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Giorgio Vitali <vitali.giorgio@???> ha scritto:
IL PROBLEMA fondamentale è che l' ASSIA non è l' Italia, e men che meno il SUD
d'Italia. Se nell' Assia si vota per una riconversione, si sa anche che questa
verrà attuata. In Italia esattamente il contrario. Ma se, fin dai tempi della
nascita dei raggruppamenti politici d'impianto ambientalista, naturista,
protezionista, TUTTO è servito esattamente per portare a termine, SOTTO
COPERTURA, il contrario di tutto quanto dimostratamente utile, è evidente che:
o si ha il coraggio di RIPARTIRE da ZERO, ma con INTENZIONI MOLTO CATTIVE, o
tutto resterà così. Gestito dalle ECOMAFIE. Ho fatto parte di Commissioni
parlamentari e ministeriali ed internazionali. ROBA da SUICIDIO. GV

gianni donaudi <gdonaudi@???> ha scritto:


ANDREA AGOSTINI <lonanoda@???> ha scritto:

da greenport.it
30/01/2008

Ambientalismo, il senso di responsabilità non basta più
di Massimo Serafini

ROMA. Vorrei tornare sulle elezioni in Assia, perché vi è una generale
sottovalutazione, soprattutto da parte degli ambientalisti, sulla portata e l’
importanza di quel risultato.
Non è di poco conto avere dimostrato che, in una regione industriale e culla
della lobby nucleare tedesca, fare scelte ambientali radicali come quella di
sostituire con le rinnovabili, in cinque anni, tutta l’energia elettrica (il
60%) fornita dalle due centrali nucleari da chiudere, produce spostamenti
elettorali significativi e fa conquistare voti.

Fino ad ora gran parte delle forze politiche hanno sempre pensato il contrario
e cioè che una forte caratterizzazione ambientalista facesse perdere voti, per
cui in ogni campagna elettorale la scelta ecologista si riduceva a qualche
candidato ecologista e dedicando un capitolo del programma all’ambiente, quasi
sempre in stridente contrasto con gli altri capitoli e in particolare con
quelli economici ed infrastrutturali. Emblematica è la scelta sui parchi che
certamente si sono sviluppati e la parte di territorio tutelata si è estesa, ma
contemporaneamente quella non tutelata è stata sempre più asfaltata,
cementificata, urbanizzata e infrastrutturata, riducendo il parco a un ghetto
assediato da inquinamento e devastazione.

Altrettanto significativo è l’esito di quel voto per far capire quanto sia
artificiosa la divisione degli ambientalisti di questo paese fra quelli duri e
puri dei rifiuti zero, della non necessità di produrre energia perché
basterebbe risparmiarla e quelli invece del "fare". Entrambe queste posizioni
sono perdenti. La prima perché è impotente e lascia le cose come sono, la
seconda perchè spesso riduce il “fare” a quello che agli inquinatori e agli
affaristi sta bene venga fatto.

Che senso ha mi chiedo spendersi sui rigassificatori se da parte di chi li
vuole fare (politici ed industriali) non si manifesta alcun impegno a
sviluppare le fonti rinnovabili e il risparmio energetico? Così come non ha
senso spendersi per gli inceneritori, se da parte di chi è interessato a
costruirli (politici ed imprenditori) si esclude ogni politica di riduzione,
raccolta differenziata e riciclo. Sporcarsi le mani è giusto ma pensare di
legittimare l’ambientalismo solo dimostrando senso di responsabilità è
perdente.

E difatti è difficile sostenere che avere aperto sui rigassificatori, ha
consentito di strappare politiche energetiche che portassero ad applicare
Kyoto. Pare che fra pochi mesi si andrà a votare. Mi piacerebbe poter votare
una coalizione o un partito che si impegnasse a rendere questo paese
protagonista nella lotta al riscaldamento globale, assumendosi l’impegno a
ridurre i consumi energetici, a intervenire sul patrimonio abitativo,
riducendone i consumi del 10% in cinque anni, ed infine che nel corso della
legislatura a portare la dipendenza del paese dalle vere rinnovabili dall’
attuale sette al 14%. Soprattutto però vorrei che questa volta questi impegni
non si tentasse di conciliarli con il carbone pulito, come è avvenuto nelle
ultime elezioni.