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Autor: eh-lagunak
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Assumpte: [Paesibaschiliberi] [Fwd: [ASKAPENAinfo:] Euskal Herria Paso a Paso n.210:"CRONACA GIORNALIERA DELLA DIGNITÀ POPOLARE (I) "]
-------------------------- Messaggio originale ---------------------------
Oggetto: [ASKAPENAinfo:] Euskal Herria Paso a Paso n.210:"CRONACA
GIORNALIERA DELLA DIGNITÀ POPOLARE (I) " Da:      info@???
Data:    Ven, 22 Febbraio 2008 12:10 pm
A:       eh-info-it@???
--------------------------------------------------------------------------




Independentzia eta Sozialismorantz
EUSKAL HERRIA PASO A PASO
Servicio informativo de ASKAPENA Nº210

_CRONACA GIORNALIERA DELLA DIGNITÀ POPOLARE (I) _

Per chi osservi dalla distanza l'evoluzione degli avvenimenti in
Euskal Herria, non è facile seguire la sequenza dettagliata degli
stessi. Sono innumerevoli le azioni di guerra di cui stanno essendo
protagonisti gli Stati spagnolo e francese. E, ugualmente, in questo clima
di guerra dichiarata, sono anche innumerevoli i gesti di
dignità, valore e coerenza con cui sta rispondendo la sinistra basca a
questa offensiva brutale. In questo Bollettino facciamo una
rassegna cronologica degli avvenimenti giornalieri dal 4 fino al 10
febbraio. Daremo loro continuità in un secondo Passo.

* Lunedì, 4 febbraio. Il magistrato dell'Udienza Nazionale Garzón,
prende dichiarazione dai rappresentanti del Partito Comunista delle Terre
Basche. Per incolpare la formazione basca, si usarono dati che,
anteriormente, non si considerarono incriminanti. Quello stesso
giorno, e per ordine dello stesso Garzón, sono fermati due dirigenti di
Batasuna ed un terzo, contro il quale pure c'è ordine detenzione, si trova
in recapito sconosciuto.
*
* Martedì, 5 febbraio. Garzón, prende dichiarazione ai
rappresentanti di ANV. Per incolpare questo altro partito basco,
tornarono ad utilizzare dati che nemmeno si considerarono in
precedenza incriminatori. Questo giorno, Garzón imputa per
collaborazione con banda armata tre membri di ANV.

Lo stesso giorno, il Partito Comunista delle Terre Basche compare
pubblicamente e denuncia: "non c'è nessun dato che dia adito ad una
sentenza interdittoria. La nostra comparizione del lunedì a Madrid fu una
tragicommedia che avrà molti altri atti... La possibile messa
fuorilegge risponde al copione stabilito dal PSOE che dimostra la
mancanza di democrazia nello Stato spagnolo... Continueremo a
lavorare per dare una soluzione politica ad un conflitto che è
politico."

Quello stesso giorno, tanto il Sinn Fein, dall'Irlanda, come Noi -
Unidade Popolare, dalla Galizia, solidarizzano con la sinistra basca. In
vari punti di Euskal Herria si celebrano mobilitazioni di protesta.


* Giovedì, 7 febbraio. Garzón decide l'incarceramento dei due
dirigenti di Batasuna che erano stati fermati il lunedì, 4. Il
delitto per il quale li si è imprigionati: contumacia per impegnarsi a
realizzare attività politiche quando espressamente è stato proibita loro
detta attività.

Batasuna parafrasa Garzón assicurando che la vera contumacia è
quella dello Stato spagnolo, persistendo nel suo errore di mantenere le
vie repressive. Nella località natale di uno dei detenuti si
celebra un plenum straordinario nel quale si ricorda di chiedere
l'immediata liberazione di entrambi i detenuti. I cittadini del paese
occupano il salone consiliare con striscioni a beneficio
dell'indipendenza.

Il gruppo parlamentare della sinistra basca compare al Parlamento
di Gasteiz per denunciare che la strategia di interdizione pretende di
condizionare il futuro di questo paese. Non vogliono dagli altri partiti
parlamentari gesti di condoglianza verso il gruppo, bensì
mobilitazioni per reclamare un cambiamento di cornice ed affinché
tutte le idee possano difendersi in uguaglianza di condizioni. Ci
vogliono "intimorire affinché abbandoniamo il nostro lavoro
giornaliero per la costruzione nazionale ma non ci muoviamo di un
millimetro da quello che abbiamo difeso fino ad ora... Da quando si ruppe
il processo di negoziazioni, stanno cercando di tirare fuori la sinistra
basca dallo scenario politico affinché l'opzione
indipendentista rimanga senza rappresentante." Nella loro
comparizione criticarono con forza le formazioni basche che dicono di
stare contro la politica di interdizione ma non fanno niente per
evitarla.

Quello stesso giorno il sindacato LAB ricorre al Governo Basco, al
resto di forze politiche e sindacali e alla società in generale
affinché risponda a questa situazione con una presa di posiuzione
democratica.

* Venerdì, 8 febbraio. Garzón sospende le attività delle due
formazioni basche, approva contro di esse una serie di misure
cautelative ed apre un?istruttoria nella quale imputa a 38 persone
integrazione in banda armata. La Corte suprema, in un gesto senza
nessuna ripercussione pratica, respinge le misure di chiusure e
sequestri che ha risolto Garzón; in qualsiasi caso, le due formazioni
vedono negato il loro diritto a partecipare alle prossime elezioni. Di
mattina, gli avvocati della difesa del Partito Comunista delle Terre
Basche accorrono alla Corte suprema per fare valere i diritti dei
loro difesi. Di pomeriggio, e conosciuto l'atto di Garzón,
giustificano la loro mancanza di assistenza e rinunciano a difendere ANV,
già appartata dallo scenario politico. I magistrati del Supremo dicono di
non capire la rinuncia alla difesa.

Quello stesso giorno un gran numero di eletti indipendentisti
compare pubblicamente. Respingono la decisione dell'Udienza
Nazionale; fanno un appello alla società affinché risponda ai
deterrenti e convocano una manifestazione nazionale che si celebrerà la
domenica, giorno 10, dietro la parola d?ordine " a beneficio dei diritti
di Euskal Herria. Stop allo stato di eccezione." Tutte le
persone che compaiono si impegnano pubblicamente ad evitare una nuova
frode come fu la pretesa transizione 30 anni fa.

Il Partito Comunista delle Terre Basche, partecipava al plenum del
Parlamento di Gasteiz. Avendo conoscenza dell'Atto di Garzón,
abbandona il plenum e ritira la mozione che aveva presentato affinché il
Parlamento prendesse posizione. In posteriore comparizione pubblica notano
che non si aspettano assolutamente niente da alcune istituzioni intimidite
e silenziose davanti a quello che sta succedendo.

Conosciuti dirigenti dell'interdetta sinistra danno appena una
conferenza stampa per solidarizzare coi compagni imprigionati: non
permetteranno che il PSOE chiuda le vie politiche alla soluzione.
Questi dirigenti, come quelli di Askatasuna, organizzazione
interdetta che lavora per l'amnistia, come quelli del LAB (sindacato della
sinistra basca) chiamano alla mobilitazione per fare fronte
all'aggressione. L'organizzazione giovanile Segi annuncia che faranno
fronte al fascismo. Migliaia di persone partecipano di sera ad
estemporanee mobilitazioni per denunciare l'oltraggio.

Nell'alba di questo venerdì, ETA colloca un potente artefatto
nell'edificio dei tribunali di Bergara; in questo caso, tutti i
partiti costituzionalisti denunciano l'attentato.

* Sabato, 9 febbraio. Garzón proibisce la convocazione di
manifestazione della domenica 10 ed ordina alla polizia del PNV che la
reprima senza complimenti. Le convocanti ratificano lla
convocazione e dirigono una nota al PNV affinché rispetti e
garantisca i diritti basilari di questo paese. Mobilitazioni in tutti
Euskal Herria reiterano il diritto a manifestare e l'obbligo di
fronteggiare il fascismo nella manifestazione nazionale del giorno 10.

Zapatero accorre a Donostia per celebrare un atto politico e dare
copertura alle misure discriminatorie contro la sinistra.

Convocate dalla sinistra basca, un nutrito gruppo di persone
tentano di avvicinarsi alla porta del locale dove interverrà
Zapatero. La polizia basco-spagnola, sempre al servizio dello Stato,
reprime con durezza i concentrati. Batasuna emette una nota dicendo che
Zapatero è arrivato in Euskal Herria come Bush in Iraq,
circondato di genti armate, per garantire la continuità della guerra.


Nell'alba del sabato si succedono una serie di sabotaggi contro
bancomat entità bancarie, la casa di un consigliere comunale del
PSE...

Nel pomeriggio di sabato, la popolazione di Santutxu cerca di dare
il benvenuto ad un giovane della località che è appena uscito dalla
prigione. Tentativo impossibile. La polizia basco spagnola si
dispiega con forza e tre persone devono essere ospedalizzate; una di esse
riceve 40 punti di sutura. Secondo la versione ufficiale, la
reazione dei manifestanti trascinò quelle persone; una delle persone
ferite presentava sulla gamba l'impatto di una pallottola di gomma sparata
dalla polizia basco spagnola. Tutto un preludio di quello che sarebbe
successo il giorno dopo.


                                                                                     Euskal
Herria,
19
febbraio
2008.


www.askapena.org[1]

per contatti, per favore scrivere a info@???[2]



Vínculos:
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[1] http://www.askapena.org/
[2] mailto:info@askapena.org


Independentzia eta SozialismorantzEUSKAL HERRIA PASO A
PASOServicio informativo de ASKAPENA Nº210CRONACA GIORNALIERA DELLA
DIGNITÀ POPOLARE (I) Per chi osservi dalla distanza
l'evoluzione degli avvenimenti in Euskal Herria, non è facile seguire la
sequenza dettagliata degli stessi. Sono innumerevoli le azioni di guerra di cui
stanno essendo protagonisti gli Stati spagnolo e francese. E, ugualmente, in
questo clima di guerra dichiarata, sono anche innumerevoli i gesti di dignità,
valore e coerenza con cui sta rispondendo la sinistra basca a questa offensiva
brutale. In questo Bollettino facciamo una rassegna cronologica degli
avvenimenti giornalieri dal 4 fino al 10 febbraio. Daremo loro continuità in un
secondo Passo.  Lunedì, 4 febbraio.
Il magistrato dell'Udienza Nazionale Garzón, prende dichiarazione dai
rappresentanti del Partito Comunista delle Terre Basche. Per incolpare la
formazione basca, si usarono dati che, anteriormente, non si considerarono
incriminanti. Quello stesso giorno, e per ordine dello stesso Garzón, sono
fermati due dirigenti di Batasuna ed un terzo, contro il quale pure c'è ordine
detenzione, si trova in recapito sconosciuto. Martedì, 5 febbraio. Garzón, prende dichiarazione ai
rappresentanti di ANV. Per incolpare questo altro partito basco, tornarono ad
utilizzare dati che nemmeno si considerarono in precedenza incriminatori.
Questo giorno, Garzón imputa per collaborazione con banda armata tre membri di
ANV. Lo stesso giorno, il Partito Comunista delle Terre Basche compare
pubblicamente e denuncia: "non c'è nessun dato che dia adito ad una
sentenza interdittoria. La nostra comparizione del lunedì a Madrid fu una
tragicommedia che avrà molti altri atti... La possibile messa fuorilegge
risponde al copione stabilito dal PSOE che dimostra la mancanza di democrazia
nello Stato spagnolo... Continueremo a lavorare per dare una soluzione politica
ad un conflitto che è politico." Quello stesso giorno, tanto il Sinn
Fein, dall'Irlanda, come Noi - Unidade Popolare, dalla Galizia, solidarizzano
con la sinistra basca. In vari punti di Euskal Herria si celebrano
mobilitazioni di protesta. Giovedì, 7 febbraio. Garzón decide l'incarceramento dei due dirigenti di
Batasuna che erano stati fermati il lunedì, 4. Il delitto per il quale li si è
imprigionati: contumacia per impegnarsi a realizzare attività politiche quando
espressamente è stato proibita loro detta attività. Batasuna parafrasa
Garzón assicurando che la vera contumacia è quella dello Stato spagnolo,
persistendo nel suo errore di mantenere le vie repressive. Nella località
natale di uno dei detenuti si celebra un plenum straordinario nel quale si
ricorda di chiedere l'immediata liberazione di entrambi i detenuti. I cittadini
del paese occupano il salone consiliare con striscioni a beneficio
dell'indipendenza. Il gruppo parlamentare della sinistra basca compare al
Parlamento di Gasteiz per denunciare che la strategia di interdizione pretende
di condizionare il futuro di questo paese. Non vogliono dagli altri partiti
parlamentari gesti di condoglianza verso il gruppo, bensì mobilitazioni per
reclamare un cambiamento di cornice ed affinché tutte le idee possano
difendersi in uguaglianza di condizioni. Ci vogliono "intimorire affinché
abbandoniamo il nostro lavoro giornaliero per la costruzione nazionale ma non
ci muoviamo di un millimetro da quello che abbiamo difeso fino ad ora... Da
quando si ruppe il processo di negoziazioni, stanno cercando di tirare fuori la
sinistra basca dallo scenario politico affinché l'opzione indipendentista
rimanga senza rappresentante." Nella loro comparizione criticarono con
forza le formazioni basche che dicono di stare contro la politica di
interdizione ma non fanno niente per evitarla. Quello stesso giorno il sindacato LAB
ricorre al Governo Basco, al resto di forze politiche e sindacali e alla
società in generale affinché risponda a questa situazione con una presa di
posiuzione democratica. Venerdì, 8 febbraio.
Garzón sospende le attività delle due formazioni basche, approva contro di esse
una serie di misure cautelative ed apre un?istruttoria nella quale imputa a 38
persone integrazione in banda armata. La Corte suprema, in un gesto senza
nessuna ripercussione pratica, respinge le misure di chiusure e sequestri che
ha risolto Garzón; in qualsiasi caso, le due formazioni vedono negato il loro
diritto a partecipare alle prossime elezioni. Di mattina, gli avvocati della
difesa del Partito Comunista delle Terre Basche accorrono alla Corte suprema
per fare valere i diritti dei loro difesi. Di pomeriggio, e conosciuto l'atto
di Garzón, giustificano la loro mancanza di assistenza e rinunciano a difendere
ANV, già appartata dallo scenario politico. I magistrati del Supremo dicono di
non capire la rinuncia alla difesa. Quello stesso giorno un gran numero di
eletti indipendentisti compare pubblicamente. Respingono la decisione
dell'Udienza Nazionale; fanno un appello alla società affinché risponda ai
deterrenti e convocano una manifestazione nazionale che si celebrerà la
domenica, giorno 10, dietro la parola d?ordine " a beneficio dei diritti
di Euskal Herria. Stop allo stato di eccezione." Tutte le persone che
compaiono si impegnano pubblicamente ad evitare una nuova frode come fu la
pretesa transizione 30 anni fa. Il Partito Comunista delle Terre Basche, partecipava al
plenum del Parlamento di Gasteiz. Avendo conoscenza dell'Atto di Garzón,
abbandona il plenum e ritira la mozione che aveva presentato affinché il
Parlamento prendesse posizione. In posteriore comparizione pubblica notano che
non si aspettano assolutamente niente da alcune istituzioni intimidite e
silenziose davanti a quello che sta succedendo. Conosciuti dirigenti
dell'interdetta sinistra danno appena una conferenza stampa per solidarizzare
coi compagni imprigionati: non permetteranno che il PSOE chiuda le vie
politiche alla soluzione. Questi dirigenti, come quelli di Askatasuna,
organizzazione interdetta che lavora per l'amnistia, come quelli del LAB
(sindacato della sinistra basca) chiamano alla mobilitazione per fare fronte
all'aggressione. L'organizzazione giovanile Segi annuncia che faranno fronte al
fascismo. Migliaia di persone partecipano di sera ad estemporanee mobilitazioni
per denunciare l'oltraggio. Nell'alba di questo venerdì, ETA colloca un potente
artefatto nell'edificio dei tribunali di Bergara; in questo caso, tutti i
partiti costituzionalisti denunciano l'attentato.  Sabato, 9 febbraio.
Garzón proibisce la convocazione di manifestazione della domenica 10 ed ordina
alla polizia del PNV che la reprima senza complimenti. Le convocanti ratificano
lla convocazione e dirigono una nota al PNV affinché rispetti e garantisca i
diritti basilari di questo paese. Mobilitazioni in tutti Euskal Herria
reiterano il diritto a manifestare e l'obbligo di fronteggiare il fascismo
nella manifestazione nazionale del giorno 10. Zapatero accorre a
Donostia per celebrare un atto politico e dare copertura alle misure
discriminatorie contro la sinistra. Convocate dalla sinistra basca, un
nutrito gruppo di persone tentano di avvicinarsi alla porta del locale dove
interverrà Zapatero. La polizia basco-spagnola, sempre al servizio dello Stato,
reprime con durezza i concentrati. Batasuna emette una nota dicendo che Zapatero
è arrivato in Euskal Herria come Bush in Iraq, circondato di genti armate, per
garantire la continuità della guerra. Nell'alba del sabato si succedono una
serie di sabotaggi contro bancomat entità bancarie, la casa di un consigliere
comunale del PSE... Nel pomeriggio di sabato, la popolazione di Santutxu
cerca di dare il benvenuto ad un giovane della località che è appena uscito
dalla prigione. Tentativo impossibile. La polizia basco spagnola si dispiega
con forza e tre persone devono essere ospedalizzate; una di esse riceve 40
punti di sutura. Secondo la versione ufficiale, la reazione dei manifestanti
trascinò quelle persone; una delle persone ferite presentava sulla gamba
l'impatto di una pallottola di gomma sparata dalla polizia basco spagnola.
Tutto un preludio di quello che sarebbe successo il giorno dopo.                                                                                      Euskal Herria, 19 febbraio 2008. www.askapena.org
per contatti, per favore scrivere a info@???