoli di uffici comunali, provinciali, soprintendenza , ecc.ecc.
Ma non è tutto. La legge italiana - 2001 - stabilisce che in caso di abuso edilizio il responsabile tecnico del comune puo' ordinare l'abbattimento a spese del costruttore e in caso di non adempimento - 90 giorni - la legge chiarisce che il manufatto viene espropriato ed accatastato GRATIS - nel patrimonio comunale.
Ma anche qui la professionalità non è dei nostri amministratori: questa legge dello stato non è mai stata applicata, si è preferito far cassa facendo pagare multe risibili agli abusivi - in rapporto al valore dei terreni cementificati - ed incentivando parenti e vicini a fare altrettanto sicuri dell'immunità.
Solo cosi' si spiegano le centinaia di abusi edilizi in tutta Genova - sanati per carita', sanatissimi - di cui speculatori, costruttori in malafede, progettisti e altri hanno mangiato a spese nostre per decenni.
D'altro canto Genova è l'unica grande città del nord che non si è mai dotata di un regolamento del verde pubblico e privato e ricordo che i principali oppositori a questo adempimento di civiltà sono stati i dirigenti degli assessorati competenti che hanno negato l'assenso a tutte le proposte fatte da chi scrive in sede di commissione di consiglio comunale, cosi' come per l'introduzione della certificazione energetica delle case e altre questioni similari ( e non di poco conto ).
Ma non finisce qui.
Siccome nonostante tutta la buonavolontà degli ipercementificatori di casa nostra i conti non tornavano lo stesso si è preferito seguire la strada eticamente e professionalmente trasparente delle deroghe.
Senza la continua, sistematica, concessione delle deroghe a piani, regolamenti e leggi, ovviamente a tutto vafore dei cementificatori e dei gasificatori da scappamento, buona parte dei disastri ambientali che si sono verificati a Genova - e che sono in itinere - non ci sarebbero stati, di questo porta responsabilità una intera classe politica culturalmente troglodita e uno stuolo di tecnici subalterni a logiche economiche e a ragioni politiche che ne hanno sistematicamente svilito il ruolo.
Ma non è finita. Ma come, direte voi, cosa c'è d'altro ?
C'è, c'è, c'è molto. In particolare i controlli. I dati del sindacato dicono che in Liguria in 75% dei cantieri sono irregolari. E infatti in tutta la regione non passa giorno senza che la magistratura sequestri cantieri, denunci imprenditori, metta alle strette politici collusi e corrotti...... ma a Genova no, a Genova siamo tutti bravi e buoni, il caporalato edilizio che riduce gli operai in schiavi e che tutte le mattine da il meglio di se in piazza Caricamento continua indisturbato, le variazioni di volumi in fase di costruzione non vengono misurate ( figurarsi perseguite ), le migliaia di alberi di pregio che sono stati abbattuti negli ultimi dieci anni in tutta la citta' erano tutti morti e sepolti ( nel caso con un aiutino velenoso ), le centinaia di giardini diventati parcheggi non hanno mutato anche il regime fiscale, non hanno visto controlli sulla sicurezza, in prevalenza non ci sono state neanche mutazioni della destinazione d'uso, figuriamoci poi se qualcuno ha avuto da ridire sulle incompatibilità con il piano acustico, il piano della mobilità, quello del commercio e altro ). In tutto questo i pubblici ufficiali che giornalmente transitano davanti ai cantieri tacciono, non intervengono contro abusi e irregolarità conclamate, nonostante sia un loro preciso obbligo di legge fanno altro eseguono altri ordini.
Sono testimone della assoluta impossibilità - o non volonta' di agire da parte degli uffici preposti -.. Individuato un abuso edilizio conclamato in area di pregio, a rischio incendio, abusivo in tutto sulle alture di Genova, non solo non ho ottenuto un intervento da parte della forestale - che di li gira tutti i giorni per spegnere gli incendi - non ho ottenuto nulla neanche dalla circoscrizione e non hanno ottenuto nulla neanche l'assessore all'edilizia privata e quello all'urbanistica che interpellati e forniti della necessaria documentazione fotografica non sono riusciti nemmeno loro ad ottenere nulla, non dico il sequestro, ma neanche il nome del proprietario del terreno che inconsapevolmente si ritrova con un abuso edilizio ( il tutto in un anno di "alacri indagini" degli uffici ).
Ma si puo' fare qualcosa ?
Ma certo!
Fatto salvo che chi sbaglia ed è manifestamente inadeguato al ruolo che svolge deve essere messo in condizione di non poter nuocere ancora - e invece il regolamento edilizio è costruito per sveltire le pratiche ed è affidato agli stessi tecnici ancora piu' liberi di perseguire la loro idea della gestione della cosa pubblica -, deve essere messa urgentemente in cantiere una variante di salvaguardia che in attesa della revisione del puc e della promulgazione del piano del verde pubblico e privato blocchi l'attuale mano libera agli scempi garantita da regolamenti colabrodo e tecnici culturalmente trogloditi, il tutto in conformita' con le proposte fatte dalla Sindaco e da Renzo Piano. Si costruisca solo sul costruito, si incrementi il verde, si vincolino gli standard urbanistici ai quartieri, si permetta il trasferimento di volumi solo in aree contigue, si rafforzi il valore storico ambientale di aree ed edifici che molto hanno a che fare con la storia e l'identita' della citta', si verifichi sistematicamente la compatibilità delle proposte in gioco con i piani pubblici - puc, piano mobilita, piano verde, piano di bacino, piano territoriale di collegamento, piano della costa, piano regolatore poretuale, piano del commercio, piano sociale, piano delle emissioni, piano acustico, piano energetico. E senza deroghe!!
Certo non è cosa semplice, ma è anche una sfida alla qualita' della partecipazione, della professionalità, dell'imprenditoria, del lavoro che per una città che si dice europea - ma che le leggi europee le tiene ben ben fuori dai confini - sono il minimo indispensabile per garantire trasparenza, partecipazione, giustizia, in sostanza democrazia.
Andrea Agostini
Presidente Circolo Nuova Ecologia Legambiente Genova