Auteur: vanni Date: À: Undisclosed-Recipient:; Sujet: [Cpt] Il panorama politico
Politica: le vecchie novitàPolitica: le vecchie novità.
Nella nostra democrazia, ormai, più che rappresentativa, della rappresentazione, i teatranti di una scadente messinscena riprendono la tournee.
Le formule per cercare di stupire con effetti speciali l'elettore nazionale, sempre più lontano dal palazzo e dalla politica, ricalcano vecchi clichè già troppo visti nel nostro paese.
Alleanze a geometria variabile, costituite col fine alto di raggiungere il massimo obiettivo del politico nostrano di razza, la "carega" si formano, si sciolgono e si riformano per racimolare la credulità ed infinocchiare l'italiano medio con promesse che poi, con la puntualità dei treni di "quando c'era lui", non verranno mantenute.
Così, alla semi-novità veltroniana del PD che va da solo e impavido ad affrontare le tempesta elettorale, risponde il Berluscone con un'alleanza ricomposta di decomposti partiti di destra-centro.
Colpo di teatro, fuori l'Udc.
Rientrerà quanto prima nei ranghi seguendo il vecchio motto "un ministero val bene un compromesso".
Il PD va da solo, dicevamo, ed è un'ottima mossa nella palude politica italiana.
Vinca o perda prepara il terreno per un lungo periodo di governi neo democristiani.
L'attuale legge elettorale produrrà i suoi effetti nefasti qualsivoglia maggioranza vinca.
Il dopo può solo favorire il PD che da solo si garantirebbe l'assenza di dissenso interno (anche se bisogna sempre guardarsi dai "margheriti").
Il Walter dovrebbe solo fare la mossa dei tre 50 a sbaraglierebbe il campo.
Candidati per il 50% donne, 50% uomini e tutti sotto i 50 anni.
Che poi il PD sia ancora il vecchio partito pieno di tromboni nato dalla delega della delega della delega, con un capo deciso prima di votarlo e senza identità, beh, mi pare sotto gli occhi di tutti.
La corsa in solitario lascia smarrita e piagnucolante una sinistra bollita dall'esperienza di governo che faticherà assai a ritrovare il legame col proprio elettorato.
La sottomissione con la quale ha accettato il fallimento del programma di legislatura immolato ai superiori interessi confindustriali e papisti l'ha allontanata moltissimo dalla propria gente.
Sarà dura.
A destra il sempiterno Berlusconi, risfoderata la solita spada del furbismo, raccatta partiti e partitini nella speranza di una subitanea vittoria.
La consueta sfilza di indagati in cerca di indulto, di rampanti incompetenti, di finti duri e puri, tutti insieme appassionatamente, col solito, imperituro intento: governicchiare e farsi gli affaracci propri.
Qualche flebile mugugno per il rientro del figliol prodigo Mastella, ormai più grasso del vitello, e poi via verso nuove avventure.
La solita politica del "meno lacci e lacciuoli" che consenta agli adepti di continuare ad ingrassare sulla pelle dei ciitadini italiani.
E ci auguriamo di non sentire in campagna elettorale ancora il disco rotto del conflitto di interessi.
Il resto sono rimasugli politici di una stagione morta, quella del maggioritario, che prometteva una semplificazione mai avvenuta.
Un quadro politico che cambia (poco) perché, gattopardescamente, nulla cambi davvero.
In tutto questo i fregati saranno ancora i cittadini italiani.
O tasse o prezzi alti.
E servizi scadenti.
Zero possibilità di incidere.
L'impegno e la partecipazione militanti visti quasi peggio del terrorismo da un sistema politico che si autoprotegge.
Con buona pace del civismo grilliano, forse l'unica vera novità degli ultimi anni.
A quando un sussulto delle coscienze in questo disastrato paese?