Auteur: Gaber Date: À: Lista Euskadi Sujet: [Paesibaschiliberi] Sabato 9 febbraio 08 - A Bologna contro la
repressione!
ROMPIAMO IL SILENZIO
Rinnoviamo l'appello a partecipare numerosi al corteo di SABATO 9
FEBBRAIO a Bologna.
Il concentramento è alle 14,30 in piazza di Porta Ravegnana (sotto le
due torri).
Il percorso (ufficialmente autorizzato dalla questura) sarà il seguente:
p.zza di Porta Ravegnana, via Zamboni, p.zza Verdi. largo Respighi,
via Castagnole, via Belle Arti, via Mascarella, via Irnerio, via
Indipendenza, via Matteotti, P.zza dell'Unità.
Durante il corteo sarà attivo un microfono aperto per esprimere
testimonianze e contributi sulle tematiche della repressione e dello
sfruttamento.
Ci vediamo sabato in piazza.
LA SOLIDARIETA' E' UN'ARMA!
Coordinamento "rompere il silenzio" - Bologna
- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -
[riportiamo di seguito il comunicato di convocazione della
manifestazione, evidenziando il fatto che in questo mese la
situazione descritta è cambiata prima con l'arresto di altri 4
compagni per lo stesso episodio e in segutio con la recentissima
concessione degli arresti domiciliari a buona parte degli arrestati]
Bologna 9 Febbraio 2008: corteo nazionale per
ROMPERE IL SILENZIO
A Bologna 5 compagni da oltre tre mesi sono in carcere, in uno stato
di detenzione aggravato dall’elevato indice di vigilanza (EIV) e
dalla censura sulla corrispondenza, per aver cercato di opporsi a un
TSO in una piazza del centro; altri due stanno scontando pene da 10
mesi, non ancora definitive, per una scritta sui muri del centro
fatta in solidarietà con gli altri arrestati.
E questi sono solo gli ultimi di un lungo elenco di episodi che nei
mesi recenti hanno segnato la fitta “cronaca repressiva” bolognese.
La città è satura di divieti e il centro storico è ormai
massicciamente presidiato da polizia e vigili urbani. Vengono
sgomberate case e spazi sociali, demoliti con le ruspe gli
accampamenti e le baracche dei nomadi, criminalizzate tutte le forme
di dissenso politico e sociale.
Tutto ciò in nome della “sicurezza” e della lotta al degrado,
ritornelli che da tempo riempiono le prime pagine dei giornali con
l’effetto, e lo scopo, di aumentare artificialmente il senso di
insicurezza dei cittadini e di stendere sui reali problemi della
gente una cappa di silenzio assordante fatta di cinismo, di
indifferenza e di rassegnazione
Bologna sembra tornata ad essere un laboratorio nel quale, proprio
attraverso un sindaco “di sinistra”, sperimentare tecniche di
controllo sempre più raffinate e dispiegate. Il sindaco di Bologna è
l’ideatore del “pacchetto sicurezza” fatto proprio dall’assemblea dei
sindaci e tramite il ministero degli interni Amato presentato in
parlamento e quindi adottato a livello nazionale.
D’altra parte, lungi dall’essere una problematica prettamente locale,
la “questione sicurezza” è ormai diventato un cavallo di battaglia di
tutti i politici di professione a livello nazionale, un tema su cui
destra e sinistra fanno a gara nel proporre le soluzioni più
liberticide possibili. In tutta Italia, giorno per giorno, cresce
l’intolleranza nei confronti delle categorie più “deboli”. Proprio un
sistema fondato sull’assoggettamento autoritario sancisce chi è da
tutelare e chi da perseguitare esponendo gli esclusi alla violenza
vigliacca: dagli attacchi ai campi rom e in generale alle comunità
immigrate, alla violenza sulle donne, dall’uso sempre più sfacciato
delle istituzioni totali, delle carceri e delle strutture
psichiatriche, alle quotidiane scorribande dei neofascisti.
Questa, progressiva, ed evidente devastazione dei rapporti sociali
non avviene casualmente e al contrario, secondo noi sta a
testimoniare come sia in atto un lucido processo di ristrutturazione
che, con passi da gigante, cerca di trasformare radicalmente le
regole di questo Stato “democratico”. E più che una restaurazione
rivolta al passato crediamo rappresenti piuttosto la necessaria
condizione per il mantenimento di un sistema politico, economico e
sociale ormai basato strategicamente sulla guerra. Infatti, mentre
gli eserciti di tutte le potenze occidentali (compreso il nostro)
sono impegnati in ogni angolo del globo a massacrare le popolazioni
più povere per “esportare la democrazia”, la riduzione di ogni spazio
in cui agire il dissenso e il controllo di ogni tipo di opposizione
diventa una priorità imprescindibile a tutti i livelli, da quello
internazionale a quello iper-locale: aumento della militarizzazione,
tassi di carcerazione in costante crescita, internamento e
deportazione degli immigrati, persecuzione sfacciata di ogni lotta
sociale, dagli scioperi alle occupazioni di case, dalle proteste
contro la devastazione ambientale alla opposizione alla guerra
stessa. E ovviamente tra i più colpiti ci sono coloro che si
dichiarano apertamente nemici dello stato e del suo ordine sociale.
Dovrebbe essere allora evidente a chiunque non si lasci abbindolare
completamente dalla propaganda di regime che l’insicurezza reale
delle persone deriva in realtà da ben altri problemi.
Il quotidiano stillicidio di morti bianche e di incidenti sul lavoro
provoca un numero di morti, invalidi e feriti di gran lunga superiore
a quello delle vittime della criminalità. Così come l’impoverimento
che colpisce la stragrande maggioranza della popolazione non dipende
da furti e rapine ma da salari sempre più scollegati dal costo della
vita in costante aumento.
L’insicurezza reale è data dall’aumento costante dei lavori precari,
malpagati e senza tutele, dai continui licenziamenti (motivati per lo
più dallo spostamento delle attività all’estero, dove è possibile
sfruttare ancora più brutalmente la manodopera con guadagni ancora
maggiori per i padroni); dagli affitti ormai insostenibili; da uno
stato sociale che non ha più nulla da offrire, anzi: si muore
d’ospedale e ci si intossica soffocati dai rifiuti.
Su queste tematiche abbiamo deciso di convocare a Bologna una
manifestazione nazionale per il 9 febbraio. Un’occasione importante
per riportare con il giusto peso la “questione sicurezza” nei suoi
termini reali, per denunciare pubblicamente il terrorismo di politici
e giornalisti che in tutta Italia si adoperano per scongiurare il
rischio che ci si unisca nella lotta contro i potenti, unica via
d’uscita concreta dalla miseria incalzante. Un’occasione per
riaffermare con forza la volontà di difendere gli spazi in cui agire
il dissenso messi pesantemente in discussione da queste strategie
repressive.
Un occasione, insomma, per rompere il silenzio.
La manifestazione attraverserà le strade di Bologna ribadendo e
articolando il discorso fatto sinora con l’intento di portare queste
riflessioni all’orecchio degli abitanti di questa città e di
coinvolgere chiunque condivida questo tipo di necessità.