Re: [Forumlucca] "censura legale" di Paolo Barnard (Report)

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Szerző: Marcantonio Lunardi - Videomaker
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Új témák: [Forumlucca] ancora su napoli
Tárgy: Re: [Forumlucca] "censura legale" di Paolo Barnard (Report)
qui c'è la risposta della Gabanelli

http://www.megachip.info/modules.php?
name=Sections&op=viewarticle&artid=5903

se leggiamo questa lettera lei si prende carico delle spese di barnard

comunque la parte contrattuale e della rai non mi è chiara

marcantonio



Il giorno 16/feb/08, alle ore 11:11, Massimiliano Andreoni ha scritto:

> mi è arrivata questa mail ne sapete niente?
> sembrerebbe che la Rai ed anche Milena Gabbanelli abbiano scaricato
> Paolo
> Barnard, famoslo collaboratore di Report a fronte dell'ennesima
> querela?
> Massimiliano
>
>
> Milena Gabanelli (da inoltrare)
> Inviato da: "Mariangela" moreee@??? mariangelabe
> Mar 12 Feb 2008 10:19 pm
> Censura 'legale'
> Paolo Barnard - 11 febbraio 2008
>
> Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al
> nostro
> Paese, eccovi una forma di censura nell'informazione di cui non si
> parla
> mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma
> prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal
> silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci
> si può
> difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di
> denuncia
> dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti
> giornalisti 'fuori dal coro'.
> Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori
> spesso ci
> gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle
> nostre
> inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo
> fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio
> caso.
> Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la
> società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il
> breve racconto.
>
> Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando
> tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994,
> feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del
> comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big
> Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza)
> alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e
> congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni
> dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime
> ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato:
> "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche
> sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx,
> prescritto
> a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei
> soli
> USA).
>
> L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse
> che la RAI la replicò il 15/2/2003.
> Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in
> giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si
> ritenne
> danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte.
> Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti
> avvocati
> della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno
> benestare.
> Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena
> Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri
> redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non
> preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste
> giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi
> risparmiai nei rischi.
>
> All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi
> abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò
> arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli
> studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in
> questa controversia legale.(3) Ma non solo.
> La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli
> sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni
> eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di
> sentenza avversa.(4)
> E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-
> Gabanelli)
> voluta, approvata, trasmessa e replicata.*
>
> *( la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola
> contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a
> firmare
> per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è
> sancita
> la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che
> gli
> possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti
> non
> abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro
> commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena
> Gabanelli era
> moralmente ben altro, né è moralmente giustificabile l'operato
> della RAI
> in questi casi).
>
> Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono
> anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso
> un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel
> momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E
> non solo: lavorano compatti contro di me.
> La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se
> condannato
> di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è
> angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi
> posso permettere.
>
> Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una
> raccomandata.
> La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me.
> Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa.
> Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale
> costituzione in
> mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse
> pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domanda posta
> dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti
> della
> RAI medesima".(6)
> Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso,
> nell'incredulità.
> Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La
> sollecito a intervenire presso la RAI , e magari anche pubblicamente,
> contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte
> all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la
> rivalsa
> che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata
> morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che
> sarà
> lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)
>
> Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando,
> quell'atto di
> costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena
> Gabanelli
> non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è
> mai
> dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di
> me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del
> processo
> in corso.(8)
> Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato
> Report,
> da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più
> un'inchiesta da
> me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun
> editore.
> Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere
> il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali,
> poiché
> abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie
> inchieste
> 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e
> senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.
>
> Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al
> punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in
> questo modo.
> Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non
> conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si
> usano,
> invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto
> con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti
> tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.
>
> Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti
> ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga
> colto
> nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di
> fatto permessa dal comportamento degli editori.
> Gli editori devono difendere i loro giornalisti che rischiano per il
> pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di
> manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per
> poter lavorare.
> Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici
> affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi
> verrete a
> sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano
> di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità.
> Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla
> denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto
> superiore a
> quello di qualsiasi politico o servo del Sistema.
>
> Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile
> questa
> realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più
> accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.
> In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla
> signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà
> piacevole per me.
> Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non
> imbavaglieranno
> mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è
> dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.
>
> Grazie di avermi letto.
> Paolo Barnard
>
> Note:
> 1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma
> 10/11/2004.
> 2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
> 3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena
> Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è
> un'azienda
> che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto che il prestigioso
> studio
> legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di
> Roma
> La Sapienza , difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena
> Gabanelli. Ma non me.
> 4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo-
> R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la
> RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli
> chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico
> del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...".
> 5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la
> RAI :
> "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni
> responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da
> tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente
> derivanti in
> ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di
> natura legale o giudiziaria".
> 6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora
> dallo
> Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma,
> 3/10/2005.
> 7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
> 8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876
> Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva
> anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda
> nota
> 4)
>
>
> _______________________________________________
> Forumlucca mailing list
> Forumlucca@???
> https://www.autistici.org/mailman/listinfo/forumlucca



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Lunardi Marcantonio

è ricercando l'impossibile che l'uomo ha sempre realizzato il possibile
Coloro che si sono limitati a ciò che appariva loro come possibile,
non hanno mai avanzato di un solo passa

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