[NuovoLab] "guerra preventiva" ai migranti

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Autor: Edoardo Magnone
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A: Mailing list del Forum sociale di Genova
Assumpte: [NuovoLab] "guerra preventiva" ai migranti
Padova - L' ordinanza di Bitonci e la "guerra preventiva" ai migranti

Lo aveva annunciato nelle scorse settimane Massimo Bitonci, ed in
questi giorni, le nuove disposizioni che vanno a modificare l'ormai
tristemente famosa ordinanza "anti-sbandati" diventano operative.

Il Sindaco di Cittadella, versione perbenista dello sceriffo
trevigiano Gentilini, ha scelto di giocare sulla pelle dei migranti la
partita che lo vede impegnato nella conquista del ruolo di "paladino
della legalità".

Certo sì, perchè dietro alla campagna per il controllo e la legalità,
farcita di spinte pseudo autonomiste, che i sindaci della Lega Nord
stanno promuovendo nei territori del Nord Est e non solo, si nasconde
la rincorsa a quella Roma tanto "ladrona" da essere comunque una
attrazione irresistibile anche per chi ha giocato tutta la credibilità
dell'azione politica sul suo rifiuto.


Per nascondere questa ambigua contraddizione, quella dei secessionisti
che rincorrono un posto al governo centrale, il localismo,
l'autonomia, sono allora conditi di razzismo e lotta alle diversità,
così da costruire l'immagine distorta di un Veneto a volte "distratto"
e troppo impegnato a rincorrere l'uscita dalla crisi del suo modello
produttivo.

Bitonci, con le ultime disposizioni, interviene su alcuni aspetti
della vecchia ordinanza, che riguardava la possibiltà per gli
stranieri di iscriversi alle liste anagrafiche comunali,
intensificando e inasprendo alcuni aspetti della stessa.
[L'ordinaza dell'autunno scorso imponeva criteri restrittivi a quanti,
cittadini dell'Unione Europea, avessero voluto iscrivere la loro
residenza presso l'Ufficio Anagrafe.
Gli aspetti toccati erano moletplici:
una soglia minima di reddito, prevista anche nel Decreto Legislativo
30 nonostante la Direttiva europea in materia non fissasse in maniera
tassativa i criteri ed in ogni caso ne escludesse l'applicabilità
sistematica;

la verifica dell'idoneità dell'alloggio nel quale eleggere la
residenza, nonostante alcune note circolari del Ministero dell'Interno
precisassero la possibilità ed il dovere di conferirla anche in
condizioni abitative precarie, come per esempio una baracca, una
fabbrica dismessa, una roulotte;

la verifica della pericolosità sociale del richiedente, nonostante
sempre secondo la normativa, l'elezione di residenza sia ritenuta
legittima anche nella cella di un carcere.
Ricordiamo a tal proposito che l'iscrizione angrafica ha un semplice
valore ricognitivo di una situazione esistente e solo in seconda
battuta, e questo è il terreno su cui è intervenuto Bitonci, è
utilizzata in relazione alla condizione dello straniero.

Più in generale, l'Ordinanza del Sindaco di Cittadella ha la
peculiarità di entrare in un campo fuori dalle sue competenze,
nonostante le ripetute dichiarazioni del cosiddeto "partito dei
sindaci" continuino a sostenere il contrario.
Il Sindaco, in materia di iscrizione anagrafica, non agisce
propriamente come capo dell'amministrazione locale bensì come
ufficiale del Governo.
Inoltre, e questo è il punto più interessante, i provvedimenti di
questo tipo possono essere motivati solo sulla base di condizioni
uregenti di emergenza, da considerarsi quindi contingenti, temporanee,
perimetrate.

Le ultime novità confermano e accentuano ancora la traccia già seguita
precedentemente.
Norme ferre sui i criteri per la concessione dell'idoneità
dell'alloggio, che incrociano le norme in materia di immigrazione nel
caso dei ricongiungimenti familiari, delle dichiarazioni di
ospitalità, della possibilità, secondo Bitonci, di iscriversi
all'anagrafe, e l'istituzione di una banca dati relativa a quanti,
entrati in Italia con un visto di breve periodo (90 giorni) si
facessero ospitare in un alloggio nel territorio del Comune di
Cittadella.

E' utile specificare come, per quanto riguarda la metratura per
stabilire l'idoneità alloggiativa, vi siano nella prassi due parametri
di riferimento.
Le norme regionali (legge regionale 10/96) che trattano questi
criteri, a cui il Sindaco di Cittadella fa un poco convinto accenno,
si pronunciano con l'intento di stabilire che "l'assegnazione degli
alloggi avviene, ove possibile, nel rispetto dei seguenti parametri
relativi alla superficie utile. L'articolo 9 prosegue dettando una
serie di parametri di riferimento.
Per quanto riguarda invece le disposizioni in materia igienico
sanitaria, le tabelle, che prevedono un minimo di 14 mq per persona,
hanno a che vedere con parametri di comfort, di comodità, di
vivibilità.
E' evidente che quando questi parametri vengono utilizzati, o peggio
distorti restrittivamente, nell'intento di escludere dalla possibilità
di accesso a qualsiasi diritto essenziale, come alla possibilità di
iscrivere la propria residenza presso le liste comunali, con l'intento
di garantire, non si capisce in che modo, la sicurezza, si effettua
una semplice mistificazione facendone un uso arbitrario.

Il database sui visti di breve periodo e sulle scadenze dei permessi?
Qui il Sindaco Bitonci percorre una traccia non certo originale.
Se infatti la proposta rimane per il momento singolare, e speriamo in
fututo, anche se già altri sindaci hanno annunciato la volontà di
riproporla, è evidente che questa si inserisce in un conteso di
"guerra all'immigrazione clandestina" che accomuna amministratori ed
esponenti politici di ogni schieramento.
Non solo vi è una criminalizzazione di una condizione, quella del
soggiorno irregolare, che è e rimane una violazione di carattere
amministrativo, che non costituisce in altre parole alcun tipo di
reato, tanto meno dal punto di vista penale, ma a questa si aggiunge
una "guerra" di carattere preventivo, giocata in termini di controllo
e deterrenza, verso quanti, regolarmente, fanno ingresso nel
territorio italiano, ma pur se in possesso di un titolo di soggiorno
si trovano ad essere già potenziali "clandestini".

Se a questo seguiranno retate, blitz, in ogni momento del giorno e
della notte, nelle case del Comune di Cittadella, lo vedremo in
futuro.

Di certo non è possibile trattare il "fenomeno delle ordinanze" come
una questione di poco conto. Sbagliato sarebbe però attribuirgli un
carattere eccezionale o peggio "folcloristico".
Il clima politico nel quale queste ordinanze si inseriscono ha maglie
ben più larghe e trasversali, questi provvedimenti sono la caricatura
che rappresenta la cartina al tornasole di un tentativo utopico e
maldestro di gestione dei flussi migratori messo in campo nell'ultimo
decennio.
"La teoria dell'invasione": questa è l'interpretazione tutta politica,
non certo normativa, che sta alla base di questi provvedimenti.
Il nostro paese ed in particolare le regioni del Nord, sarebbero
travolte da un attacco migrante non ben definito: certo che quando si
tratta di mercato del lavoro tutta questa attenzione verso la legalità
e la regolarità del soggiorno svanisce improvvisamente. Il lavoro
migrante è sempre buono, anche se "clandestino".
Ancora nessuno ha proposto un database in comune con gli ispettorati
del lavoro...

I dati emersi dall'ultimo decreto flussi sono chiari: settecentomila
domande, quasi tutte relative a persone che già si trovano nel nostro
paese, settecentomila migranti con un lavoro in attesa di poter
ricevere anche il tanto atteso titolo di soggiorno.

Chi ha a cuore la loro di sicurezza?


http://www.meltingpot.org/articolo12152.html



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"Non vedo nessun Dio quassù"
(Yuri Gagarin)
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"L'intelligenza militare è una contraddizione in termini"
(Groucho Marx)
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"Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perche' saranno giustiziati"
(Piergiorgio Bellocchio)
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