[Badgirlz-list] [Fwd: dopo no vat, passiamo ai fatti]

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Author: tundra
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To: lista di discussione dell'AMP di Milano
CC: badgirlz-list
Subject: [Badgirlz-list] [Fwd: dopo no vat, passiamo ai fatti]


-------- Messaggio Originale --------
Oggetto:     dopo no vat, passiamo ai fatti
Data:     Tue, 12 Feb 2008 12:12:19 +0100
Da:     nicpoidi


    



Carissime/i, nonostante il solito boicottaggio mediatico (soprattutto in
Italia), anche il terzo No Vat è andato benissimo. Qui sotto trovate una
serie di link a immagini, foto, video, ecc che smentiscono ciò che i media
di regime hanno cercato di far passare - cioè che fossimo in pochi/e.

foto No Vat Roma
http://www.flickr.com/photos/22960864@N03/sets/72157603889238510/

foto No Vat Londra
http://www.flickr.com/photos/8971053@N08/

video, articoli e altro
http://www.facciamobreccia.org/content/view/392/90/


Ora, però, diventa urgente passare ai fatti, mettere insieme le nostre forze
e passare al contrattacco: obiettiamo gli obiettori!

Siete tutte/i invitate/i a sostenere la campagna lanciata da Maistat@zitt@
per scardinare il sistema che si è cristallizzato intorno all'obiezione di
coscienza e che le donne stanno pagando caro - troppo caro! - sulle proprie
vite.

per contattarci: maistatezitte@???
sito web: http://www.vieneprimalagallina.org

Segue il testo della nostra proposta, che vi invitiamo a far circolare alle
vostre liste

ciao, Nic

OBIETTIAMO GLI OBIETTORI

Di fronte agli attacchi sempre più pesanti all¹autodeterminazione delle
donne non si può più rispondere semplicemente invocando la difesa della 194.
Le scellerate dichiarazioni degli antiabortisti in queste ultime settimane
rendono ancor più evidente il potere sulla sfera della riproduzione (e, più
in generale, su quella della salute) che la classe medica può esercitare,
coadiuvata anche dall¹articolo 9 della legge 194 che prevede per il
personale sanitario la possibilità dell¹obiezione di coscienza ­ possibilità
contemplata unicamente rispetto all¹interruzione di gravidanza: in nessun
altro ambito medico né in altra professione vale questa opzione.

Per riaffermare con efficacia il nostro diritto di autodeterminazione
dovremmo, quindi, ripartire proprio dal nodo dell¹obiezione di coscienza, da
questa ³opzione², riconosciuta per legge, secondo cui alle scelte e ai
problemi di sofferenza delle donne (perché abortire è una scelta sofferta)
il personale medico-sanitario può anteporre i suoi ³problemi di coscienza²,
la sua visione della vita ­ in poche parole, in nome della propria
³coscienza² può opprimere il soggetto a cui deve assistenza.
Gli effetti di ciò sono sotto gli occhi di tutte: oggi abortire è diventato
quasi impossibile e le donne stanno ritornando a pratiche clandestine per
l¹interruzione di gravidanza; l¹arroganza degli obiettori è immensa, e nei
reparti il personale che non vuole adeguarsi ai diktat dei primari obiettori
ha vita dura; perfino l¹accesso alle scuole di specializzazione in
ostetricia e ginecologia è sempre più vincolato all¹³atto di fede²
dell¹obiezione di coscienza. Chi si adegua ha una strada privilegiata per
far carriera; chi invece non obietta è costretta/o a impiegare la maggior
parte del proprio tempo a praticare aborti per sopperire alla scarsità di
personale non obiettore. Per non parlare, poi, della cospicua fetta di
finanziamenti pubblici destinata agli ospedali cattolici in cui non è
riconosciuta la possibilità dell¹interruzione di gravidanza.

Se una cattiva legge permette, attraverso l¹obiezione, di calpestare i
diritti individuali, anche le/i cittadine/i hanno diritto di sapere chi sono
coloro che le/i curano e di scegliere da chi farsi curare: che fiducia si
può avere in quel/la ginecologo/a che costringe a inutili sofferenze in nome
delle proprie convinzioni morali, pensando di aver dei diritti sul corpo
dell¹altra?

Crediamo sia arrivato il momento non solo di rivendicare dei diritti ma
anche di praticarli.

³Obiettiamo gli obiettori² significa che esercitiamo il diritto di scegliere
da chi farci curare, pretendendo un rapporto di fiducia, trasparenza e
assunzione di responsabilità con la persona a cui affidiamo la nostra
salute.
Significa, quindi, pretendere dalle Asl, dai Consultori e dagli Ospedali
l¹elenco del personale medico-sanitario che pratica l¹obiezione di
coscienza.

Alle donne che intendono difendere e affermare il diritto
all¹autodeterminazione proponiamo di:
1. costituirci come soggetti politici che esigono la pubblicizzazione e
l¹affissione pubblica negli ospedali e nei consultori delle liste del
personale sanitario che fa obiezione;
2. cominciare a raccogliere città per città, ospedale per ospedale,
consultorio per consultorio tutte le informazioni che già si hanno, facendo
una prima lista dei nominativi che si posseggono;
3. promuovere il boicottaggio in toto di tutti i reparti e di tutte le
prestazioni (analisi del sangue, visite, ecc) degli ospedali in cui ci sono
più obiettori;
4. creare un sito dedicato a questo dove raccogliere informazioni.

Sappiamo bene che in nome di ³sacri principi² vengono compiuti i più grandi
crimini della storia, la violazione dei più elementari diritti umani. Hannah
Arendt ci ha insegnato che ³Il male appare banale e proprio per questo
ancora più terribile: perché i suoi più o meno consapevoli servitori, altro
non sono che dei piccoli, grigi burocrati, simili in tutto e per tutto al
nostro vicino di casa².
Difendere la nostra autodeterminazione dai ³burocrati del male² significa
diventare protagoniste nell¹esercizio e la difesa dei nostri diritti.
Smantellare il sistema che si è creato intorno all¹obiezione di coscienza,
significa smantellare un sistema che alimenta e legittima gran parte degli
attacchi contro l¹autodeterminazione dei nostri corpi e delle nostre vite.
Sta a noi donne determinare un grande risveglio prendendo coscienza della
vastità dell¹abuso subito e impedire che si ripeta, rimpadronendoci di un
sapere e di pratiche che ci mettano in grado di opporci agli abusi e di
chiederne conto.


Collettivo femminista Maistat@zitt@, Milano

maistatezitte@???
http://www.vieneprimalagallina.org


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The Master's Tools Will Never Dismantle the Master's House
Audre Lorde