[Incontrotempo] Basta con la festa della Casta!

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Autor: francesco raparelli
Data:  
A: pop, incontrotempo
Assumpte: [Incontrotempo] Basta con la festa della Casta!
Car*,
nelle ultime due settimane, meglio negli ultimi mesi, al seguito dello sciopero generale del 9 novembre 2007, si sono svolte a Roma le riunioni nazionali del Patto contro la precarietà. A partire da dicembre si è cominciato a ragionare sull'ipotesi di dare vita ad un primo maggio romano avverso alla Casta sindacale Cgil, Cisl, Uil. I motivi di questo ragionamento sono molti (protocollo del 23 luglio, morti sul lavoro etc etc), in alcuni casi ovvi, in altri meno, comunque largamente riassunti nel testo che segue. Si tratta, chiaramente, di un percorso diverso ma in nessun modo contrapposto a quello della MayDay, milanese e nazionale. Piuttosto una nuova ipotesi di lavoro che sindacati di base (Cobas, RdB, SdL) e alcuni centri sociali, romani e nazionali, stanno intraprendendo. L'appello che segue promuove la prima assemblea nazionale utile per discutere il percorso. Altrettanto ritenevamo importante una nuova riunione romana (mercoledì 27 feb h 17,
presso la sede RdB di via Giolitti) per allargare ed estendere il percorso a chi a Roma si ritiene interessato.
Tutte le strutture, dunque, sono invitate a partecipare la prossima settimana tanto alla riunione romana, quanto a quella nazionale (2 marzo Firenze).

Un abbraccio,
f.


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Basta con la festa della Casta!
appello per un primo maggio a Roma di lotta e di indignazione!


La degenerazione della politica istituzionale, esibizione evidente della crisi irreversibile della rappresentanza, ha portato ad identificare il ceto partitico con una Casta oligarchica e indifferente ai bisogni delle e dei cittadin*. Ma un'altra Casta che, a differenza di quella politica, neanche si sottopone alla verifica della propria rappresentatività formale, è ancora più intoccabile: è quella dei sindacati confederali Cgil, Cisl, Uil, che da decenni monopolizzano la titolarità della negoziazione, i diritti sindacali nei luoghi di lavoro e i diritti di tutt* ovunque, anche di chi non è lavoratore dipendente.
Gli ultimi “capolavori” dei sindacati concertativi, in accordo con l’ex-governo Prodi, sono ancora davanti agli occhi di tutti: il catastrofico Protocollo del 23 luglio, che massacra ulteriormente le pensioni ed eternalizza la precarietà; il conseguente imbroglio del referendum confermativo; il tentativo di furto del TFR; la detassazione degli straordinari e i regali faraonici alle aziende (con la restituzione del cuneo fiscale, l’abbassamento dei tributi, le facilitazioni d’impresa); la beffa di contratti ancora aperti dopo tre anni o chiusi con bidoni colossali. E questo mentre si doveva con estrema urgenza ridistribuire il reddito a chi lo produce, dentro e fuori la prestazione lavorativa. I dati in questo senso parlano chiaro: al lavoro va meno del 40% della ricchezza prodotta mentre alle imprese va oltre il 60%: Per non parlare poi degli incrementi di produttività garantiti dalle nuove tecnologie e della ricchezza che viene prodotta
continuamente nell’esperienza di vita, di formazione e di consumo. Senza equivoci sappiamo che i padroni si portano a casa la fetta maggiore della ricchezza del paese mentre licenziano, sfruttano, sfrattano, utilizzano in maniera sfrenata la precarietà consentita dalla legge 30 e dal pacchetto Treu, leggi che l’ex-governo Prodi avrebbe dovuto, almeno sulla carta, immediatamente cancellare.
In questo clima la Casta sindacale si sente più che mai onnipotente e nell’ultimo biennio ha fatto ulteriormente in pezzi la democrazia nei luoghi di lavoro, quella libertà sindacale per la quale ci siamo battuti in tutti questi anni, incontrando l’ostilità tanto dei governi di centrodestra, quanto di quelli di centrosinistra. Entrambi, zelanti, hanno inventato continue imposizioni arbitrarie e illegali per impedire il conflitto, per sgomberare il campo da coloro che vogliono riaffermare ed estendere i diritti dei salariati e dei precari che chiedono lavoro stabile e/o garanzia del reddito, reddito sganciato dalla prestazione lavorativa ed esteso al terreno dei servizi, della formazione e dell’abitare.
Infine la strage di Torino, l’indifferenza dei sindacati di Stato che hanno svenduto la sicurezza e la salute dei lavoratori pur di non confliggere con le imprese. Un fatto insopportabile che continua a produrre, oltre e contro ogni retorica, indignazione e rabbia.
Di fronte ad un scenario del genere ritorna, come ogni anno, l’appuntamento confederale del primo maggio romano...è troppo, davvero troppo! Questo lo diciamo non perchè siamo generalmente avversi alle feste o ai concerti o ai grandi raduni giovanili; tutt’altro. Ciò che riteniamo insopportabile è che i sindacati concertativi abbiano ancora il coraggio di festeggiare, nonostante l’aggressione senza fine al lavoro, alle donne e agli uomini, ai giovanissimi stretti in una morsa ricattatoria senza precedenti, alle pensioni. Riteniamo inaccettabile questa ipocrisia e invitiamo a riflettere in primo luogo le/i tant* che ogni anno raggiungono San Giovanni per il concerto; in secondo le/gli artisti che saranno invitati a suonare quest’anno. Perchè prestare il fianco a questa ipocrisia? Perchè non disertare? Perchè non pronunciare parole di dissenso nei confronti di una Casta irrispettosa dei diritti di tutt*? Domande e questioni che ci spingono
ad iniziare un percorso nuovo, da costruire in tant*, da comporre con intelligenza, creatività e radicalità: un primo maggio romano di conflitto e di indignazione contro la festa della Casta! Un primo maggio dei precari e delle precarie, dei lavoratori che non scelgono il silenzio, delle e degli student*, un primo maggio migrante.

Sulla scorta di questi ragionamenti invitiamo tutt* le/i lavoratrici/lavoratori, le/i precar*, le/gli student* e le/i disoccupat*, tutte le organizzazioni sindacali di base, i Centri sociali, le reti di movimento a discutere la possibilità di un percorso comune domenica 2 marzo alle 14 a Firenze, nell’ambito della due giorni promossa dal movimento fiorentino, negli ultimi mesi bersaglio di un accanimento giudiziario senza precedenti.


Basta con il precariato, lavoro stabile e sicuro, reddito garantito per tutte e tutti
Abrogazione della legge 30 e del pacchetto Treu
Basta con il monopolio Cgil-Cisl-Uil sui diritti sindacali
Estendere i diritti sociali a tutti/e, nel lavoro e oltre il lavoro
Per il diritto al sapere e l’accesso libero e gratuito alla cultura e alle tecnologie
Per la difesa e il potenziamento dei servizi pubblici e dei beni sociali
Basta con il massacro quotidiano del lavoratori/trici
Contro le spese militari, le politiche securitarie, il razzismo e la repressione
Per il pieno riconoscimento dei diritti dei migranti

PATTO CONTRO LA PRECARIETA’

Info: 347/8915605; 333/5018630; 339/5350520



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